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 2009  ottobre 12 Lunedì calendario

UNA VOCALE RIPORTA LA PACE TRA MASSA E CARRARA


Tutta colpa di un trattino. Di quel trattino che da oltre sessant’anni si è insinuato tra Massa e Carrara. Carrara ne ha sofferto e continua a sentirsi svilita, perché a Massa va tutta l’attenzione di chi legge, che finisce per convincersi che la città del marmo sia un’appendice della prima.
Certo, se invece di quel trattino galeotto ci fosse una «e», tutto cambierebbe. La pace tra i due comuni rifiorirebbe, gli animi si distenderebbero. Perché la «e» metterebbe i due comuni sullo stesso piano, restituendo pari dignità a Carrara, che è capoluogo di provincia così come lo è Massa.
Non sembri una questione di lana caprina. Perché a questo progetto – neanche si trattasse di unire Sicilia e Calabria con un ponte – ci si lavora da tempo. Si è tentato in ambito regionale. Niente. Se ne è occupato il Parlamento nella passata legislatura. Un insuccesso.
Lo scorso gennaio il consiglio provinciale di Massa-Carrara ha delegato il presidente della provincia a riprovarci e farsi portavoce di quest’annosa esigenza. Anche perché si tratta di ristabilire una realtà storica. Correva l’anno 1859 e il dittatore delle province modenesi e parmensi, nonché governatore delle Romagne, divise il territorio dell’allora Emilia in province, circondari, mandamenti e comuni. Massa e Carrara (con la «e») rappresentavano una provincia.
Il fascismo nel 1938 decise di fondere Massa, Carrara e Montignoso in un solo comune, che chiamò Apuania. Nel 1946 si fece dietrofront e con il decreto legislativo luogotenenziale n. 48 si ristabilì la provincia di MassaCarrara. in quella circostanza che compare il trattino. Ingenua dimenticanza o furbesco piano per lasciar fuori la «e» dalla nuova denominazione? Se lo chiede Isabella Bertolini ( Pdl) ,che ha presentato un disegno di legge per recuperare «con la massima urgenza» il vecchio nome, correggendo il decreto del ’46. Martedì scorso la commissione Affari costituzionali della Camera ha iniziato l’esame della proposta. L’opposizione ha espresso il proprio disappunto: ci sono questioni più urgenti di cui occuparsi.
Ma sul futuro di quella «e» c’è un altro problema. Il decreto luogotenenziale n. 48 figura tra i provvedimenti che il 16 dicembre prossimo, in forza del taglia-leggi, saranno cancellati. Dunque, seppure la tanto agognata riforma dovesse arrivare in porto, introdurrebbe la «e» in un testo destinato a scomparire.
Quel dannato trattino ne sa una più del diavolo.