Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  maggio 08 Giovedì calendario

Allarme del Csm: nelle procure un posto su cinque è scoperto. Italia Oggi 8 maggio 2008 Procure in crisi e rischio paralisi per le indagini e i processi di mafia

Allarme del Csm: nelle procure un posto su cinque è scoperto. Italia Oggi 8 maggio 2008 Procure in crisi e rischio paralisi per le indagini e i processi di mafia. La magistratura è in allarme a causa di uno dei probabili effetti di una norma della riforma Mastella dell’ordinamento giudiziario, entrata in vigore l’estate scorsa, che impedisce ai magistrati di prima nomina di accedere agli uffici della procura. E le conseguenze sui buchi negli organici potrebbero essere pesanti, se si considera che già quasi 200 pm mancano all’appello, soprattutto nelle sedi del Sud, quelle più disagiate e in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Basti pensare che su 193 posti di pubblico ministero vacanti alla data di ieri, oltre il 50% è distribuito tra Sicilia, Calabria e Campania, con vuoti che vanno dai ben dieci posti «scoperti» alla procura di Palermo, agli otto di Napoli, ai sette di Caltanissetta ai quattro di Palmi. In totale, i posti non assegnati rappresentano il 16%, cioè quasi uno su cinque. L’allarme è partito da alcuni consiglieri togati del Consiglio superiore della magistratura, che martedì scorso hanno inviato un documento al comitato di presidenza del Csm, sollecitando l’apertura di una pratica da parte di palazzo dei Marescialli. Il documento, firmato da Mario Fresa, Dino Petralia e Ciro Riviezzo, tutti e tre esponenti di Movimento per la giustizia, spiega che «per accedere agli uffici della procura i magistrati devono avere ottenuto, secondo la nuova legge, una valutazione di professionalità che arriva quattro anni dopo il decreto di nomina». Una preclusione assoluta per le «matricole» quindi, sulle quali in realtà si regge molto del lavoro svolto in alcune procure di frontiera, soprattutto in Sicilia e in Calabria. «Il meccanismo previsto dalla legge rischia di creare un circolo vizioso, secondo il quale nella copertura dei posti saranno privilegiate le sedi del Centro e del Nord, piuttosto che quelle che più ne hanno bisogno», spiega Dino Petralia. Il flusso delle richieste di trasferimento da parte dei magistrati già in servizio nelle procure, infatti, è dal Sud verso il Nord, e non il contrario. E una volta che alle procure del Sud verranno meno tutte le nuove leve, prevedibilmente gli organici ne risentiranno in maniera disastrosa. «Negli uffici si creerà un deficit strutturale, tale da portare al rischio di una stasi delle indagini preliminari, soprattutto in quelli più esposti al controllo di legalità e all’azione di contrasto nei confronti della criminalità organizzata e di tipo mafioso», spiega ancora Petralia. Secondo il documento firmato dai tre magistrati, l’allarme sarebbe tale da mettere addirittura a rischio «la stessa rappresentanza del pubblico ministero nei dibattimenti». Il documento chiede che palazzo dei Marescialli scenda in campo per studiare gli opportuni rimedi, e indicare agli organi competenti tutte le iniziative per fronteggiare la situazione di crisi. Tra le proposte avanzate per superare l’impasse, c’è l’apertura di una pratica alla terza commissione del Csm, che si occupa appunto dei trasferimenti dei giudici. Teresa Pittelli