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 2009  ottobre 12 Lunedì calendario

Ballmer, sì alle news a pagamento - Il ceo di Microsoft a Milano per presentare le novità. La pubblicità? Non sarà più la stessa - Devono decidere gli editori, come per tutti i contenuti - Ci sono i blog, c’è Wikipedia, ci sono milioni di siti web che danno informazioni gratis

Ballmer, sì alle news a pagamento - Il ceo di Microsoft a Milano per presentare le novità. La pubblicità? Non sarà più la stessa - Devono decidere gli editori, come per tutti i contenuti - Ci sono i blog, c’è Wikipedia, ci sono milioni di siti web che danno informazioni gratis. Ma l’informazione professionale, quella prodotta dagli editori, può essere tranquillamente fatta pagare: la decisione è soltanto di chi produce le notizie, così come qualsiasi altro tipo di contenuti che vanno su internet. Steve Ballmer, ceo di Microsoft, non vuole e non può sostenere la gratuità o meno di ciò che viene messo in rete, perché l’ultima parola spetta a chi vi investe e deve averne un ritorno economico. A Milano per presentare le novità del gigante del software, tappa di un tour nei maggiori paesi europei, Ballmer si sofferma anche su uno dei temi più caldi di questi periodo, che vede contrapposti editori di tutto il mondo contro la politica del gratis online a tutti i costi, e spesso contro il motore di ricerca Google. «I produttori di contenuti», ha detto il ceo rispondendo a una domanda sui problemi del diritto d’autore durante un incontro con i top manager delle aziende, «devono avere il diritto di controllare di ciò che fanno. Se tu fai qualcosa devi poter decidere chi lo usa, quanto deve pagare: se darlo gratis, farlo pagare 99 centesimi, accompagnarlo alla pubblicità... Il nostro ruolo è fornire strumenti per creare i contenuti e proteggerli come desidera chi li crea». E lo stesso identico discorso vale per gli editori, che investono per produrre informazione. Ballmer ricorda come esistano fonti come i blog o Wikipedia in cui un certo tipo di informazione viene distribuita gratis, ma la produzione professionale è un altro conto: «Gli editori, se vogliono, possono far pagare l’informazione, e non soltanto dalla pubblicità». Cosa che può riuscire con azione comune e portando agli utenti valore aggiunto. La posizione di Ballmer non sorprende. Microsoft è ancora soprattutto un gigante del software, settore che la pirateria o l’avvento del gratis non hanno risparmiato. Il motivo lo spiega lui stesso: «Anche il software ha sofferto dei medesimi problemi dell’informazione. C’è il software gratuito e quello a pagamento. Noi abbiamo pure una parte gratuita, il resto si paga». Già nella sua visita in Francia, Ballmer aveva avuto modo di parlare della questione della digitalizzazione dei libri da parte di Google, questione aperta davanti al dipartimento di giustizia americano. In quell’occasione, il ceo aveva sottolineato come Microsoft abbia già investito milioni di dollari sulla digitalizzazione, uno strumento che consente di arricchire il mondo, ma che per il momento si è limitata ai volumi ormai liberi dal diritto d’autore. Per gli altri è meglio chiarire prima le modalità di accordo possibili con gli autori e gli editori, in modo da evitare le questioni sollevate con Google. E ieri Ballmer ha sottolineato come l’accordo fra il motore e gli autori ed editori non sia equo per molti di questi ultimi. A proposito di e-book, Microsoft non ha in progetto di costruire un proprio lettore come il sempre più diffuso Kindle di Amazon, semmai vorrebbe lavorare proprio con quest’ultima e altre società del settore per portare i loro e-book nel lettore più diffuso al mondo, il pc. Tornando all’incontro italiano, Ballmer ha parlato della propria visione del futuro, oltre che ovviamente di quella di Microsoft. La pubblicità, innanzitutto, non sarà più alla stessa percentuale di pil attuale o di dieci anni fa. Questo perché il marketing potrà usare molti altri strumenti che l’interattività e il mondo sempre più digitalizzato mettono a disposizione. Nella visione di Microsoft tv, pc, cellulare saranno solo modi diversi con cui le persone avranno accesso all’intera vita digitale, poco importa dove si trovano in quel momento. E l’accesso sarà semplicissimo, basterà dire al televisore «fammi vedere la partita» anziché perdersi fra telecomandi, canali, guide programmi. Oppure basterà un semplice gesto. Si capisce, allora, come la comunicazione dovrà essere rilevante per il consumatore, tagliata su misura e dovrà approfittare della maggiore interattività possibile. Il proprio sito, per esempio, può essere un punto di partenza, peccato che spesso si investa più da altre parti che in questo. Ballmer durante la giornata ha presentato il Windows phone lanciato con Samsung e Armani (si veda l’articolo in pagina), il nuovo sistema operativo Windows 7 («più semplice, rapido e con tante novità») e ai top manager ha dato la propria e-mail nel caso avessero ancora domande: «I computer fanno spam», ha detto, «i clienti no».