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 2008  maggio 08 Giovedì calendario

Quanto costano le palestre per neuroni. Nòva 8 maggio 2008 Sono passati sessant’anni dall’inizio del Baby boom

Quanto costano le palestre per neuroni. Nòva 8 maggio 2008 Sono passati sessant’anni dall’inizio del Baby boom. O meglio: circa sessanta, perché la data d’inizio (e di fine) di quell’esplosione demografica che ringiovanì il volto dell’Occidente a partire dal dopoguerra, viene stimata diversamente da Paese a Paese. Però un fatto è certo: quelle centinaia di milioni di bambini nati sull’onda della ricostruzione postbellica e della crescita economica, hanno i capelli bianchi, qualche acciaccatura e, piaccia o no, anche qualche inaspettato vuoto di memoria. Ora, siccome i baby boomers, una volta cresciuti, si sono storicamente trasformati nella generazione più ambita dai marketing manager di tutto il mondo – per via di una proverbiale inclinazione a spendere denaro – ecco che negli ultimi tempi è esploso un altro boom: quello delle palestre per neuroni. Non una, non due, ma un numero incalcolabile. Su internet ci sono happy-neuron.com, lumosity.com, braintrain.com e poi tutte le possibili varianti, come mybraintrainer.com o sharpbrain.com. Sul web, si sa, quasi tutto è gratuito. Ma non certo un servizio per opulenti baby boomers. I prezzi variano, ma per accedere agli attrezzi e ai tapis roulant della palestra neuronale – di fatto giochi, test ed esercizi – bisogna sborsare in media una trentina di dollari all’anno. Basta vedere cos’è successo alla Nintendo: dopo il successo di Brain Age, un software per il training neuronale reclamizzato da Nicole Kidman (la quale, nata nel 1967, non è tecnicamente una baby boomer), la casa giapponese ha allagato il mondo con una serie infinita di videopalestre per la mente sotto forma di videogiochi. Ma c’è in commercio anche del software più "professionale" come MindFit (150 $) o PositScience (395 $), nel cui sito c’è la foto di una nonna con sotto la scritta: «I vostri nipoti vi ringrazieranno». Vi ringrazieranno di non dire sciocchezze, si immagina. In realtà però, un fondamento scientifico c’è. Una recente ricerca della University of South Wales ha provato che il complesso delle attività mentali nell’arco della vita di una persona, riducono marcatamente i rischi di demenza senile. In altre parole, il lavoro, l’istruzione e anche qualsiasi genere di divertimento mentalmente stimolante sono in grado di proteggere dalla degenerazione neuronale. La novità è che l’invisibile impalcatura della mente si può aggiustare, e perfino ricostruire, anche in età avanzata. Ma a condizione di aver cominciato già da giovani. Sabato scorso, il New York Times ha riportato la storia di David Bunnell, un baby boomer californiano di 60 anni che ha fatto l’editore per una vita. Un bel giorno, alla più banale delle domande – «Qual è il suo indirizzo?» – non ha saputo cosa rispondere. Si è così spaventato, che si è buttato anima e corpo nella palestra della sua stessa mente, nel disperato tentativo di allontanare la vecchiaia. Come certi forsennati delle palestre muscolari, pare che abbia preso a esercitarsi fino a un paio di ore al giorno. A quanto si dice, con successo. Dunque, non è vero che il potere della mente debba declinare per forza. Questo articolo, anche dopo tutto quel l’elenco di prezzi e di prodotti, non è una pubblicità subliminale per i baby boomers d’Italia. «La gente intelligente – ha dichiarato Bunnell al New York Times – può trovare nuovi modi per esercitare il cervello senza comprare software o iscriversi a costosi seminari». Lui, ad esempio, sta leggendo un romanzo con lo stesso impegno richiesto abitualmente dal sollevamento pesi. Lo tiene in mano capovolto. Marco Magrini