Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  ottobre 14 Mercoledì calendario

Il giro del mondo in 80 clic - Turisti fai-da-te? Ahi ahi ahi…». Ve lo ricordate? Era uno spot tv tormentone degli anni Ottanta: una coppia di turisti in fuoristrada si perdeva tra le dune del deserto, sbeffeggiata da un cammelliere indigeno

Il giro del mondo in 80 clic - Turisti fai-da-te? Ahi ahi ahi…». Ve lo ricordate? Era uno spot tv tormentone degli anni Ottanta: una coppia di turisti in fuoristrada si perdeva tra le dune del deserto, sbeffeggiata da un cammelliere indigeno. Sono passati vent’anni ma pare un secolo. In un’epoca in cui tutto si fa online – dalla spesa, agli investimenti, alle amicizie – anche il turismo si reinventa in modo virtuale. Dopo il boom dell’e-commerce, il «turista fai-da-te» è ora diventato «independent traveller»: un’altra musica. Cambia la forma ma non la sostanza. Loro sono il folto popolo degli agenti di se stessi, che non passano dall’agenzia sotto casa. Quelli che vanno su Facebook e si prenotano le vacanze da soli su siti come Expedia, eDreams, Volagratis, Lastminute o Atràpalo, il portale spagnolo di offerte da «atrapar», da prendere al volo. Un esercito che cresce sempre più, secondo le stime Nielsen: il 12,1% in tre anni. Ormai il 60% degli italiani si affida al web per pianificare i viaggi, vale a dire circa 13 milioni sui 20 che possono ancora permettersi di fare le vacanze. Sono i numeri diffusi ieri nel corso del convegno organizzato a Milano da Assolowcost, il gruppo di imprese che opera secondo la filosofia del basso prezzo: la stessa che ha fatto la fortuna di aziende come l’Ikea ma che ha anche lasciato a terra i clienti viaggiatori di MyAir, Sky Europe e Todomondo, miseramente fallite. In un periodo in cui la crisi economica ha tagliato del 26% il fatturato dell’industria turistica tradizionale, le aziende che operano online vanno controtendenza. Clic dopo clic si sono ritagliate una porzione intorno al 13,5%: una bella fetta del mercato turistico (che in Italia vale 8 miliardi di euro), come si dibatterà anche a metà novembre a Firenze nel corso di «Buy Tourism Online», il convegno sul futuro del turismo in Rete. La crisi ha colpito duro ma non sembra aver intaccato la voglia di viaggiare degli italiani. «C’è stata una contrazione generale del settore – ammette Andrea Cinosi, presidente di Assolowcost – ma la domanda non è calata. Se mai, sono cambiate le modalità di andare in vacanza: si sono ridotti i viaggi all’estero, si prediligono vacanze più brevi e ”no-frills”, cioè più spartane e prenotate direttamente sul web», mentre le agenzie tradizionali si sono ormai specializzate nella consulenza e nei viaggi più lunghi e complicati. «Oggi il cliente è più informato ed esigente – spiega Daniel John Winteler, presidente e amministratore delegato di Alpitour World ”. Il problema è saper interpretare le sue esigenze e rendere l’offerta sempre più flessibile, anche tramite il web. Poi il passaparola sui social network fa il resto». Il nuovo portale alpitourworld.com offre all’internauta la possibilità di scegliere tra 350 mila combinazioni di viaggio: pacchetti tutto compreso, solo volo o pernottamento. A volte la crisi può rappresentare persino un’opportunità, come svela Fabio Cannavale, fondatore di Volagratis.it: «In tempo di recessione, prenotare un volo in anticipo consente di risparmiare. A fronte di un calo dell’8,7% dei biglietti emessi dalle agenzie classiche, quelle online hanno segnato una crescita del 14% e Volagratis addirittura del 69,5%». «E poi – aggiunge Cannavale – noi offriamo un’assistenza al cliente con un call center che risponde 24 ore su 24». Peccato che la telefonata costi carissima, come del resto tutti gli optional dell’universo low-cost: 1,8 euro al minuto più scatto alla risposta. Più o meno come una chiamata a un cellulare alle Bahamas.