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 2009  settembre 24 Giovedì calendario

 DONNA IL PRIMO AVVOCATO ROMENO


Otto anni fa come ieri, il 23 settembre 2001, l’avvocato Loredana Ionita, nata a Bacau, studi e tirocinio compiuti in Romania, entrava in Italia con un visto turistico per raggiungere la madre, lavoratrice emigrata. Tre mesi e Loredana diventa clandestina, come tantissimi suoi connazionali. Ma come loro lavora duro, senza risparmiarsi. Nel 2002 arriva la sanatoria: fa la badante e viene regolarizzata. «Non mi sono mai vergognata di un lavoro molto più umile di quello per il quale avevo studiato», raccontava ieri al tavolino di un caffè, alla vigilia di un giorno importante. Stamane giura davanti al presidente della Corte d’Appello come «avvocato stabilito in Italia» ed entra nell’Ordine degli Avvocati di Torino, primo legale romeno. Loredana aveva chiaro che ce l’avrebbe fatta.
L’avvocato Ionita, che sta per compiere 37 anni, ha avuto sempre davanti l’esempio di sua madre. « una donna che di uomini ne vale cento. Ha una forza straordinaria e io le sono grata per tutto ciò che ha fatto per me». Purtroppo, come nel ”98, quando la figlia diventò avvocato in Romania e lei era qui a lavorare, anche oggi non vedrà la figlia in toga pronunciare la formula di rito. «La mamma è in Romania perché casa nostra è stata danneggiata dagli ultimi nubifragi. La lettera del Consiglio dell’Ordine che mi annunciava l’iscrizione è arrivata solo sabato. Mi spiace davvero. Ma lei sarà comunque con me a Palazzo di Giustizia». Una vita sempre «all’ultimo respiro» quella dell’avvocato Ionita, gli occhi chiari che ogni tanto si velano. Ricordare può anche essere difficile. Ma è un attimo. «Sono venuta in Italia perché non potevo stare lontana da mia madre. Ricominciare non è stato semplice, ma io vivo intensamente nel presente e il futuro lo vedo bello anche se impegnativo. Il giuramento a Palazzo di Giustizia è un traguardo, ma è anche un inizio».
Nel suo passato italiano, questa giovane donna felicemente innamorata di un medico canavesano (che tra pochi giorni porterà a conoscere la Romania), trova tante esperienze e fatiche. «Appena ho potuto ho avviato le lunghissime pratiche per ottenere la ”dichiarazione di valore del titolo di studio”. Ci sono voluti tre anni e mezzo e sei viaggi in Romania. Nel frattempo, appena arrivata, avevo seguito un corso da assistente di persone anziane per poter guadagnare subito qualcosa. Poi, nel tempo, ho fatto un corso di mediazione culturale, il lavoro che sto facendo anche ora presso i servizi sociali e il centro Mamre. Ho seguito un master in traduzione giuridico-amministrativa». Anche quattro lavori insieme ha fatto Loredana Ionita (che è stata anche organizzatrice culturale, che adora il giardinaggio e il ballo): badante, interprete in Procura, in aziende, mediatrice. «Il lavoro bisogna prenderlo quando c’è». D’ora in avanti sarà uno: presso lo studio legale Cagnola e Portigliotti.
Di fronte alla prospettiva di collezionare clienti nell’ambito della vastissima comunità romena torinese, Loredana Ionita sorride. «Certo, immagino che arriveranno, la mia nazionalità potrà essere interessante per lo studio. Ma non voglio ”specializzarmi”». Della sua a volte «chiacchierata» comunità dice: «L’Italia è troppo permissiva, qui sono arrivati persone con fior di pendenze penali». Ma dall’altra: «Tra i romeni ci sono migliaia di persone sottovalutate, gente che ha studiato, che ha lauree preziose, ma trova solo lavori di basso livello». Oggi, sotto la toga, l’abito sarà giallo, «come il sole, che adoro», diceva ieri l’avvocato, ancora indecisa. O forse rosso, «come la passione che ci metto».