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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

Rai, nomine al palo. Travaglio in onda senza contratto - Alla fine Travaglio stasera ad Annozero ci sarà, ospite senza contratto ma col suo editoriale in mano

Rai, nomine al palo. Travaglio in onda senza contratto - Alla fine Travaglio stasera ad Annozero ci sarà, ospite senza contratto ma col suo editoriale in mano. E senza rete, visto che il giornalista non è più obbligato a far leggere il testo tre ore prima al direttore di rete, come da contratto precedente. Sarà una «Tarantini story» sul personaggio al centro dell’inchiesta barese su escort & droga, «uno scoop assoluto per la tv italiana» scherza lui. Tarantini e libertà di espressione sono i temi della prima puntata di Annozero intitolata «Farabutti». In compenso adesso i fari si accendono su «Che tempo che fa». Dovrebbe riprendere su RaiTre la prossima settimana, ma a tutt’oggi non è stato ancora rinnovato il contratto alla Endemol (produttrice del programma) e di conseguenza nemmeno quelli di Luciana Littizzetto e del trio Aldo, Giovanni e Giacomo (la novità di quest’anno), e persino quello del conduttore Fabio Fazio. Insomma, tutto è in alto mare. Il direttore generale Rai Mauro Masi avrebbe chiesto «chiarimenti» al presidente dell’Autorità garante delle comunicazioni anche su questi contratti, oltre che su quello di Travaglio? Chissà. Fatto sta che l’incontro con Calabrò è saltato. Il presidente dell’Agcom ha preferito non esporsi, visto che compito dell’Autorità è valutare ed eventualmente sanzionare caso per caso e a posteriori. «Nessuna volontà di scaricare responsabilità aziendali sull’Agcom», ha detto Masi interpellato dai cronisti. E da viale Mazzini si spiega che il dg ha mandato una lettera a Calabrò chiedendo un approfondimento tecnico-giuridico in merito a una passata diffida per le affermazioni di Travaglio su Schifani e su eventuali rischi economici per la Rai. Che poi a Masi certi programmi non piacciano, in testa Annozero, il dg Rai lo ha detto implicitamente nell’audizione davanti alla Vigilanza. «Finché ci sarò io il servizio pubblico dovrà rispettare il carattere ”plurale”. Le trasmissioni di cui si discute vanno tutte in onda, compreso Annozero, di cui stiamo discutendo solo il contratto con un collaboratore esterno» ha premesso Masi. Per aggiungere subito: «Non è accettabile però che reti del servizio pubblico facciano trasmissioni ”contro”». Sollecitando «una riflessione» con la stessa Vigilanza sul «senso del servizio pubblico». Masi ha poi parlato del deficit di 50 milioni che la Rai avrà nel 2009 («Più o meno quanto valeva il contratto con Sky a cui la Rai ha rinunciato», notano maliziosi dal Pd) e del «rosso» che nel triennio potrebbe toccare addirittura 600 milioni. Una bancarotta. Il presidente della Vigilanza Zavoli, nell’annunciare che il cda odierno non farà nomine, si chiede: «E’ per ragioni politiche o altre non confesse?». Tg3 ma soprattutto RaiTre sono da tempo nel mirino della maggioranza, che ha fatto circolare il nome di Minoli (andrà in pensione fra 6 mesi) come alternativa a Ruffini alla rete, attribuendo a D’Alema un via libera che invece non c’è mai stato. Oltre a tutto, i due personaggi non si amano, casomai Minoli è da sempre più vicino a Veltroni. Piuttosto, D’Alema per primo, ma alla fine il Pd tutto, vedrebbero bene Bianca Berlinguer a dirigere il Tg3. A questo punto però, il blocco. Un blitz su Minoli avrebbe comportato le dimissioni dei consiglieri e di Garimberti, ha fatto sapere il Pd, e Masi si è per ora fermato.