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 2009  ottobre 12 Lunedì calendario

CIOCCOLATO – VOCE ARANCIO


«Il cioccolato ha mille pregi: consola i fallimenti, i tradimenti, le ingiurie della vita, le malinconie per le passioni perdute e per quelle mai avute» (Giuseppe Mazzini).

Oggi, a Parigi, inizia il World Chocolate Masters, concorso di cioccolateria a livello internazionale (fino al 16 ottobre). Ernst Kham, cioccolatiere tedesco trapiantato a Milano, rappresenterà l’Italia.

Venerdì, a Perugia, si aprirà la sedicesima edizione di Eurochocolate (fino al 25 ottobre). Durante la scorsa edizione, 65mila persone girarono per il centro città con in testa le corna della Milka.

In Italia esiste una ”Chocolate Valley”, tra Pisa, Pistoia e Prato. Qui lavorano maestri cioccolatieri conosciuti in tutto il mondo. Paul De Bondt è stato premiato come Miglior Cioccolatiere Italiano 2009 dalla Compagnia del Cioccolato e inserito dalla guida ”The Chocolate Companion” tra i 15 migliori cioccolatieri al mondo. George W. Bush, invece, è goloso dell’extra fondente e delle praliné di Amedei, l’azienda di Pontedera che, anche quest’anno, si è aggiudica il Golden Bean 2009 (una sorta di oscar internazionale della cioccolateria). Il regista italo-americano Francis Ford Coppola adora i suoi napolitaines.

Golosi di cioccolato: Nicolas Sarkozy, Michelle Pfeiffer, Jackie Collins, Umberto Veronesi, Elisabetta Canalis, Aida Yespica, Edelfa Chiara Masciotta, Cesare Lanza, Nina Senicar, Arturo Brachetti, Amanda Lear, Emma Marcegaglia, Roberto Bolle, Mara Venier. Lo preferiscono fondente: William d’Inghilterra, Vanessa Incontrada, Andrea De Carlo, John Travolta, Sharon Stone.

Criollo, Trinitario e Forastero sono le tre principali varietà di cacao. Il Criollo è quello più pregiato e ha una produzione mondiale limitata: solo lo 0,001%. Il Forastero è un cacao meno pregiato e più comune (85% della produzione). Il Trinitario è un incrocio tra il Criollo e il Forastero. Fine e di grande resa, copre il 10-15% della produzione mondiale.

La maggior parte del cacao proviene dall’Africa (80%). Si tratta principalmente del «forastero» che spesso poi finisce nelle nostre merendine. L’America Latina, produttrice di cacao più pregiato, rappresenta solo il 12% della produzione mondiale. Il sud-est asiatico il 18%. Sei multinazionali controllano l’80% circa del mercato del cioccolato. Di queste, tre sono americane, Hershey, Mars, Philip Morris e tre europee: Nestlè (Svizzera), Cadbury-Schweppes (Uk) e Ferrero (Italia).

Lo scorso anno, il presidente Hugo Chávez promise di nazionalizzare il Venezuelan Black, il miglior cioccolato al mondo. «Non possiamo continuare a esportarlo, dobbiamo industrializzarlo». I veri profitti, infatti, arrivano dalla trasformazione della materia prima in cioccolato, più che dalla vendita dei raccolti. «Si portano in Europa il cacao, prodotto del sudore e della cultura dei nostri coltivatori, e lo trasformano in squisito cioccolato. Tutto ciò deve cambiare, perché il cacao è come il petrolio».

I cru sono cioccolati fatti con cacao monorigine e hanno una percentuale di cacao al 95-100%. Tra le varietà di cru: il Madagascar, il Ghana, il Trinidad, l’Equador, il Jamaica, l’Esmeraldas, il Rio Caribe Superior e il Sumatra. Nel cioccolato fondente la percentuale di cacao non è inferiore al 45% e arriva fino al 75, 80, 90, persino 100% (Amedei, Domori, DeBondt,…). Al latte contiene zucchero, latte e una quantità di cacao intorno al 20-25%. Il cioccolato bianco non contiene cacao, ma solo burro di cacao (almeno il 20%). Un etto di cioccolato fondente contiene circa 520 calorie, al latte 550, bianco 600.

