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 2008  luglio 07 Lunedì calendario

Detesto Hollywood regno del terrore. La Stampa 7 luglio 2008 Negli ultimi tempi Robert De Niro ha riflettuto molto sulle follie di Hollywood, o almeno così dice

Detesto Hollywood regno del terrore. La Stampa 7 luglio 2008 Negli ultimi tempi Robert De Niro ha riflettuto molto sulle follie di Hollywood, o almeno così dice. Certo, ben pochi copioni reggono il confronto con le bizzarrie della vita di uno dei più importanti attori del mondo. Il suo ultimo film, What Just Happened?, è tuttavia proprio un tentativo di mettere a nudo le menzogne, gli imbrogli, le falsità e le assurdità che costellano la pazza vita delle iper-egocentriche stelle di Hollywood. « un film serio - ci dice De Niro. Ma mi ha anche fatto ridere. Non ci si può prendere troppo sul serio, o si rischia davvero di ammattire». Nel corso degli anni De Niro (64 anni) ha dovuto attingere a piene mani a una riserva inesauribile di humour per continuare a sfoggiare il proprio sorriso ironico. Contro ogni aspettativa ha celebrato l’undicesimo anniversario di matrimonio con la seconda moglie, Grace Hightower. Nel 2001 la coppia sembrava pronta per il divorzio dell’anno. Lei sosteneva che gli abusi di sostanze psicotrope di De Niro lo rendevano inadatto come genitore di Elliot, il figlio nato nel 1998. Poi le cose si sono aggiustate. «Diciamo che ho avuto la mia parte di contrattempi. Istintivamente, ho separato rigidamente lavoro e vita privata. Altri sono in grado di parlarne. Io no. Se dovessi preoccuparmi di ogni storia fasulla che viene detta sul mio conto potrei anche smettere di alzarmi la mattina. Ho forse l’aspetto di un uomo turbato e ansioso?». Lo guardo con attenzione, in definitiva ha l’aria rassicurante. Com’è, allora, che ha la reputazione di essere difficile e scontroso? «Difficile? - sbotta - Non credo proprio di essere un attore caratteriale. Girare un film è duro anche quando le cose vanno al meglio, quindi è bene non mettere mai nessuno in difficoltà, se è possibile. Ma non vale la pena di fare scenate sul set solo per affermare la propria personalità. Perché rendere la vita difficile al regista se si hanno problemi, che ne so, con il proprio padre?». Il fatto che abbia citato una relazione travagliata con il padre forse può essere importante per capirlo. Il padre di De Niro, Robert De Niro Senior, morto nel 1993 a 71 anni, era un noto artista di New York. Abbandonò De Niro quando questi aveva appena due anni, lasciandolo alle cure della madre, la pittrice astrattista Virginia Admiral, morta nel 2000 all’età di 85 anni. «Si può guardare al microscopio il mio retroterra famigliare quanto si vuole, ma non ho mai avuto problemi con l’autorità sui set - dice lui -. Anche quando sono in disaccordo con il regista, continuo a lavorare. Inoltre, non sono il tipo da coltivare rimpianti. Non rimpiango nulla di nessun film che ho girato, perché c’era sempre una ragione per fare quella scelta in quello specifico momento. Se poi un film non è stato all’altezza delle mie aspettative, è inutile perdere tempo a preoccuparmi di come e perché sia successo. molto meglio passare al progetto successivo». In questi ultimi anni De Niro si è dato certamente molto da fare, con una serie di film comici di grande successo. Sebbene lo scorso anno abbia diretto e interpretato The Good Shepherd - L’ombra del potere, i suoi maggiori successi degli ultimi anni sono film quali Terapia e pallottole (1999) e Un boss sotto stress (2002), o l’altra fortunatissima coppia di film Ti presento i miei (2000) e Mi presenti i tuoi? (2004). Si è persino messo in costume per Stardust, nei panni di un pirata gay. Alcuni lo accusano di essersi venduto. Qualche tempo fa, una e-mail piuttosto amara ha fatto il giro della gente che conta a Hollywood: i film comici degli ultimi anni, diceva, lo hanno imprigionato nel ruolo del «vecchio psicotico». De Niro, insomma, avrebbe abbandonato il cinema di qualità per avere la possibilità di fondare un suo «piccolo impero» a New York. Lui nega seccamente. «Ho sempre fatto film comici. C’erano elementi comici in Mean Streets e persino in Taxi Driver e che dire di Re per una notte? Ho sempre avuto doti umoristiche. Non mi considero un mito della recitazione, ma solo un attore che fa del suo meglio con il materiale che gli viene proposto». Inoltre, non cerca scuse per il suo amore per New York. «Ho vissuto a Los Angeles e lavorato a Hollywood innumerevoli volte, non ho niente contro quella città. Non sono stato un giovane attore disperato e in cerca di scrittura. Ci sono andato su invito e tutte le mie esperienze a L.A. sono state fantastiche. Ma non vorrei mai viverci a tempo pieno. Mi piace New York. Là posso ancora scendere in strada e sedermi al bar o al ristorante e osservare la gente. Se non sei in grado di osservare la gente come attore sei finito». E il suo «impero» a New York? Ha fatto rinascere il vecchio e fatiscente quartiere di TriBeCa con il suo festival cinematografico annuale. Poi ha aperto hotel lussuosi quali il Greenwich, dove tutte le stanze sono dotate di sauna. Infine, ha investito nella catena di ristoranti Nobu. Suo figlio Raphael recentemente si è sposato e ora gestisce i suoi hotel. « bello avere altri interessi - dice in modo soave -. Certo, il mio interesse principale è sempre stato il cinema». La sua performance in What Just Happened? è un’ottima dimostrazione di quanto afferma. Il film si basa sul libro omonimo del produttore Art Linson, che ha per sottotitolo Storie amare dal fronte di Hollywood. Una di queste storie parla della lite del 1997 fra la 20th Century Fox e un Alec Baldwin, all’apice della fama. Il motivo della furia della casa produttrice era il fatto che Baldwin avesse deciso di presentarsi alle riprese di L’urlo dell’odio in evidente sovrappeso e con la barba lunga. Nella versione cinematografica di What Just Happened?, Bruce Willis interpreta un personaggio chiamato Bruce Willis che si oppone a ogni richiesta di tagliarsi la barba e perdere peso prima delle riprese di un nuovo film. Ben (De Niro),un grande produttore, tenta disperatamente di mantenere in precario equilibrio la sua vita, devastata da un calendario lavorativo a dir poco frenetico, da due ex mogli da ammansire e da rapporti con stelle nevrotiche quali Willis, nonché con i loro agenti intimoriti. «Questo film è davvero molto vicino alla realtà - dice de Niro -. Il fattore terrore è sempre presente e si interseca ad ogni aspetto dell’esistenza di una stella di Hollywood. Si va dalla terribile prospettiva di perdere decine di milioni di dollari a causa di un fiasco, alla possibilità che quel fiasco ti impedisca di avere un buon tavolo nel tuo ristorante preferito». Ma qualcuno ha mai provato a snobbare De Niro dirottandolo dal tavolo migliore a uno di quelli d’angolo? De Niro lancia uno dei suoi sorrisetti ironici. «Nessuno mi ha ancora cacciato dal mio tavolo. Comunque, tanto per stare più tranquillo, mi sono comprato degli ottimi ristoranti». Garth Pearce