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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

PER IL «FILE» DEL GENOMA RISCHIO DIRITTI D’AUTORE

Cosa c’entra il diritto d’autore con la genetica? Quale ruolo ha- o dovrebbe avere- lo Stato nella definizione di una politica pubblica per la bioinformazione? Chi possiede il nostro Dna?
Queste sono solo alcune delle domande alle quali cercherà di rispondere la sessione del Festival del diritto dedicata al nuovo volto del diritto d’autore, che assume sempre di più un’importanza cruciale, grazie alla massiccia irruzione delle tecnologie Ict nel mondo della biologia molecolare, e alla recente approvazione della legge che istituisce anche in Italia la banca dati nazionale del Dna. Il confine della discussione e della riflessione, dunque, si estende dal tradizionale dibattito sull’uso illecito del peer-to-peer,
sui limiti - più o meno legali al diritto alla copia di riserva di opere protette o sul bilanciamento fra gli interessi dei titolaridei diritti di sfruttamento economico delle opere e la privacy degli utenti internet, fino a toccare argomenti realmente critici per ciascuno di noi.
Come un organismo mutante, il diritto d’autore si sta trasformando sotto i nostri occhi da mezzo per tutelare l’autore cioè il creatore di un’opera d’arte - in un più prosaico diritto di proprietà intellettuale.
Un approccio legittimato dall’accademia, ma anche dalla Corte di giustizia dell’Unione europea e prima ancora dalla direttiva comunitaria 29/01. Non si tratta, però, solo di una semplice questione di ”etichette”. Le nozioni di diritto d’autore e proprietà intellettuale sono tutt’altro che equivalenti e fanno riferimento a universi giuridici ben distinti, con implicazionieconomiche e culturali diversissime. Se l’opera diventa un ”prodotto da scaffale” - e dunque oggetto di proprietà- allora qualsiasi cosa può diventare oggetto di proprietà (intellettuale) anche dei meri cloni artistici che, se guardati con la lente della creatività avrebbero un valore ben scarso, ma che quando sono parte di un processo industriale di produzione della cultura assumono un valore economico, anche se effimero.
In questo processo di ”proprietarizzazione” dell’opera creativa gioca un ruolo fondamentale l’utilizzo dell’information technology. Qualsiasi cosa, quando viene digitalizzata, perde la sua matrice originaria e diventa, prima di tutto, un file su cui qualcuno detiene il copyright. E allora, chi si preoccupa di proteggere la sostanza, quando la forma - il file, appunto - è già protetto dal diritto d’autore? Per dare il senso della concretezza degli argomenti che verranno dibattuti durante il Festival, basta pensare che nel giro di pochissimi anni il National Dna Database italiano entrerà in funzione e ciascuno di noi, potenzialmente, potrebbe entrare a farne parte. La legge 85/09 che lo istituisce ha scelto di conservare anche i campioni biologici delle persone schedate nel mega database (invece di tenere solo le ”impronte genetiche”).
Questo, di fatto, consente di indagare nella vita di chiunque ci finisca dentro ben al di là delle necessità di un’indagine penale. I limiti posti dalla normativa sono tutt’altro che invalicabili.
Si tratta, certo, di temi di frontiera ma non per questo meno interessanti.Il Festival del diritto è proprio l’occasione per parlare di un futuro che si trova realmente dietro l’angolo, e che richiede a ciascuno di noi uno sforzo di consapevolezza per partecipare in modo informato alle scelte che il legislatore sarà necessariamente chiamato a fare nel giro di poco tempo.