Le Whiff è un inalatore di aroma di cacao a zero calorie. Disponibile in tre profumazioni (fondente, menta, lampone), racchiude al suo interno particelle di cacao da annusare. Il pacchetto da tre pezzi costa 6 euro.

«Il cioccolato mi piace così tanto che non lo mangio, perché altrimenti mi ricordo di quanto è buono e ne mangio tutti i giorni» (Jodie Foster).

Un buon cioccolato fondente deve avere la superficie liscia e lucente, spezzarsi con uno schiocco e senza sbriciolarsi, non deve avere bollicine interne o differenze di colori, non deve avere cristalli di zucchero sulla superficie e sciogliersi rapidamente in bocca, senza impastarsi. Le migliori qualità non sono mai nere, ma mogano scuro tendente al rossastro.

Il cioccolato di Modica è un’eccezione: non è lucido, ha un aspetto granuloso e non ha un colore uniforme. Seguendo l’antica tecnica azteca, la lavorazione del cioccolato, fatta a freddo, impedisce ai cristalli di zucchero di sciogliersi.

«Il cioccolato è il dono più straordinario per le donne che sia mai stato creato, subito dopo tipi come Paul Newman e Gene Kelly» (Sandra Bullock).

In una tomba Maya di Copan, in Honduras, è stato trovato il pezzo di cioccolato più antico al mondo (1500 anni). I primi a coltivare la pianta del cacao, il «theobroma cacao» (dal greco «theos», dio, e «broma», cibo) furono infatti i Maya, seguiti dagli Aztechi. Senza zucchero, aromatizzata con pepe, peperoncino, vaniglia e altre spezie, la xocoàtl era una bevanda riservata ai nobili. Si racconta che Montezuma ne bevesse fino a cinquanta calici al giorno. ”Il cibo degli dei” venne importato in Europa, all’inizio del ”500, da Hernán Cortés, che mandò delle fave di cacao all’imperatore Carlo V di Spagna. Da lì la cioccolata si diffuse in Francia e in tutte le altre corti europee. Emanuele Filiberto I di Savoia, dopo averla assaggiata alla corte spagnola, la portò in Piemonte. Bere cioccolata divenne di moda e nel 1659, a Parigi, aprì la prima bottega del cioccolato. Nel 1778, a Torino, il piemontese Doret, produceva 350 chili al giorno di cioccolato grazie alla macchina idraulica da lui inventata. A fine Settecento lo zucchero sostituì il miele e all’inizio dell’800, lo svizzero Francois Cailler creò la prima tavoletta di cioccolato. La prima tavoletta italiana, la Scorza della Majani, è invece del 1832.

Da Selfridge, a Londra, è in vendita la barretta più costosa al mondo: la Wispa Gold (limited edition) della Cadbury. Finissimo cioccolato al caramello ricoperto da una foglia d’oro commestibile. Costo: 961.48 sterline.

Nel 2007 l’industria dolciaria italiana ha prodotto 93.100 tonnellate di cioccolatini, 54.350 tonnellate di creme da spalmare, 52.000 tonnellate di snack al cioccolato, 43. 850 tonnellate di tavolette, 4.100 tonnellate di cacao in polvere. Nel 2008, il comparto cioccolato (tavolette, uova, creme, etc..) ha sfiorato complessivamente una produzione di 263.700 tonnellate (182.610 esportate), per un giro d’affari di 3.025 milioni di euro (dati AIDI). Anche nel primo semestre 2009, nonostante la crisi, le vendite di cioccolato sono andate bene. Secondo il rapporto ”Consumi e distribuzione” di Coop, la vendita di tavolette di cioccolato, è aumentata del 12%. Anche i prezzi sono aumentati. Il costo delle barrette ha registrato un + 7%. (Bollettino Centro studi Unioncamere). Secondo Chocosuisse, in Svizzera, a fronte di un + 2% di produzione (184.949 tonnellate contro le 181.266 del 2007) si è registrato un aumento del giro d’affari del 9,3% (1.818 franchi contro i 1.662 del 2007). Una sproporzione determinata in parte dal rincaro della materia prima. Per alcuni economisti statunitensi esiste una stretta correlazione fra il prezzo del cacao e il tasso di disoccupazione: più alta è la disoccupazione, più alto il prezzo del cacao, indice di una domanda maggiore.

