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 2008  maggio 13 Martedì calendario

Vedo tanta improvvisazione. E chi seriamente vuole fare qualcosa di concreto in tema di sicurezza e immigrazione rischia il fallimento

Vedo tanta improvvisazione. E chi seriamente vuole fare qualcosa di concreto in tema di sicurezza e immigrazione rischia il fallimento. Perché con l’improvvisazione si creano grandi aspettative e grandissime delusioni». Non parla, ufficialmente. Si limita a un cortese «è troppo presto, aspettiamo di vedere il governo all’opera». Chi ha modo di frequentarlo in questi giorni, assicura che «la sua delusione non deriva certo dal fatto che non sia diventato ministro, né tantomeno presidente del Senato, possibile candidatura bipartisan tramontata un minuto dopo i risultati elettorali». Sarà pure così, ma il silenzio di Beppe Pisanu, ex ministro dell’Interno, nasconde in realtà una grave preoccupazione. E in questi giorni, Pisanu si è limitato a dare risposte stringate a chi nella maggioranza lo ha sollecitato su temi a lui cari da ex ministro dell’Interno: sicurezza e immigrazione. Insomma, i primi giorni del governo Berlusconi su questi temi, per Pisanu, sono segnati dall’«improvvisazione»: respingimento in mare dei clandestini; sospensione del trattato di Schengen; reato di immigrazione clandestina; deportazione di rom e romeni; trasformazione dei Cpt in luoghi di detenzione. Al «caminetto» delle nuove idee e proposte che dovranno trasformarsi in decreti leggi e disegni di legge, Pisanu ha più volte inviato messaggi in controtendenza: «L’unica strategia efficace di lotta all’immigrazione clandestina - è stato il suo ammonimento - è l’uso intelligente dell’immigrazione regolare. Le altre sono solo misure parziali e alla fine inefficaci». Proprio Pisanu, negli anni in cui ha retto il ministero dell’Interno, ha dovuto fronteggiare il flusso di migliaia e migliaia di clandestini che arrivavano dalla Libia. E più volte ha messo in gioco la sua credibilità nei confronti dei libici per neutralizzare le prese di posizione dei suoi alleati di governo, i leghisti («Respingeremo i clandestini sparando cannonate...»). Adesso si riparla di respingimento in mare. E Pisanu avverte: «Quelli che attraversano il Mediterraneo sono i più disgraziati, uomini e donne senza nulla, neppure la dignità che hanno consegnato ai trafficanti. Loro sono le prime vittime di questo immondo traffico. E poi - ha spiegato Pisanu ai suoi interlocutori - quelli che arrivano via mare dalla Libia sono il 5-10% del totale dei clandestini che varcano i nostri confini nazionali». L’ex ministro dell’Interno ironizza nei confronti degli sponsor di queste proposte: «A loro ricordo le convenzioni internazionali che obbligano tutti al soccorso in mare. In particolare la Convenzione di Montego Bay (10 dicembre del 1982, ndr) che è il verbo in tema di diritto internazionale del mare, e il cui principio ispiratore è la solidarietà. Non troveranno un comandante di una qualsiasi imbarcazione che rifiuterà il soccorso in acque internazionali, altro che accostare le navi di clandestini e farle girare la prua verso le coste da dove sono salpate». Retate di rom e romeni, smantellamento di campi nomadi, espulsioni, sospensione del trattato di Schengen. Da ex ministro «dei diritti civili» (più che dalla sua cultura cattolica solidaristica), Beppe Pisanu lancia strali al vetriolo: «Sento argomenti e proposte discriminanti che nessun governo europeo potrebbe avallare. Lo Stato moderno è nato anche con il Trattato di Westfalia sulla libertà di andare e venire». E a lui che ha studiato da ministro dell’Interno tutte le implicazioni del Trattato di Schengen, l’idea di una sua sospensione prolungata appare inverosimile: «Il trattato di Schengen si può sospendere al massimo per un tempo limitato, ripristinando così le frontiere intraeuropee, in occasione di eventi particolari, come la visita di un Capo dello Stato, un meeting internazionale, come un G8. Come possiamo sospenderlo selettivamente, cioè solo per certi cittadini e non altri, per un tempo prolungato?». Queste cose, Pisanu le ha dette ai suoi interlocutori. Ma evidentemente senza successo. Ed è forse per questo che il Pisanu politico sembra essere votato al silenzio. Troppo distante la sua posizione da quella di chi oggi chiede l’arresto dei clandestini e la trasformazione dei Cpt in centri di detenzione. «Io ho sempre pensato che la migliore arma per combattere la clandestinità è quella di una efficace e positiva politica di integrazione nei confronti degli immigrati regolari. Ma, nello stesso tempo, è giusta una politica ferma e articolata di contrasto alle organizzazioni di trafficanti di merce umana e all’immigrazione clandestina, ma nel rispetto dei diritti umani, delle Convenzioni internazionali e naturalmente delle nostre leggi». Il suo successore, Giuliano Amato, ha sospeso il respingimento individuale dei clandestini alla frontiera, inviandoli nei paesi di transito, la Libia, che a sua volta provvedeva al rimpatrio verso i paesi d’origine. Il Pisanu pensiero di oggi: «Forse ci vorrebbe uno sforzo in questa direzione: rafforzare gli accordi bilaterali con i Paesi d’origine e di transito, perché questi accettino il rimpatrio dei loro concittadini». «Se l’Esercito può essere utile anche per compiti interni si vedrà, è una possibilità che al momento non mi sento di scartare perchè la sicurezza nel Paese è prioritaria», dice il ministro della difesa Ignazio La Russa a «La Sicilia», ricordando «l’esempio positivo dei Vespri siciliani», quando i militari vennero impiegati nell’isola, in concorso alle forze di polizia, in una fase acuta dell’emergenza mafia. «Un’operazione come quella c’è stata e può esserci ancora», aggiunge La Russa, precisando però che, «per la verità, nemmeno nel pacchetto sicurezza c’è al momento un’ipotesi del genere». vero, continua il ministro, «l’Esercito viene impegnato per difesa esterna e non interna, ma non escludo nulla, bisognerà valutare con attenzione. Sulla sicurezza avremo un incontro con i ministri Maroni e Alfano e discuteremo anche di questa eventualità». Stampa Articolo