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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

IL SUCCESSO MATEMATICO

Los Angeles. Sulla scena di un delitto, la polizia trova un iPod. La scientifica lo analizza: dentro, insieme alla musica, c’è un algoritmo.Il quale, manco a dirlo, finisce nelle mani di Charlie Eppes, il protagonista a Numb3rs, il serial matematico- poliziesco della Cbs, che viene doppiato e trasmesso anche in Italia.
«Serve a trovare uno schema dentro a sistemi complessi», sentenzia Eppes con la consueta certezza. «Riesce a prevedere se una canzone avrà successo o no».
«Ma dai ”gli risponde un detective ”la musica è soggettiva... ».
«Certi cambi di tonalità, certe successioni degli accordi – risponde – piacciono a tutti, un po’ come avviene con gli odori. Questo algoritmo è capace di produrre risultati statistici attendibili. Chi lo usava, ci faceva soldi».
Fantascienza? No, no. pura scienza.
Da appena due mesi e mezzo, chiunque può provare l’algoritmo fantasticato dagli sceneggiatori di Numb3rs. online all’indirizzo www.uplaya.com: basta iscriversi, trasmettere un file Mp3 con una canzone originale e attendere il risultato.
Il voto va da 0 a 10, suddiviso in sei categorie: da «Non mollare (il tuo lavoro)» fino al premio di platino, come quello per i dischi più venduti.
«Questo genere di informazioni aiuta a ridurre le incertezze prima di pubblicare una canzone », dice Wiff Winwood della Sony Music inglese. «Ho inserito canzonacce e canzoni molto belle e la qualità è correttamente riflessa nei risultati », ha detto Rick Wake, un produttore indipendente, intervistato dall’Harvard Business School che sull’Hit Song Science – il nome dell’algoritmo – ha pubblicato un ponderoso studio. «Molto semplicemente ”dice al telefono David Meredith, Ceo della Music Intelligence Solutions, la società che gestisce Uplaya – il nostro algoritmo funziona».
Nòva non poteva sottrarsi alla sperimentazione. Abbiamo preso «Hey Jude» dei Beatles e l’abbiamo trasmessa su Uplaya. Cinque minuti dopo, il responso: 8,2 e un Gold Auddy (il secondo posto). Niente male. Per pura coincidenza, l’autore di questo articolo teveva nel cassetto digitale una canzonetta d’amore, da lui stesso scritta e interpretata una dozzina d’anni fa. Responso: 4,5 e piazzamento nella categoria «Continua a provarci». Niente male davvero.
«L’ultima riprova l’ho avuta oggi», rimarca Meredith, che si divide fra Savannah (in Georgia) e San Francisco. « venuta a trovarmi la troupe di una tivù sudcoreana. Hanno voluto fare una prova, usando canzoni del loro Paese, belle e brutte. E sono rimasti a bocca aperta: i risultati di Hit Song Science ricalcavano il grado di successo ottenuto sul mercato dalle varie canzoni».
La Music Intelligence Solutions è americana, ma questa storia comincia in Spagna, a Barcellona. Qualche anno fa, la Groupo Aia, un’azienda di intelligenza artificiale che si occupa di ottimizzare sistemi complessi, come le reti elettriche o il traffico aereo, comincia a interessarsi di contenuti digitali. E decide di provare a studiare le analogie musicali – il ritmo, la melodia, la sequenza degli accordi, i cambi di tonalità e così via – analizzando un considerevole numero di canzoni. L’idea era quella di disegnare una galassia in tre dimensioni, per collocare nello spazio le diverse caratteristiche di ogni brano. «Siamo rimasti colpiti, nel vedere che le canzoni di successo tendevano ad essere raggruppate, come ammassi di stelle dentro alla galassia», racconta Meredith.
La riprova è venuta analizzando «Come away with me», il disco d’esordio di Norah Jones. Otto brani su dieci, risultavano essere degli
hit. La giuria dei Grammy ha confermato, assegnando a quell’album dell’etichetta Blue Note – una specie di sogno, per una casa discografica – cinque statuette. Correva il 2002. Oggi quella tecnologia è alla portata di tutte le tasche (su Uplaya due
upload sono gratis, un pacchetto di altri 15 costa 90 dollari).
«In due mesi e mezzo, abbiamo utenti in 170 Paesi. Solo nelle ultime due settimane, si sono registrate 300 case discografiche ». Lo stesso Meredith, si professa sbalordito.
Ma intanto parla di «democratizzazione », perché con la piattaforma Uplaya «i 20 milioni di musicisti presenti sul web hanno finalmente la possibilità di farsi ascoltare » . Assicura che «questo è un cambio di paradigma nella storia della musica registrata», con le case discografiche (alcune in attesa di firmare accordi con lui) in grado di «cogliere nuove opportunità, in un mondo probabilistico». La storia sui gusti sudcoreani poi, racconta che il piacere terreno della musica «è condiviso da tutto il genere umano, al di là delle culture e delle geografie », come misura questo sistema «affidabile, anche se non perfetto al 100%».
A proposito. Ai compositori che non raggiungono lo stato di hit, Uplaya consiglia: «migliora il mixaggio e alza il bitrate ». Ci abbiamo provato: compressore, equalizzatore, qualche filtro, più dinamica. Il tutto, impacchettato a 256 bit. Il responso: 5,6. Segno che l’algoritmo ha anche un suo canone di estetica digitale.
Chissà che impatto avrà la Hit Song Science sul futuro della creatività. Chissà se, a beneficio delle case discografiche, verranno stampati meno Cd coi voti bassi e scovati più talenti coi punti alti. Ma questo, come Eppes sa benissimo, non c’è algoritmo che possa prevederlo.