Alberto Simoni, Avvenire 24/09/2009, 24 settembre 2009
«ECCO PERCHE’ STAVOLTA I SOCIALDEMOCRATICI NON RIMONTERANNO»
«Non siamo nel 2005 e l’Spd questa volta non rimonterà ». Non ha paura di sbilanciarsi Gero Neugebauer, politologo dell’Università di Berlino, che proprio non vede spazi di manovra per ipotizzare il rientro in gioco all’ultimo minuto dei socialdemocratici.
Professore, un terzo degli elettori è indeciso, ma lei ha già emesso il suo verdetto: l’Spd è spacciata. Perché?
I socialdemocratici e il loro candidato alla guida del Paese Frank-Walter Steinmeier si sono messi in moto troppo tardi. L’Spd si trova alle prese con una sorta di conflitto intestino: come fa a criti- care l’operato della Merkel se di quel governo il suo candidato alla cancelleria, Steinmeier, è stato il numero due?. Se anche cominciasse a parlare dei nodi aperti uno potrebbe sempre chiedergli: perché non li avete risolti prima?
quindi vero che l’Spd è uscita indebolita da questi quattro anni di Grosse Koalition?
Certamente è stata la Spd a pagare il prezzo più alto. Ma il vero problema dei socialdemocratici oggi sono i rapporti con la Linke. Fino a quando non chiarirà quale tipo di relazione vuole avere con l’estrema sinistra di Lafontaine non avrà alcuna chance di governare.
Anche i rapporti con il mondo sindacale sembrano piuttosto tormentati. Il principale sindacato l’IG Metall per la prima volta ha negato un ’endorsement’ all’Spd. Che significa?
I lavoratori non hanno ancora digerito le riforme sociali varate dal precedente governo Rosso-verde guidato da Schröder. Il sindacato non può permettersi di scendere apertamente in campo: non solo gli iscritti dell’IG Metall non seguirebbero le indicazioni, ma la leadership sindacale si precluderebbe ogni capacità di azione in caso di governo conservatore.
Guardando i sondaggi e considerando il veto posto dal leader liberale Westerwelle di governare insieme all’Spd, una nuova edizione della Grosse Koalition non sembra improbabile. Cosa ne pensa?
un’opzione che sulla carta ha buone chance. Se le urne domenica sera bocceranno la coalizione fra Cdu/Csu e liberali, è quella la strada.
Ma dopo quattro anni di coabitazione, pur segnati da ottimi risultati in moltissimi ambiti, non crede che l’alleanza fra Cdu e Spd possa partire già con il fiatone?
Non vedo questo problema. Due politici di spicco come Steinbrück (Spd) e Von Guttenberg (Csu) hanno di recente annunciato una politica di maggior austerità proprio per contenere l’esorbitante deficit che è la vera emergenza che dovrà affrontare il prossimo esecutivo. La Germania ha bisogno di un governo stabile che possa cooperare con i Paesi europei per risolvere la crisi economica e prevenire un’ondata di disoccupazione. E una Grande Coalizione avrebbe il potere per affrontare la sfide economiche.
La popolarità della Merkel è al 60%, ben più alta di quella del suo partito. A Steinmeier si imputa mancanza di carisma. Quanto lo scontro fra le due personalità ha influito sulla campagna elettorale?
Non credo sia un aspetto così determinante. Il 50% dei tedeschi vota in base all’affiliazione a un partito. Un altro 30 per cento decide in base alla capacità di un leader di proporre soluzioni credibili a un problema. E un 20% guarda al candidato chiedendosi se rappresenta bene le idee del partito. Certo la Merkel gode di un bonus notevole, è cancelliere in carica e fatto bene. Inoltre è stata abile nel mettere il silenziatore ai rivali interni. Questo non accade nella Spd dove Steinmeier partecipò al ’golpe’ contro l’ex presidente del partito Kurt Beck che stava tentando di dare stabilità al partito. Malgrado in questo periodo le due ali estreme dell’Spd non si espongono è chiaro che è già aperta la sfida per la successione a Steinmeier.