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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

Addio spagnoli, Telco 2 è in marcia - Sono ore cruciali per il destino di Telecom Italia, il cui azionista Telco potrebbe essere alla vigilia di una rivoluzione

Addio spagnoli, Telco 2 è in marcia - Sono ore cruciali per il destino di Telecom Italia, il cui azionista Telco potrebbe essere alla vigilia di una rivoluzione. Per qualcuno ormai è solo questione di tempo, tanto che l’annuncio potrebbe arrivare in qualsiasi momento, tra pochi giorni o a ridosso del 28 ottobre. Per altri invece la partita non si è ancora conclusa. Ma il dossier sullo scioglimento del patto tra i soci di Telco non è mai stato così d’attualità. Il periodo da prendere i considerazione arriva fino al 28 ottobre, perché entro quella data sarà possibile comunicare la disdetta del patto che lega i soci Telco: Telefonica, Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Sintonia (Benetton). Tutto (o quasi) si deciderà dunque nei prossimi giorni, visto che secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza sarebbe stata indetta una serie di riunioni ufficiose tra i principali azionisti della holding che controlla il 23,7% di Telecom proprio per fare il punto sul futuro della società.  ormai noto che le opzioni allo studio sono due. Il primo percorso punta a un rinnovo dei patti parasociali per tre anni, confermando l’alleanza con gli spagnoli di Telefonica. Un’opzione ancora percorribile, che però senza dubbio comporterebbe strascichi e ricadute sulla gestione del gruppo tlc. Ormai non è un mistero che molti grandi azionisti considerino i tempi maturi per un bilancio sulla gestione di Telecom, bilancio che a oggi è fortemente negativo: i ricavi scendono, il debito non è calato, il titolo langue e la sensazione (al di là della cura sui costi) è di immobilismo. Senza contare il rischio concreto che agli alibi veri, come la crisi economico-finanziaria, ora se ne aggiungono altri con meno fondamento, come la presenza di Telefonica nell’azionariato. Detta in parole povere: se gli spagnoli rappresentano un punto di forza e un fattore positivo per Telecom, finora chi ha avuto in mano il timone dell’azienda non ha saputo sfruttare questo vantaggio. Se invece gli iberici rappresentano un freno allo sviluppo della società, l’alleanza è da troncare ed è durata anche troppo. E qui si arriva alla seconda opzione sul tavolo, ovvero lo scioglimento di Telco in primavera (ma la comunicazione va fatta a ottobre) e la conseguente costituzione di una Telco 2, una seconda holding che non comprenda Telefonica. Chi ha in mano le redini di questo delicato passaggio sono fondamentalmente Mediobanca e Intesa Sanpaolo, i cui vertici non fanno mistero di considerare l’ipotesi di scioglimento fortemente attrattiva. Certo non mancano ostacoli, resistenze e dettagli da limare e per questo le prossime riunioni saranno fondamentali, ma tutto porta a pensare che Telco 2 sia pronta a vedere la luce. Anche l’assetto della futura holding di controllo è ipotizzabile: i soci italiani di Telco controllano il 14% circa di Telecom e alla loro quota potrebbe aggiungersi quella della Findim di Marco Fossati, che possiede il 5% e che nelle sue ultime uscite pubbliche non ha certo mostrato resistenze in merito a una simile ipotesi. Anzi, proprio ai primi di settembre Fossati ricordava che «avere Telefonica come socio ha già creato problemi in alcuni Paesi e altri potrebbero essere a rischio. O si fa un’integrazione dal punto di vista industriale o si trova una soluzione definitiva». Considerando le attuali quote, Telco 2 potrebbe controllare circa il 19% di Telecom, e non è escluso che, viste le quotazioni attuali, con alcuni arrotondamenti la partecipazione possa salire fino al 25%. Le perplessità del numero uno di Findim, d’altronde, sono le stesse degli azionisti di Telco, nessuno escluso. La principale riguarda il titolo Telecom, sceso intorno a 1 euro nel luglio del 2008 e da allora inchiodato a quella quota senza mai riuscire nemmeno ad avvicinarsi ai livelli del marzo 2008, ovvero 1,5 euro. La delusione sull’andamento dei corsi azionari è unanime, anche perché l’impatto sui bilanci è oneroso. La convinzione è che la società, al di là degli interventi sui costi, debba (e possa ancora) essere più dinamica. Logico quindi pensare che Telco 2 implicherà una rivoluzione in azienda. Con Telco 2 cadranno come per incanto tutti i vincoli in Sudamerica, dove le authority locali non avranno più alcun appiglio legale per contrastare Telecom e potrebbe essere riconsiderato anche tutto il pacchetto delle dismissioni, in primis quella di Ti Sparkle. Resta aperto un quesito che riguarda gli spagnoli. Che cosa faranno della quota del 10% in loro possesso, qualora venisse svincolata da Telco? La partecipazione senza il premio di controllo non consentirebbe più alcuna possibilità di ingerenza agli spagnoli e per lo stesso motivo non avrebbe grande appeal per un’eventuale investitore esterno. Allo stesso tempo cedere sul mercato la quota implicherebbe una minusvalenza oggi non consigliabile. D’altronde, in Italia hanno sempre letto l’operazione che portò Telefonica in Telco come un intervento anti Slim-Att e non in una logica davvero industriale. La calata del tycoon messicano in Europa oggi non è più d’attualità e gli iberici possono quindi considerare un successo l’operazione: tutto quello che dovesse venire in più, sarebbe oro colato. Telco 2 avrà ben altre priorità.