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 2008  agosto 03 Domenica calendario

Fumanti Giorgia

• Fivizzano (Massa Carrara) 22 febbraio 1975. Cantante • «[...] cantante pop di formazione classica [...] dal coro della parrocchia, ha fatto il grande salto che l’ha portata prima a trasferirsi nel Canada francofono, poi a incidere due dischi [...] “È davvero successo tutto come in una favola — racconta — ho scoperto per caso attorno ai 16 anni di avere del talento grazie al coro di una chiesa di Aulla, dove facevo volontariato. Il primo giorno, quando iniziai a cantare, mi uscì una voce da soprano”. Quindi l’iscrizione al Conservatorio di Parma, uno dei templi italiani del belcanto. “L’opera, però, non faceva per me — ammette — ma ho deciso di restare e studiare canto”. Dieci anni dopo, era il 2002, il trasferimento che cambia la vita: “Sono andata in Canada, seguendo il mio manager: Maurice Velenosi. Anche con lui il caso ha avuto un ruolo fondamentale: nel 2000 ascoltò un mio demo che gli era arrivato non so attraverso quali vie. Due anni dopo si propose come agente. E voilà, sono partita non sapendo una parola di francese e pochissime di inglese. Ma è stato un periodo fantastico, perché potevo finalmente preoccuparmi solo della musica”. È arrivato così il primo album, Like a Dream (2004), un’incursione nelle musiche del compositore Vangelis. “Sì, proprio un sogno che si avverava. Anche se non mi sentivo ancora completamente pronta, tanto che lo produssi come Gioaria invece che con il mio vero nome”. L’album piacque, la Emi si fece avanti e Giorgia Fumanti firmò il suo primo contratto con una major. Con la Emi fece il secondo cd, From my Heart, nel 2007. Registrato, tra l’altro, nei mitici Abbey road studios di Londra: “Un’emozione incredibile, lì è passata la storia della musica”. Un po’ di storia della musica c’è anche in From my Heart. Nelle dodici tracce ci sono infatti quattro pezzi di Morricone, I’ve Dreamed of You di Barbra Streisand e la riscrittura in italiano dei Fields of Gold di Sting. “L’ho reinterpretata più come una ninnananna, sullo stile di quelle che cantava mia nonna quando ero una bambina. A proposito, se sono diventata una cantante parte del merito è proprio di mia nonna e delle sue ninnenanne”» (Maurizio Pluda, “Corriere della Sera” 3/8/2008).