Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  settembre 24 Giovedì calendario

Lo Zecchino d’oro, un reality per i 50 anni - Carissimo Pinocchio, amico dei giorni più lieti, com’erano quei 44 gatti? In fila per sei col resto di due

Lo Zecchino d’oro, un reality per i 50 anni - Carissimo Pinocchio, amico dei giorni più lieti, com’erano quei 44 gatti? In fila per sei col resto di due. E Popof, del cosacco che cos’ha? Ha il colbacco e gli stivali ma non possono bastar per ballare, un-la-la, un-la-la, un-la-la, il walzer del moscerino: queste e tante altre strofe, hanno cantato generazioni di bambinetti, sempre meno spauriti davanti alle telecamere. Proprio oggi lo Zecchino d’oro, ideato da Cino Tortorella, mitico Mago Zurlì, compie 50 anni, non invecchiamo soltanto noi: andò in onda per la prima volta il 24 settembre 1959 dal Teatro dell’Arte di Milano, passando poi a Bologna, nel 1961, con l’organizzazione dei frati francescani dell’Antoniano. Il Piccolo Coro venne fondato nel 1963. Non si trattava forse di una gara che precorse i talent show? Più talent di quelli. Piccoli-grandi talenti in erba, freschissimi, senza denti ma con belle vocette che seguivano con religiosa obbedienza le indicazioni della compianta maestra Mariele Ventre. Così, per non smentire l’intuizione di mezzo secolo fa, l’Antoniano prosegue sulla strada dei talenti: in fondo, c’è anche l’omonima parabola, a sostenere lo slancio dei frati. Che producono e realizzano, insieme con RaiGulp, per l’omonima rete, Music Gate, un gioco in musica presentato ieri al Prix Italia, una gara di ballo e canzoni in onda dal 10 ottobre di sabato pomeriggio, alle 18, nell’ora che fu di Chissà chi lo sa? e della Nonna del Corsaro Nero, una gara dedicata ai bambini dai 6 ai 13 anni. Conduce Georgia Luzi. Come tutti i «talent» che si rispettino, Music Gate avrà anche un day-time, con Michele Bertocchi. Ogni puntata vedrà in scena due protagonisti ragazzi, selezionati in un tour estivo che ha girato l’Italia: scenderanno nell’arena, però giocando. «Gioco» è la parola magica, il passepartout. Balleranno, canteranno, racconteranno i loro passatempi, dichiareranno i gusti, le preferenze. Alla fine di tutto, l’allestimento di un mini-musical. Chissà se si sentiva il bisogno di un altro «talent», ancorché ammantato di infantile spirito ludico. Sono convinti che proprio questo spirito faccia assolutamente la differenza, sia il direttore dell’Antoniano, frate Alessandro Caspoli, sia il responsabile dei programmi di Rai Gulp, Gianfranco Noferi: «Diamo ai ragazzini lo spazio per divertirsi, e il gioco può essere una scuola di vita. Poniamo il bambino al centro di tutto: cercheremo anche di affinarne il gusto ormai rovinato da tanta televisione commerciale. La Rai deve finalmente compiere una buona battaglia a favore della qualità. L’azienda deve convincersi che la tv dei ragazzi non è un accessorio, un obbligo richiesto dal contratto di servizio, ma è una risorsa importante, per il presente, non per il futuro. Bisogna lavorare bene ora, non fra dieci anni». E per lavorare bene, ecco qua, c’è Torino: dice Mussi Bollini, capostruttura dei programmi per ragazzi di Raitre. Non a caso ieri, al Prix Italia, Torino è stata presentata proprio come la «capitale della tv giovane». Antoniano a parte, «quello che si produce, si produce qui», dice Bollini. «Questa è una città fertilissima per i lavori destinati ai più giovani, siano programmi, film, animazione, teatro. Per tutti un impegno, un po’ missionario: lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato». In sinergia con i frati, che ce lo devono ben avere, un contatto diretto con la Provvidenza.