La Repubblica 7 maggio 2008, Giovanni La Torre, 7 maggio 2008
Lettera. Guai a prendere sul serio i libri scritti dai politici. La Repubblica 7 maggio 2008 Ho letto l’articolo di Pirani sull’ultimo libro di Tremonti e volevo solo segnalare che alcuni anni fa il professore ne scrisse un altro dal titolo «Lo Stato criminogeno» in cui sosteneva tesi esattamente opposte a quelle di quest’ultimo
Lettera. Guai a prendere sul serio i libri scritti dai politici. La Repubblica 7 maggio 2008 Ho letto l’articolo di Pirani sull’ultimo libro di Tremonti e volevo solo segnalare che alcuni anni fa il professore ne scrisse un altro dal titolo «Lo Stato criminogeno» in cui sosteneva tesi esattamente opposte a quelle di quest’ultimo. Lì sosteneva che l’interventismo statale crea un eccesso di legislazione che poi induce gli operatori ad eluderle generando appunto il «crimine». Allora per vincere le elezioni bisognava cavalcare l’onda liberalizzatrice (anche se poi di liberalizzazioni non ne ha fatte), oggi invece l’onda da cavalcare è quella della paura della Cina e della globalizzazione, ben sapendo che anche questa volta di tutte le cose che ha scritto non ne attuerà neanche una. Penso quindi che i libri dei politici non vadano presi sul serio. D’altro canto anche dalla «nostra» parte non mancano gli esempi. D’Alema scrisse un libro dal titolo «Un Paese normale» e subito dopo fece la cosa più anormale di questo mondo: costituì un governo non democraticamente eletto. Giovanni La Torre