Valerio Cappelli, Corriere della Sera 14/10/09, 14 ottobre 2009
Dai nuovi vampiri a Clooney. Il Festival «prenota» le sue star - 
Si può ribattezzare il Festival VampiRoma
Dai nuovi vampiri a Clooney. Il Festival «prenota» le sue star - 
Si può ribattezzare il Festival VampiRoma. Il film più richiesto al Festival internazionale del film di Roma (al via domani, madrina Margherita Buy) è New Moon , secondo capitolo sui vampiri romantici dalla saga di Stephenie Meyer. E si applaude il fenomeno, più che il film, dal momento che se ne proietterà, in anteprima mondiale, un montaggio di 20 minuti. A Roma non verranno gli eroi Pattinson- Stewart ma i vulturi, che sono i vampiri cattivi. «I biglietti sono finiti subito – racconta il direttore della rassegna Piera Detassis – sul mio blog mi hanno insultata, sospettandoci di chissà quale broglio nella prevendita. Un delirio di massa femminile che non riguarda esclusivamente, come si pensa, le adolescenti». Le donne si rifaranno gli occhi anche nell’incontro con Richard Gere: «Solo a Roma le star interloquiscono col pubblico», dice Detassis. Il giorno dei vampiri, il 22 alla vigilia della chiusura, è il più caldo: A Serious Man dei fratelli Coen, l’incontro con Meryl Streep e perfino i dritti e i rovesci tennistici del filmato di Calopresti su Adriano Panatta. 

Non si trova più un biglietto (finora ne sono stati venduti 40 mila) anche per l’apertura con Triage di Danis Tanovic, dove il protagonista Colin Farrell, come previsto, non verrà (diventa papà in questi giorni), e per Up in the air con George Clooney cacciatore di teste (da licenziare), che marcherà visita con la sua Elisabetta Canalis. Gli altri film più richiesti accanto ai Cohen, The City of Your Final Destination di James Ivory, Io, Don Giovanni di Carlos Saura sul librettista mozartiano Lorenzo Da Ponte e i tre italiani in gara: Alza la testa di Angelini sul rapporto padre-figli con Castellitto, L’uomo che verrà di Giorgio Diritti sulla strage di Marzabotto, Viola di mare di Donatella Maiorca immerso nel love affair lesbico tra Valeria Solarino e Isabella Ragonese nella Sicilia dell’800.

 Tra le star più attese, Helen Mirren: al suo film, The Last Station di Michael Hoffmann, sugli ultimi giorni di Tolstoj che rinuncia a ricchezza e titolo nobiliar e, saranno presenti i pronipoti dello scrittore russo. Per L’Altro Cinema/Extra, il terreno sperimentale di Mario Sesti dove c’è la differenza rispetto agli altri festival, molto gettonati Red Riding Trilogy (crime thriller seriale) e l’omaggio a Heath Ledger, l’attore de I segreti di Brokeback Mountain , morto nel 2008, a 28 anni. Non c’è solo Parnassus, il film incompiuto di cui parlerà il regista Terry Gilliam. Marco Giovannini da Los Angeles ha portato i primi passi di Ledger regista: clip musicali, tre su cinque inediti. «Negli ultimi due anni della sua vita, Heath entrò a far parte del collettivo The Masses, 

Le Masse, riuniva strampalati artisti di vario genere che a Los Angeles cercavano uno sbocco non commerciale. Heath divenne il mecenate del gruppo che diventò anche un’etichetta musicale». Nei suoi clip, diresse Ben Harper, il rapper N’Fa, la connazionale australiana Grace Woodroofe, Nick Drake e il gruppo Modest Mouse: per loro girò una storia animata dove la realtà si rovescia e sono le navi di balene a cacciare gli uomini, con cui vinse un premio degli animalisti. Su Nick Drake, il cantante inglese che morì suicida negli anni 70, Ledger stava preparando il suo doppio debutto da regista (l’altro film sarebbe stato La regina degli scacchi dal romanzo di Walter Tevis). Di tutto questo venerdì parleranno due amici e collaboratori di Ledger, il regista Matt Amato e il designer Daniele Auber.

La quarta edizione ha un profilo più agile e più ricco, il concorso ha nomi altisonanti, lo ha riconosciuto lo stesso sindaco Gianni Alemanno che ha rimosso l’iniziale idea di ridimensionare il festival. «Le sue dichiarazioni entusiaste mi hanno sorpreso molto – dice il direttore Detassis – l’unico modo di fare un buon festival è la totale autonomia. Ho resistito a tutto ciò che poteva essere extracinematografico, piccole richieste e spinte. Ma si è stemperata l’anima politica». «Hanno capito che il cinema è una cosa e la politica è un’altra cosa – dice il presidente Gianluigi Rondi – c’è distensione senza essere distacco. Va detto che le scelte, equilibrate e oculate, non sono mai state influenzate in alcun modo. Piera Detassis ha una preparazione cinematografica come raramente ho incontrato».