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 2009  ottobre 14 Mercoledì calendario

Siamo noi, come individui, a determinare le nostre vite, ma siamo parte anche di schemi sociali più estesi - Siamo noi, come individui, a determinare le nostre vite, ma siamo parte anche di schemi sociali più estesi

Siamo noi, come individui, a determinare le nostre vite, ma siamo parte anche di schemi sociali più estesi - Siamo noi, come individui, a determinare le nostre vite, ma siamo parte anche di schemi sociali più estesi. In una folla compatta, per fare un semplice esempio, nessuno può semplicemente dirigersi dove vuole; se osservate attentamente vedrete flussi coerenti di persone che serpeggiano all’interno della folla, perché le persone ritengono che seguire il flusso insieme agli altri sia più facile che lottare contro il caos. Nessuno si prefigge di seguire questi schemi, eppure essi controllano il movimento delle persone. Comprendere il flusso di una folla significa riflettere maggiormente rispetto ad individui atomizzati e le loro intenzioni. Si tratta di un esempio banale ma istruttivo, poiché schemi simili in un modo molto meno ovvio possono veramente influenzare le nostre vite a molti livelli. Influenzando le opinioni che abbiamo, il nostro credo politico e il lavoro che facciamo. Siamo estremamente influenzati da quello che fanno le persone intorno a noi e ci facciamo trasportare in flussi permanenti di comportamento. Molta della psicologia e della scienza sociale si è tradizionalmente concentrata sulle intenzioni umane e sulle conseguenze da esse derivanti, ma un nuovo filone di ricerca, ampiamente ispirato dal pensiero in campo fisico, sostiene che flussi di comportamento sociale collettivo, con una propria risonanza, possono ritrovarsi in ogni cosa, dalle mode agli andamenti del mercato azionario. Paradossalmente, la fisica può essere utile per comprendere alcune fra le più importanti forze che modellano le nostre vite. La maggior parte dei fisici oggi lavora in realtà per comprendere i particolari complessi di questioni ordinarie, come i liquidi e i solidi. L’acqua è un liquido quando esce dal rubinetto, se la mettete nel freezer si trasforma in ghiaccio solido. Qual è la causa di questo fenomeno? Alla fine, tutto si può ricondurre agli schemi secondo i quali gli atomi si posizionano nella sostanza. Prendete gli atomi di carbonio nel diamante e organizzateli in modo diverso e avrete la grafite morbida della punta di una matita. Quasi tutte le proprietà di una sostanza - che sia liquida o solida, morbida o dura, elastica o fragile, il suo colore - non hanno a che fare con il tipo di atomi che la compongono, ma con la loro organizzazione. Inspirati da questa intuizione, gli scienziati di oggi iniziano a constatare che questo è vero anche quando si osserva il mondo sociale. Proprio come si possono studiare gli atomi del diamante fin nei minimi particolari senza mai spiegare perché si tratta di diamante e non di grafite, non comprenderete mai il mondo sociale anche se sapeste tutto dei singoli individui. In questo senso, la fisica e la scienza sociale affrontano fondamentalmente lo stesso problema - cercare di comprendere come parti relativamente semplici possono creare insieme sistemi collettivi con proprietà proprie. Negli Stati Uniti, ad esempio, la segregazione razziale è un problema di lunga data, con i bianchi che vivono nelle periferie e i neri nel centro città. La causa, pensa automaticamente la maggior parte delle persone, è il razzismo, ma si scopre che si può avere segregazione anche senza razzismo; un comportamento umano abbastanza innocente può separare le razze più o meno come avviene nel caso di acqua e olio. Supponete che tutti vogliano vivere in una bella comunità mista 50-50, ma anche che nessuno voglia essere parte di una minoranza razziale al di sotto, diciamo, del 30 per cento. Questo non è in realtà essere razzisti. Eppure se partite con le persone mescolate accidentalmente, scoprirete, proprio per puro caso, che alcuni quartieri tendono ad essere per la maggior parte bianchi ed altri neri. solo per caso che alcune persone vivranno come parte di una minoranza. Se queste persone si sposteranno verso un’area più equilibrata, il quartiere che lasciano diverrà ancora più segregato, a sua volta spingendo fuori gli altri. Si tratta di una semplice questione matematica. Questo è il potere di uno schema sulle persone, fino a creare risultati che assolutamente nessuno desidera o si prefigge.  chiaro che siamo trasportati anche da flussi positivi. Questa sembra la spiegazione migliore, ad esempio, dell’altruismo umano. Il comportamento altruista ha probabilmente aiutato i nostri antenati a sopravvivere all’interno di gruppi forti e coesi. Tendiamo a dimenticare che oltre il 99 per cento della storia umana era completamente diversa da quella che conosciamo oggi. I nostri antenati vivevano come cacciatori-raccoglitori in piccoli gruppi nelle giungle e nelle pianure e spesso affrontavano combattimenti mortali con altri, o dovevano competere per il territorio. Nel caso di due gruppi in competizione, uno composto di individui totalmente egoisti e l’altro di persone pronte a collaborare, quest’ultimo avrebbe avuto un grosso vantaggio. Recenti studi condotti da antropologi matematici sostengono che molti di noi oggi hanno istinti altruistici poiché tali sentimenti sono stati essenziali per la fortunata storia dei gruppi umani. Si potrebbe dire che anche il carattere umano individuale porta in sé tracce di effetti di schemi collettivi. La scienza sta ora iniziando a penetrare nel mondo delle forze sociali collettive utilizzando la tecnologia computazionale. L’idea è quella di programmare "agenti" su computer che agiscano come persone, che apprendano e si adattino e poi di far lavorare il computer per vedere qual è il risultato. In questo modo si possono eseguire esperimenti sociali virtuali per trovare le risposte a domande del tipo «e se….», cosa che è divenuta possibile soltanto in anni recenti. Siamo in grado di constatare come la segregazione potrebbe emergere autonomamente per ragioni molto semplici, o come la competizione fra hedge funds per ottenere profitti sempre maggiori possa portare i mercati finanziari verso un contesto di instabilità, in cui il collasso sistemico è pressoché certo. La nostra comprensione del mondo umano è ancora relativamente arretrata, in parte perché la filosofia dell’uomo e della società hanno imboccato una strada sbagliata secoli fa e sono state influenzate da preconcetti dannosi, il peggiore dei quali è quello secondo cui l’uomo è essenzialmente diverso dal resto della natura. Probabilmente siamo gli unici animali razionali, ma siamo anche soggetti a forze collettive più grandi di noi. Stiamo imparando solo ora a capire queste forze scientificamente.