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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

«Se mi dichiaro poi verrete a controllare?»- MILANO – Il «regime della riservatezza» vale anche per i redditi delle attività rimpatriate, realizzati dopo lo scu­do? Le operazioni su un conto scudato «vanno segnalate nel modello 770»? E sono «escluse dalle indagini finanziarie»? Sono le domande, e le paure, di chi guarda allo scudo con interesse, perché ha nascosto qualcosa all’estero, ma prima di «riemergere» in senso tributa­rio vuole avere la certezza di non rimetterci

«Se mi dichiaro poi verrete a controllare?»- MILANO – Il «regime della riservatezza» vale anche per i redditi delle attività rimpatriate, realizzati dopo lo scu­do? Le operazioni su un conto scudato «vanno segnalate nel modello 770»? E sono «escluse dalle indagini finanziarie»? Sono le domande, e le paure, di chi guarda allo scudo con interesse, perché ha nascosto qualcosa all’estero, ma prima di «riemergere» in senso tributa­rio vuole avere la certezza di non rimetterci. I quesiti, rivolti diret­tamente al Fisco sul forum onli­ne dell’Agenzia delle Entrate, so­no firmati Ale, Magnolia o DR72: «nom de plume» dietro i quali possono nascondersi imprendi­tori, finanzieri, intermediari. Co­me quello che sta gestendo «il rimpatrio di attività detenute in Svizzera per conto di un clien­te », che ha chiesto di poter rego­lare in contanti la somma da ver­sare allo Stato (80 mila euro, per un capitale complessivo di un milione e seicentomila euro), mantenendo sostanzialmente in­variati i capitali ’traslocati’ per evitare minusvalenze da cessio­ne. La domanda: è possibile, non crea problemi? E «un cittadino italiano che possiede immobili sfitti in Fran­cia », dove paga le tasse, si chie­de se è già in regola o deve inve­ce ricorrere allo scudo fiscale. Che cosa deve fare, poi, chi pos­siede un piccolo appartamento in Cina? Ma, ora che lo scudo abbrac­cia anche il falso in bilancio, il nocciolo della sanatoria potreb­be riguardare le fatture fittizie più che il mattone. Il classico esempio, racconta Guglielmo Maisto, docente di diritto tribu­tario della Cattolica, potrebbe es­sere l’imprenditore socio unico (o con la moglie) di una piccola o media azienda industriale del Nord che per anni ha pagato fat­ture false emesse da una «scato­la » estera. La liquidità veniva poi trasferita su un conto perso­nale, sempre rigorosamente ol­tre confine, evadendo quindi le imposte sugli utili d’impresa. Ora per il socio è possibile rimpatriare pagando il 5%, decisamente meno delle norma­li aliquote sui redditi aziendali. Ma, secondo alcuni esperti, la società potrebbe comunque correre il rischio di inciam­pare in successivi accertamenti tributari.