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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

Serve a poco ripescare la Grande Depressione. Guardiamo al 1974 - Dal 9 marzo scorso i mercati azionari dei paesi avanzati hanno guadagnato circa il 55%, e i mercati emergenti il 75%

Serve a poco ripescare la Grande Depressione. Guardiamo al 1974 - Dal 9 marzo scorso i mercati azionari dei paesi avanzati hanno guadagnato circa il 55%, e i mercati emergenti il 75%. Questa notevole performance si è verificata non appena i timori di crollo del sistema bancario globale si sono dissipati e l’attenzione è tornata sulla velocità e sull’entità della ripresa. Abbiamo allora analizzato le passate esperienze di recupero dell’attività economica, cercando di fare un confronto con l’attuale situazione. Anzitutto consideriamo quanto accaduto negli Stati Uniti al termine della Seconda guerra mondiale, dato che è in quel periodo che i dati sono più interessanti, esaminando più approfonditamente anche i recenti punti di svolta ciclici in quel Paese. Prima di farlo, però, diamo un’occhiata alla Grande Depressione, cioè il periodo che più di ogni altro viene assimilato alla crisi attuale. Sia il pil che il mercato si ripresero molto bene dopo aver toccato il fondo nell’estate del 1932. Nel 1937 il prodotto interno lordo era tornato ai livelli precedenti il crollo e il valore del mercato era triplicato. Ma in questo non va letto ciò che effettivamente non c’è. vero che si possono riscontrare somiglianze superficiali fra la crisi recente e la Grande Depressione: la concentrazione sul fallimento delle banche, il rapido aumento della disoccupazione e una risposta politica che viene vista come un nuovo New deal. Tuttavia le differenze sono molte. Prima di tutto le proporzioni della Grande depressione la rendono sostanzialmente diversa: il Pil scese di oltre il 25%. Circa un terzo delle banche e dei loro depositi furono spazzati via. In secondo luogo, la struttura economica era del tutto diversa. Gli Stati Uniti aderivano al gold standard; la banca centrale gestiva una politica monetaria volta a mantenere quello standard e lo Stato aveva un peso modesto sull’economia. In terzo luogo, il New Deal non fu, come si crede comunemente, un’azione del governo che rimise in moto l’economia. La maggior parte delle misure coinvolsero prezzi e produzione, non la spesa pubblica. La Grande Depressione fu un evento unico nella storia dell’economia. Uno degli obiettivi principali degli economisti e degli storici è ancora quello di comprenderla. Ma non siamo sicuri che possa essere di particolare utilità al giorno d’oggi. Per poter comprendere le riprese, dobbiamo osservare la diversa natura delle recessioni. Il diagramma in pagina mostra gli effetti che hanno avuto le recessioni statunitensi sul pil, misurandoli dall’inizio alla fine. Ovviamente, le recessioni si presentano in varie forme e dimensioni. Alcune hanno a malapena un effetto sul prodotto e sono più simili a un arresto della crescita (come nel 1970 e 2001). Altre rappresentano una grande ristrutturazione dell’economia causata da stress finanziario o da colpi esterni (come nel 1974, 1981 e oggi). L’attuale recessione è la più profonda e duratura dai tempi della Grande depressione. La relazione fra declino ed entità della ripresa in realtà non è molto forte. Nel 1981 ci fu una profonda recessione che fu accompagnata da una forte ripresa. Nel 1974 ci fu una profonda recessione, che però non generò una forte ripresa. Forse ciò non dovrebbe destare grande meraviglia. I cicli economici presentano somiglianze superficiali nelle variabili macroeconomiche, ma le cause delle recessioni e quindi la possibile natura di ciascuna ripresa sono sempre diverse. Per esempio, nel 1960 ci fu una pura e semplice recessione. Fu più simile a una pausa in un periodo di crescita secolare che andava dal 1957 al 1970. Al contrario la recessione del 1974 fu profonda e causata, inizialmente, da un’influenza esterna dovuta alla crisi del petrolio del 1973. Ma il colpo non venne riassorbito del tutto e causò problemi di produttività. Quindi la ripresa avvenne in un contesto inflazionistico e ciò la rese fiacca. I problemi dell’economia degli Usa negli anni settanta furono risolti soprattutto con la lunga e penosa recessione del 1981/1982, ma ne seguì una ripresa vigorosa. La storia, dunque, ci consentirà di sapere ciò che accadrà questa volta? Forse sì, ma bisogna tener presnte che le recessioni si presentano in due modi principali: cicliche e strutturali. Le flessioni cicliche sono causate da investimenti e produzione eccessivi, che richiedono tagli delle scorte, della produzione e anche degli investimenti. Passato questo periodo, l’economia può riprendere il suo corso. Le recessioni strutturali hanno cause più profonde. Possono partire da una distribuzioni scorretta del capitale, che porta a una crisi finanziaria, o da problemi di produttività che richiedono riforme del mercato del lavoro. Probabilmente, tutti gli elementi ciclici saranno anch’essi presenti. Le riprese da tali eventi possono essere veloci o lente, a seconda che i problemi strutturali siano stati affrontati o meno. Forse gli eventi più significativi del passato sono le recessioni del 1974 e del 1981. Secondo noi, furono entrambe strutturali, non cicliche. Nel 1974 non furono effettuati riforme strutturali e la ripresa fu accompagnata dall’inflazione. Nel 1982 questa era stata domata, il mercato del lavoro era stato riformato e molte vecchie industrie erano state chiuse. E la ripresa fu rapida. In che situazione ci troviamo oggi? L’ultima recessione è stata di natura ciclica, con tagli alle scorte, alla produzione e alle spese in conto capitale. L’entità dell’espansione fiscale e monetaria, la più forte mai vista in tempo di pace, ha reso possibile una ripresa ciclica molto rapida. Ma la recessione sembra anche rivestire caratteri notevolmente strutturali, come la fine della crescita del debito dei consumatori, l’invecchiamento della popolazione, la persistente scarsità di risparmio e i disavanzi esterni. Forse l’attuale politica economica non sta affrontando appieno questi problemi. Di conseguenza una ripresa come quella del 1974 sembra più probabile di quella che avvenne nel 1981.