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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

Studenti, gli affitti non salgono. Milano la città più cara - 

Cinquecento euro

Studenti, gli affitti non salgono. Milano la città più cara - 

Cinquecento euro. Tanto può arrivare a costare un posto letto per uno studente universitario fuori sede che ab­bia scelto Milano. Anche que­st’anno la città meneghina con­quista il primato del caro-affit­ti. Con due novità: il prezzo del­le case, soprattutto in zona Na­vigli, Fiera e Vittoria, sarà il più elevato d’Italia, ma resta stabi­le rispetto all’anno scorso, se­gno che la crisi ne ha frenato la corsa al rialzo. A salire, ma di poco, è semmai il prezzo massi­mo per una camera singola: 700 euro anziché 650. Rispar­mia qualcosa chi si sistema in zona Ticinese o a Lambrate.

 Sono queste alcune rilevazio­ni svolte dal Sunia, il sindacato unita­rio nazionale inqui­lini assegnatari, che ormai ogni anno ef­fettua un monito­raggio sui prezzi di mercato delle mag­giori città che ospi­tino atenei. Un mer­cato interessante, visto che un terzo degli studen­ti che frequentano i corsi sono fuori sede e non pendolari.

 Anche quest’anno Roma re­sta la seconda città più cara: si paga da 300 a 450 euro per un posto letto e da 450 a 600 per una singola, ma in questo caso i prezzi sembrano davvero bloc­cati e soprattutto il Sunia ne ri­leva «una maggiore varianza in particolare nei valori massi­mi ». Le zone più care sono l’Ostiense, piazza Bologna, San Lorenzo, zona Trieste, si spen­de di meno al Prenestino, sulla Cassia o a Boccea.

 Firenze e Bologna seguono le due maggiori città nella clas­sifica: ma se nella prima città si verifica un minimo calo degli affitti, nella seconda si registra un aumento, soprattutto nei va­lori minimi. Tra le città del Sud, a Bari si riesce a trovare un posto letto anche a 200 eu­ro, mentre a Napoli costa mini­mo 350, mentre una singola può arrivare a 650, più che nel­la capitale.

 Ma cosa succede nelle picco­le città universitarie? La tenden­za in quest’autunno 2009 è il ca­lo dei prezzi, anche se minimo. Succede a Perugia, Padova, Ur­bino e Parma dove i posti letto oscillano minimo tra i 150 di Perugia e i 250 di Urbino. Il co­sto massimo per una singola si paga invece a Siena: 500 euro.

 Un discorso a parte merita la città dell’Aquila. Qui gli studen­ti hanno denunciato plateal­mente un aumento generalizza­to degli affitti dopo il terremo­to del 6 aprile scorso. Le stanze singole sarebbero passate da 150-180 euro a 250 con picchi di 400 in alcune zone. Sul caso, l’associazione consumeristica Codacons ha presentato un esposto alla Procura dell’Aqui­la. 

Ma irregolarità ci sono un po’ dovunque, segnala il Sunia. Nella maggioranza dei casi esa­minati dal rapporto, le offerte contengono violazioni, clauso­le capestro e vessatorie. Le più frequenti? Si va dai contratti in «assoluto nero», nè scritti, nè registrati, ai contratti di tipo li­bero ma non registrati, senza al­cun limite di canone. La non emersione degli affitti determi­na l’impossibilità per i giovani inquilini, ma anche per i pro­prietari, di poter utilizzare le agevolazioni previste dalla leg­ge: dalla detrazione Irpef del 30% per il proprietario che affit­ta con contratto concordato per studenti a quella del 30% dell’imposta annua di registro all’inquilino e al proprietario che hanno stipulato un contrat­to per studenti fuori sede.