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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

Germania anno 20 - La campagna per le elezioni politiche di quest´anno in Germania concorre a buon diritto al titolo di più noiosa della storia della Repubblica Federale

Germania anno 20 - La campagna per le elezioni politiche di quest´anno in Germania concorre a buon diritto al titolo di più noiosa della storia della Repubblica Federale. A due settimane dal voto il dibattito televisivo tra la cancelliera Angela Merkel e il suo sfidante, il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, l´unico in programma, ha fatto sbadigliare i commentatori, e la cosa stupisce considerando la realtà storica in cui si inserisce l´elezione. Venti anni fa il muro di Berlino cadde scatenando una scossa sismica che ha spostato di centinaia di chilometri ad est i confini della vecchia Repubblica Federale e dell´Europa orientale in generale. Il vasto impero sovietico uscì di scena senza che fosse sparato un colpo. L´anniversario di questo evento avrebbe dovuto essere spunto di un acceso dibattito sui successi e gli insuccessi della riunificazione tedesca stimolando una visione per la Germania e l´Europa nei prossimi vent´anni. Fu l´ex cancelliere tedesco Helmut Schmidt a ironizzare sul fatto che i politici con una visione dovrebbero andare dall´oculista. La battuta aveva senso negli anni 70, quando anche i giovani parlamentari della sua Spd sognavano la rivoluzione. Ma Schmidt non avrebbe mai immaginato che un giorno nessun politico avrebbe avuto più bisogno di curarsi gli occhi. Nell´autunno del 2008 la minaccia del disastro finanziario ha portato non solo la Germania, ma il mondo intero, sull´orlo del baratro. Nei paesi ricchi gli effetti peggiori sono stati mitigati e appannati portando il debito pubblico a livelli senza precedenti, ma chiunque sia dotato di un minimo di senno sa bene che gli eccessi dei manager delle banche di investimento ricadranno sulle spalle della prossima generazione e di quella ancora successiva. Fa meraviglia che la Merkel e Steineimer si siano mostrati così prudenti su questo tema. Ma gli strateghi di partito vi diranno che parlare di crisi finanziaria non paga in termini di consensi. Gli elettori vogliono ascoltare messaggi positivi. Vivono la più grave crisi economica dal ”29 come un incubo dal quale si è ormai quasi fuori e i politici non vogliono svegliarli. I cosiddetti "autonomi", aderenti alle frange violente della sinistra radicale, si divertono a dar fuoco alle auto di lusso a Kreuzberg ma in Germania non è mai stata infranta la vetrata di una banca. Né è mai stato consegnato alla giustizia un solo finanziere criminale che ha ingannato i garanti falsificando i bilanci. Al contrario questi bancarottieri ora si rivolgono ai tribunali per incassare i bonus milionari cui sostengono di aver diritto. Parecchi sono già tornati a giocare d´azzardo con i soldi dei contribuenti, a piazzare i loro nuovi "prodotti finanziari". Sanno bene che all´arrivo della prossima crisi i contribuenti non potranno far altro che procedere a un nuovo salvataggio. Sono in pochi a sollevare timidamente l´interrogativo dirompente posto da Mackie Messer ne L´opera da tre soldi di Berthold Brecht: «Cos´è rapinare una banca a paragone del fondare una banca? Cos´è un grimaldello a paragone di una obbligazione?». Ma è uno slogan degli anni 20, evocazione nostalgica di passati fermenti che preferiamo vedere in palcoscenico. Il grande miracolo della campagna elettorale del 2009 è la rinascita del Partito liberal democratico (Fdp). Il panorama politico tedesco ha davvero bisogno di un partito realmente liberale, nell´accezione americana del termine "liberal", ossia paladino della libertà individuale. Purtroppo sotto la leadership di Guido Westerwelle, da troppo tempo ai vertici del partito, la Fdp è degenerata trasformandosi in un partito che si distingue come difensore della libertà di pochi individui privilegiati: banchieri e uomini d´affari. Non più tardi di un anno fa la Fdp aderiva con entusiasmo alla religione dei neo-con americani convinti che i mercati si regolino da soli. Si opponeva quindi con forza a tutti i tiepidi tentativi di regolamentare il settore finanziario. A maggio la Fdp difendeva i diritti di proprietà del miliardario statunitense Christopher Flowers, tra i maggiori azionisti della banca tedesca Hypo Real Estate fallita e salvata dall´oblio grazie a fideiussioni statali di valore superiore a 100 miliardi di euro presi dalle tasche dei contribuenti. Ma nonostante tutto, ora che la finanza è guardata con sospetto, il partito che preferisce difendere la libertà dei finanzieri spregiudicati piuttosto che quella degli individui, è quello che incontra maggiormente il favore dell´elettorato. La Fdp oggi può contare sul 13-14% dei consensi, il che significa la possibilità di entrare in coalizione con la Cdu della Merkel per formare un governo. Non so spiegarmi questa dinamica. Non credo nelle ferree leggi della storia di Marx. Ma a quanto pare una legge storica qui trova applicazione: in una crisi economica di immensa portata gli elettori restano fedeli ai tradizionali depositari della loro fiducia in campo economico, cioè proprio quelli che li hanno portati alla rovina. Ma ogni regola ha un´eccezione. In questo caso essa è rappresentata dall´ex Pds, il successore della Sed che fu il partito di governo della Germania Est. Nella Ddr i dissidenti, giocando con la sigla, lo definivano "praticamente la stessa cosa". Questo partito che oggi si presenta con presunzione come "Die Linke", "La sinistra", ha guadagnato consensi in Germania Ovest con promesse irrealizzabili come aumentare le pensioni, garantire un salario minimo di 10 euro l´ora, ambiziosi progetti di investimenti pubblici e ridurre a zero la disoccupazione - in breve esattamente il paradiso socialista fallito in Germania. E ovviamente Die Linke, che conta tra le sue fila ancora moltissimi ex membri della Stasi, si fa portavoce di un approccio revisionista alla Ddr. Molti veterani del partito rifiutano di applicare il termine "dittatura" a quel periodo della loro vita. Così oltre alla Fdp anche questa formazione politica profitta delle mezze prese di posizione dei grandi partiti sul tema della crisi economica globale. L´unico vincitore delle elezioni del 27 settembre in Germania sarà con tutta probabilità il "partito" del non voto. Non simpatizzo con chi diserta le urne ma capisco che non si aspetti dai partiti politici tedeschi nulla di nuovo. L´autore è saggista e narratore Il suo ultimo libro Rebellion und Wahn (Ribellione e Illusione) è sulla protesta del 1968.