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 2009  ottobre 13 Martedì calendario

BROWN VUOL VENDERE IL TUNNEL DELLA MANICA


E dire che aveva appena cominciato a fruttare. Il tunnel sotto la Manica, la maxiopera che dopo 13 anni di problemi finanziari aveva registrato il primo utile della sua storia alla fine del 2007, verrà messo in vendita dal governo britannico per compensare il debito gonfiato dalla crisi. L’annuncio del premier Gordon Brown alla ripresa dei lavori del Parlamento sospeso dalla pausa estiva segna un punto a favore dei laburisti nella partita che li contrappone ai conservatori per il titolo di salvatori economici della patria, lasciapassare ambitissimo per le prossime elezioni.
Insieme alla ferrovia sottomarina di 49,7 chilometri che collega Londra, Parigi, Bruxelles, l’esecutivo del Regno Unito si prepara a cedere entro il 2011 ponti, centri ricreativi, una società di scommesse, beni pubblici per un un totale 3 miliardi di sterline a cui vanno aggiunti i gioielli di famiglia delle amministrazioni locali stimati 13 miliardi di sterline. Un saldo che potrebbe far veleggiare la ragioneria dello Stato verso il traguardo di 16 miliardi di sterline d’incasso, 17,2 miliardi di euro.
Budget fuori controllo
«Questa operazione ci aiuterà a ridurre i disavanzi senza effettuare tagli sui servizi pubblici di base» spiega il ministro del business Peter Mandelson a Sky News. E pazienza se, tradotta in soldoni, la manovra significa un’ondata di privatizzazioni da far invidia ai thatcheriani anni ’80. Roba da ricordare il film di Ken Loach sulla «svendita» delle ferrovie britanniche «Paul, Mick e gli altri». La recessione non arretra e chiede il pugno di ferro.
Downing Street è con l’acqua alla gola. Il debito pubblico cresce alla velocità del malcontento popolare e il prossimo anno raggiungerà quota 175 miliardi di sterline, il 12% del prodotto interno lordo. Non sarà la preoccupazione principale dell’infelix Regno Unito che, secondo uno studio del sito di ricerche uSwitch, denuncia la peggior qualità della vita d’Europa. Ma lo è certamente per il primo ministro che nell’estrema lotta per la sopravvivenza ha deciso di mettere mano al patrimonio.
Secondo i giornali britannici, che citano fonti interne all’esecutivo, i potenziali offerenti avranno di fronte un piatto decisamente ricco. Il tunnel di Dartfor, la galleria di collegamento che passa sotto il Tamigi. Il 33% dell’Urenco, il consorzio europeo che fornisce materiali per l’arricchimento dell’uranio. La società di scommesse Tote di cui il governo aveva già cercato di sbarazzarsi senza riuscire a ottenere un’offerta soddisfacente. La Student Loan Company, la società che eroga i prestiti d’onore agli studenti. Tutto pur di risanare il deficit che, a detta del quotidiano The Independent, è «il principale terreno di scontro» delle elezioni prossime venture.
Opposizione scatenata
L’opposizione si prepara a dare battaglia. Nel mirino c’è la fretta di far cassa a tutti i costi. Privatizzare è sensato, concede il liberaldemocratico Vincent Cable, ministro-ombra del Tesoro. Ma senza eccedere: «Visto l’andamento del mercato, disfarsi ora grandi appezzamenti di terreno sarebbe francamente strampalato». Il leader Tory Cameron è assai meno diplomatico: «Questo è il primo ministro che ha venduto le nostre riserve auree quando, se avesse aspettato un po’, avrebbe potuto ottenere quattro volte tanto». E non basta che Mandelson si affretti a tranquillizzare la Bbc: «Non siamo idioti, non venderemo ai prezzi più bassi del ciclo». La partita è aperta e i giocatori rilanciano. Il problema è che si parla di 2 anni, ma gli inglesi voteranno tra sei mesi.