«Mi piace il cioccolato fondente, semiamaro, preferibilmente svizzero. una delle grandi ragioni per essere vivi» (Anjelica Huston).

I paesi che apprezzano maggiormente il cioccolato italiano sono Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Belgio, Lussemburgo e i prodotti più richiesti sono i cioccolatini e le creme da spalmare.

Le varietà più diffuse di cioccolatini: algerini, alpini, arabelle, baci, banana, boeri, brasiliani, conchiglie, cremini, diablottini, dimmi di sì, dragé, gianduiotti, grappini, moka, mozartkugeln, noci, praline, rocher, scorzette, tartufi, tre re. La Giraudi di Castellazzo Bormida produce anche cioccolatini al formaggio: al gorgonzola, al parmigiano reggiano, alla toma ossolana e al piacintinu di Enna. Ne esistono anche di ”griffati”: i Versace allo champagne, gli Armani allo zafferano e i Bulgari al tartufo di Alba.

I più copiati sono i prodotti Ferrero. In Cina, la Montresor-Zhanjiagang ha messo in commercio i «Tresor Dor», praline praticamente identiche ai Rocher. Ferrero le ha fatto causa e ha vinto. Anche in Russia ci hanno provato. Una ditta moscovita ha ”pensato” una pralina bianca ricoperta di cocco e ripiena di mandorla, del tutto simile al ”Raffaello”. Ferrero l’ha portata in tribunale e ha avuto di nuovo la meglio. Alcuni contenziosi sono ancora aperti in Turchia.

«Lasci perdere: funziona solo a Pasqua» qualcuno disse a Michele Ferrero quando, nel lontano 1974, propose l’idea degli ovetti Kinder. Oggi, con i Kinder Sorpresa prodotti in un giorno e mezzo, si potrebbe ricoprire tutta piazza San Carlo, a Torino.

«Se fossi un cioccolatino sarei un Raffaello, perché è diverso dagli altri, di cioccolato bianco, e dentro un cuore morbido. Come me. All’apparenza posso sembrare forte, mentre interiormente sono davvero molto dolce» (Manuela Arcuri).

Le mucche degli spot Milka (da ”milch”, latte e "kacao", cacao) esistono davvero: sono custodite in un alpeggio svizzero e, all’occorrenza, vengono dipinte di lilla.

Alcune scene del film Lezioni di Cioccolato sono state girate alla Scuola del Cioccolato Perugina. Tra i corsi: ”Master tutto latte” o ”Tutto fondente”, ”Sinfonie a due” (per coppie), ”Dillo con un bacio” (per ricreare il mitico cioccolatino), ”Lezioni di Cioccolato” (per preparare i cioccolatini del film). A Perugia c’è anche il primo hotel interamente dedicato al cioccolato, l’Etruscan Chocotel. Tre stelle, tre piani battezzati ”al latte”, ”gianduja” e ”fondente”, cioccolateria all’ingresso, Chocomenù e portachiavi delle camere con bon bon al cacao.

Il re Mohamed VI del Marocco omaggiò George W. Bush di alcuni Baci Perugina. Ogni anno, nel mondo, se ne vendono 300 milioni. A partire dal 14 febbraio 2010, al loro interno non ci saranno più i bigliettini con le classiche massime poetiche sull’amore, bensì frasi sentimentali d’ispirazione internettiana. Ad avere l’idea lo scrittore Federico Moccia, che scriverà alcune frasi e ne selezionerà altre inviate via e-mail dagli internauti.

«Se invece di buttarle via, qualche volta si leggessero le carte dei cioccolatini, si eviterebbero molte illusioni» (Marcello Mastroianni).

