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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

PRESTARE SOLDI ALLO STATO NON CONVIENE PIU’


Pagare per investire. Possibile? Da quando il rendimento dei Bot trimestrali è andato sottozero, sì. successo il 10 settembre: visto che i Buoni ordinari del Tesoro hanno sfiorato tassi prossimi allo zero, il risparmiatore è andato ”in rosso” pagando commissioni bancarie e tasse. Strano a dirsi, ma i conti sono presto fatti: se il rendimento lordo sui Bot trimestrali è dello 0,386% ma bisogna pagare lo scotto alla banca di riferimento per l’operazione e aggiungerci un 12,5% di prelievo fiscale, il guadagno è negativo, in perdita insomma. Meno 0,08 per cento. Così avvertiva Assiom, l’associazione degli operatori di mercato, che ha ”dato i numeri” applicando la massima commissione possibile al calcolo. Una possibilità che fino ad ora era rimasta solo sulla carta ma che, dopo una lunga discesa del rendimento, si è purtroppo verificata facendo la doccia fredda ai ”Bot people”: la folla di risparmiatori - famiglie con un tesoretto di risparmi o con la liquidazione pensionistica - che per proteggere i propri risparmi, da sempre, sceglie strumenti d’investimento super affidabili e a breve termine come i Buoni ordinari del Tesoro. Stesso discorso vale per i titoli annuali, che non scendono sotto lo zero ma che garantiscono un ritorno molto basso, quasi nullo. Perché se si impegnano 10mila euro, calcolando il prelievo fiscale al rendimento lordo di 0,741% e considerando il prezzo di aggiudicazione di 99,254, il risultato netto è solo dello 0,65%. E se a questo si sottraggono le commissioni bancarie si scende allo 0,35 per cento. Insomma, per i nostri 10mila euro investiti inizialmente, il netto è di 35 euro. E pensare che nel 1983 i titoli di Stato più corteggiati dagli italiani, rendevano il 18,62 per cento. L’inflazione cresceva esponenzialmente, c’era scarsa liquidità sui mercati. Ma la tranquillità per i risparmiatori era assicurata.

I Bot, quindi, rimangono anche oggi in assoluto lo strumento più semplice di investimento, peccato che prestare soldi al Tesoro non offra un rendimento sicuro come una volta. Anzi. Anche perché il decreto ministeriale che regola le commissioni si è attestato su livelli vecchi, mentre i tassi di mercato sono crollati. Che fare? Lo stesso paradosso si è verificato in America e in Svezia. Ma per gli italiani non può certo essere di consolazione: urge trovare nuovi metodi di investimento per un guadagno almeno sopra al 3% lordo. La missione è difficile, ma non impossibile. Già oggi ad acquistare i Bot sono le tesorerie delle banche, che parcheggiano così la loro liquidità. E i privati, già in minoranza, se si andrà avanti con rendimenti così bassi si ridurranno ulteriormente. Dove andare? Sicuramente dove il rischio è basso, perché è questo che cercavano gli amanti dei Bot. Oggi i prodotti finanziari più sicuri sono depositi bancari, fondi obbligazionari, corporate bond e Btp a lunga scadenza.

Per quanto riguarda i rendimenti medi che vengono garantiti dai depositi bancari, occorre fare attenzione, visto che nell’ultimo anno il calo dei tassi di interesse ha fatto scendere il guadagno dal 4% a meno del 2% lordo in 12 mesi. Insomma: occhio alle offerte, se si riesce a trovare quella giusta è possibile guadagnarci come un tempo si faceva con i Bot. Il conto di deposito, comunque, è una forma di risparmio basilare, già molto affermata in molti paesi europei e non. Guardando ai pro e ai contro, basti dire che la liquidità non è vincolata e anche se la ritenuta fiscale sugli interessi attivi maturati è del 27% - abbastanza elevata quindi – l’investitore può fruire dei suoi soldi quando vuole, senza ”gabbie”. Uno dei precursori di questi salvadanai elettronici per far fruttare la liquidità è stato in Italia Ing Direct. Oggi, entro fine mese, con Conto Arancio si può strappare un netto del 2,55 per cento. E, una volta scaduti i sei mesi di promozione al 3,50%, è possibile ottenere un rendimento più alto del tasso base di 1,50% (1,09% netto) vincolando una parte del denaro con Arancio+, per un minimo di 5000 euro. Scegliendo di vincolare 5000 euro per tre soli mesi, per esempio, si ha un un tasso di 1,55% (1,13% netto). Se abbiamo a disposizione oltre 100.000 euro e scegliamo di vincolarli per 9 mesi, invece, il tasso arriva a 1,90% (1,38% netto). Tre le altre modalità per ottenere un guadagno lordo ”soddisfacente”. La prima – la più a breve termine – sono i Buoni postali. Il rendimento annuo lordo per un impegno di 18 mesi è dello 0,95 per cento. Poco, ma più di quanto offrono i Bot di questi tempi.

Come seconda opzione c’è la possibilità di sottoscrivere uno o più fondi obbligazionari, ma l’impegno deve essere maggiore di 12 mesi e con i tassi di interesse odierni un anno non potrebbe bastare, per arrivare al 3 per cento. Infine, il ritorno al ”corporate”: affidarsi, cioè, alle obbligazioni emesse dalle società più meritevoli, e cioè con un ”rating” superiore alla singola A. Naturalmente una di queste alternative non esclude l’altra. E anzi è ragionevole pensare di diversificare il proprio portafoglio. Così da poter cercare le migliori occasioni del momento, che possano sostituire la cara vecchia coperta di Linus dei Bot.