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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

ENNIO MORRICONE «PER UN PUGNO DI NOTE DO LA MIA ANIMA AI FILM»


La musica può essere gioia e delizia per chi l’ascolta. Ma per chi la scrive è fatica. Il compositore ha un’idea iniziale che puòessere poco più che nulla, poi la elabora nella sua mente, poi scrive e cancella e butta via. E dopo ricomincia daccapo. La musica non nasce in maniera romantica, guardando il cielo e catturando l’ispirazione: la musica è un lavoro faticoso. Anche se, a volte, è vero che basta sedersi al piano per improvvisare: Chopin aveva sedotto un sacco di donne in questo modo». La fatica e la sofferenza creativa di Ennio Morricone, 81 anni, hanno attraversato oltre 50 anni di musica e hanno dato vita a più di 400 colonne sonore di film e a un centinaio di composizioni «pura». Allievo di Petrassi al Conservatorio di Roma, Morricone scrive il suo primo tema da film per Il Federale, di Luciano Salce, con Ugo Tognazzi. Era il 1961. Nel ”64, poi, incomincia il sodalizio con Sergio Leone che gli darà successo e notorietà a livello mondiale: 27 dischi d’oro, 7 di platino, 5 nominations all’Oscar, 3 Golden Globe, un Grammy, un European Film Award, il Leone d’oro, l’Oscar alla Carriera, e quest’anno la Legione d’Onore e l’ingresso nelle musiche eterne del Grammy Hall of Fame con il tema de Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo. Maestro, per un compositore quali sono i margini di autonomia dalle scelte del regista? «Il regista è l’autore del film e le sue scelte sono risolutive. Ma questo non vuol dire che il compositore sia uno schiavo. Tutto dipende dalla sua dignità artistica e dalla sua capacità: gli stilemi compositivi devono sempre venire fuori, è come un’analisi grafologica: la calligrafia non cambia quando si scrive; e, così, lo stile di un compositore esprime sempre la sua personalità». La musica può essere indipendente dalle immagini del film? «Ho considerato certi film cui era stata applicata una musica preesistente (Mahler in Morte a Venezia, Bruckner in Senso) e mi sono chiesto se fosse giusto scrivere delle musiche che avessero da sole una ragione di esistenza. Sono giunto alla conclusione che il compositore debba applicarsi al cinema,mache la musicapuò essere preesistente al film stesso. Cinema e musica hanno una qualità identica che è la temporalità: se vogliamo dare un parere su un film dobbiamo aspettare che finisca e lo stesso vale per la musica, che sia di Beethoven o di Mozart. Questo vuol dire che la durata dell’evento sonoro applicato al film deve essere della stessa qualità temporale di quest’ultimo. Seun regista chiede un pezzo di 20 secondi, si può essere certi che non funzionerà. Leone è stato fra i primi a intuire la forza di questa implicita qualità fra il cinema e la musica. E mi ha sempre invitato a scrivere dei pezzi con un inizio e una conclusione logica, cioè con un senso compiuto. Perciò, i miei pezzi hanno funzionato di più con i film di Leone che con quelli di altri registi. Anche con Tornatore ho un rapporto di collaborazione che ormai dura da 20 anni e che ci ha unito in 8 film, fino a Baarìa». Pontecorvoèstato l’unico registache abbia mai firmato con lei le musiche di un film. Com’è accaduto? «Quando mi chiamò per La Battaglia di Algeri, mi disse che lui aveva già il contratto con il produttore per scrivere le musiche del film. Forse era una scusa. Però, già per i suoi documentari, prima di Kapò, Pontecorvo aveva fatto scrivere ad altri le musiche che lui aveva registrato fischiettando. E con questo sistema avevamo cercato i temi del film. Non eravamo mai d’accordo, ma alla fine trovammo il tema che, in verità, era mio, come del resto l’orchestrazione. Però Gillo mi diede un importante suggerimento, inventandosi una specie di canto ”ostinato” su cui composi diverse variazioni. Il tema era una specie di musica nord-africana che nel film compare quandoAlì viene catturato. Poche battute ripetute che possono durare sei mesi oppure un solo minuto. Da questa idea di base ho costruito gran parte delle musiche. Perciò, la sua collaborazione c’è stata enon così dilettantesca. Da lì, ho imparato l’uso del minimalismo. Dopo La Battaglia di Algeri, hofatto molti film usando solamente 3 suoni, invece dei 10-12 che utilizzavo prima. E questo ha comportato alcuni vantaggi: più libertà, più precisione di scrittura e, soprattutto, una maggiore capacità di percezione per ill pubblico. Anche in Mission c’è un tema che è su tre suoni». Perchéharifiutato dicomporrelamusica del nuovo film di Tarantino? «Con Tarantino avrei lavorato volentieri, anche se nei suoi primi film ha messo musica mia senza consultarmi, ma limitandosi a comprarla. Quando mi ha chiamato per propormi la colonna sonora di Bastardi senza gloria, mi ha dato margini di tempo strettissimi. Ma io stavo lavorando alle musiche di Baarìa e non c’era alcuna possibilità di dedicarmi a un altro lavoro. Gli ho risposto di no, ma non ho rifiutato». Per molti registi la sua musica ha una veste sacrale. « vero, hanno ragione. Di recente, hoscritto unpezzo che nessuno conosce e che ho intitolato Gerusalemme. Mi sono basato su un testo breve del Vangelo, quindi cristiano, un altro dell’Antico Testamento, perciò ebraico, e uno brevissimo del Corano, quindi musulmano: sono tre distici che riguardano La Pace. la mia ”Musica per la Pace”». Gruppi come i Metallica e i Ramones eseguivano un suo brano prima dei concerti; Springsteen, spesso, prima delle sue performances, trasmette una sua incisione originale... «Sono contento che questi giovani amino la mia musica. Ci mancherebbe. Non sono contrario alle contaminazioni, purché la mescolanza di stili porti a esecuzioni buone e chiare. John Zorn, bravissimo sassofonista americano, ha fatto un paio di dischi con dei miei pezzi e li ha intitolati a me.Quandol’ho incontrato, sono stato molto franco: ”Della mia musica ci sono i titoli e nient’altro. Non mi riconosco per niente in quello che hai fatto” ».