Appena si sveglia Maddalena Corvaglia fa colazione con due stecche di cioccolato: «Il cioccolato attiva la mente».

Il cioccolato contiene circa trecentottanta sostanze note. La serotonina migliora l’umore. La teobromina è un leggero eccitante. La feniletilamina alza la pressione e i battiti cardiaci (fino a 140 battiti al minuto). L’anandamide dà una sensazione di benessere, con effetti simili a quelli della marijuana. I flavonoidi agiscono come antiossidanti e contribuiscono al buon funzionamento dell’apparato cardiovascolare. Anche le diete più rigide ammettono un pezzetto di cioccolato al giorno. Acne, carie ed emicrania non dipendono dal consumo di cioccolato.

La Sachertorte è la torta al cioccolato più famosa d’Europa. Fu inventata nel 1832 da Franz Sacher per soddisfare i gusti difficili del cancelliere austriaco Metternich. I biscotti al cioccolato sono stati inventati da Ruth Graves Wakefield, proprietaria di una locanda nel Massachusetts. Accortasi di aver dimenticato il cacao dal droghiere, aggiunse alla pastella una barretta spezzettata della Nestlé. Il cioccolato, anziché fondersi, mantenne una consistenza morbida. I biscotti di Ruth divennero subito popolari. «Una torta al cioccolato è il massimo, mentre i biscotti mi lasciano tiepido» (George Clooney).

La casa produttrice di cioccolato Meiji Seka ha dedicato una statua di cioccolato a David Beckham: alta 3 metri, è stata costruita utilizzando 3.000 barrette di cioccolato. Anche Antonio Cassano e Diego Milito hanno avuto la loro: cinque quintali di cioccolato a loro immagine. Una fan svizzera ha fatto realizzare una scultura in cioccolato massiccio di Tiziano Ferro, quasi a grandezza naturale. «Me l´ha fatta consegnare in hotel. La cosa più scioccante è stata dovermi sbriciolare e spaccarmi la faccia. Mi ha fatto sentire privilegiato e amato».

Secondo Murray Langham, psicoterapeuta neozelandese ed ex chef, il modo in cui una persona scarta un cioccolatino rivela il suo rapporto con il sesso. Chi spiegazza la stagnola e la getta via senza neanche guardarla «ha troppi pensieri per la testa e a letto non riesce a concentrarsi», chi la strappa considera il sesso una sfida con se stesso. Lisciarla con un unghia o una moneta significa amare i preliminari, appallottolarla, invece, indica «bisogno di novità». Anche dalla scelta del ripieno emergono tratti della personalità. Gli amanti del cioccolato alla fragola sono «romantici e affettuosi», chi preferisce la ciliegia è «passionale, pieno di energia». I bastoncini di arancia candita ricoperti di cioccolato simboleggiano «un trauma non superato».

«Con lo zucchero e i dolci ho un rapporto intenso come documenta la mia stazza robusta. Ma non arrivo all’eccesso di affermare che il cioccolato sia meglio del sesso» (Irene Fornaciari). «Meglio del sesso c’è una sola cosa: il sesso con il cioccolato sopra» (Catherine Zeta-Jones).

«Il mio sogno erotico ricorrente è fare sesso in una vasca da bagno colma di cioccolato caldo fuso. Consiglio a tutti di provare…» (Michelle Hunziker).

I prossimi appuntamenti dedicate al cioccolato? "Cioccolato a Melzo" (17- 18 ottobre 2009, a Melzo, Mi); il ChocoTitano (24-25 ottobre, a San Marino); Chocovillage (29 ottobre-1 novembre, a Lanciano, CH), Cioccoshow (18-22 novembre, Bologna); Showcolate (4-8 dicembre, Napoli). Per chi non vuole farsi trovare impreparato, Chococlub organizza a Roma un corso per degustatore di cioccolato (1° e 2° livello) il 7- e l’ 8 novembre.

«La vita è come una scatola di cioccolatini non sai mai quello che ti capita...» (Forrest Gump).