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 2008  maggio 08 Giovedì calendario

Euro e valuta cinese Caro Romano, lei ha affermato in una risposta a un lettore che nell’euro ci avrebbero tirato dentro per i capelli, imponendoci di aderire ai trattati di Maastricht

Euro e valuta cinese Caro Romano, lei ha affermato in una risposta a un lettore che nell’euro ci avrebbero tirato dentro per i capelli, imponendoci di aderire ai trattati di Maastricht. I nostri partner erano stufi delle nostre svalutazioni competitive e nel caso non avessimo accettato avrebbero applicato pesanti dazi sulle nostre esportazioni. Esiste una situazione analoga e contro di essa l’Europa non muove un dito. Come lei saprà, la valuta cinese è da sempre ancorata al dollaro americano. In pochi anni il dollaro si è rapidamente svalutato nei confronti dell’euro e sebbene Pechino abbia dato la disponibilità a rivalutare la propria moneta, la valuta cinese è andata dietro al dollaro e non all’euro. L’oggetto che alcuni anni fa arrivava in Europa a 100 euro, ed era già un costo che metteva fuori gioco le nostre imprese, ora arriva a 60 euro, unicamente grazie a questioni di carattere monetario. All’inizio del millennio il renminbi yuan era 8.20 contro dollaro e all’inizio del 2002 ne servivano poco meno di 7 per fare un euro, ora con un euro se ne ottengono 11. L’Europa, che una decina di anni fa minacciava dazi all’Italia, accusata di concorrenza sleale per aver svalutato troppe volte la lira ora pare ignorare il problema Cina e la sua svalutazione molto più pericolosa. Emma Cheroni Scotti c.emma@email.it Due precisazioni. In primo luogo nessuno ci ha imposto di aderire al Trattato di Maastricht. Abbiamo contribuito a scriverne il testo e lo abbiamo firmato perché non volevamo essere tagliati fuori dell’Europa. In secondo luogo l’Italia è membro dell’Unione, fa parte del mercato unico e gode dei suoi vantaggi. naturale che i soci del club possano pretendere dall’Italia ciò che è più difficile pretendere dalla Cina.