Danilo Taino, Corriere della Sera, 24/09/09, 24 settembre 2009
Angela l’«antifemminista» trascina le donne tedesche - Nei suoi quattro anni di governo, l’espressione più forte di femminismo (si fa per dire) Angela Merkel l’ha avuta con Vladimir Putin
Angela l’«antifemminista» trascina le donne tedesche - Nei suoi quattro anni di governo, l’espressione più forte di femminismo (si fa per dire) Angela Merkel l’ha avuta con Vladimir Putin. Erano a Novo-Ogaryovo, poco fuori Mosca, l’8 marzo 2008 e la cancelliera chiese all’ex presidente russo se quella mattina avesse preparato la colazione alla moglie Lyudmila, per festeggiare la giornata della donna. Capì che certe domande imbarazzanti non si fanno e da allora la smise con il femminismo. 

Lo scorso agosto, a una giornalista della rivista Emma che le sottolineava la forte discriminazione delle donne tedesche nei posti di lavoro, rispose consigliando a «ogni donna che guadagna meno del suo collega maschio per lo stesso lavoro di andare dal suo capo sicura di se stessa e dirgli che qualcosa deve cambiare». Ma aggiunse che la Germania avrebbe sbagliato ad aspettarsi un intervento dello Stato sull’argomento, perché il suo governo non l’avrebbe fatto. In passato ha più volte raccontato che, in casa, a Berlino, Isola dei Musei, condivide i lavori di lavastoviglie con il marito, Joachim Sauer, ma ha anche confessato che lui non sa cucinare, e quindi nel weekend i fornelli toccano a lei. Che fa pure la spesa – ha precisato una decina di giorni fa in una conferenza stampa – e al supermercato prova le gioie e i dolori della notorietà, «per esempio quando tutti mi vogliono aiutare a scegliere i carciofi».

 Insomma, non si può dire che, in quattro anni da cancelliera, Frau Merkel abbia corteggiato le donne e il loro voto. Eppure, alle donne piace, al punto che potrebbero essere loro, domenica prossima, a darle quella maggioranza – che in queste ore i sondaggi non le assicurano – che le permetterebbe di andare al governo con i liberali e non più con i socialdemocratici. 

Alle elezioni del 2005, il suo avversario Gerhard Schröder raccoglieva le preferenze della maggioranza femminile: nella ragazza tirata su in politica da Helmut Kohl, venuta dall’Est, poco brillante e con i capelli a scodella avevano poca fiducia. Oggi, secondo un sondaggio della tv Ard , il 59% delle donne vorrebbe che rimanesse cancelliera, contro il 27% che sceglie invece Frank-Walter Steinmeier, il suo avversario della Spd. La cosa curiosa è che nel quadriennio di cancelleria non si può dire che abbia fatto una politica «per» le donne. Non ha nemmeno mai usato quella categoria: il genere sembra non fare parte della sua cultura politica.

 vero che oggi, in Germania, ci sono un po’ più di asili nido di prima, ma la penuria di posti rimane strutturale. vero che il governo di Grosse Koalition da lei guidato ha portato a 12 i mesi di maternità pagati due terzi dello stipendio lordo, ma si è trattato di una legge destinata a favorire le nascite, tanto che si chiama Elterngeld, denaro per i genitori.

 Un’altra legge, per dire, ha ridotto i tempi per i quali un marito deve sostenere economicamente la moglie divorziata.

 Non è femminista, non persegue politiche di genere, non rincorre il voto femminile. Non ha nemmeno figli. Eppure la gente la chiama Mutti, mamma che ogni sera rimbocca le lenzuola alla Germania. Infatti, è per il suo stile che la maggioranza delle donne la apprezza, sostiene il suo biografo Gerd Langguth: sicura e determinata in un mondo di maschi ma non aggressiva, ragionevole e concreta proprio come una madre. Un nuovo volto del potere. Che magari non ispira. Ma respira.