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 2008  maggio 07 Mercoledì calendario

Corriere della Sera, mercoledì 7 maggio 2008 Caramba, che sorpresa. Siccome in Italia le rivoluzioni si fanno coi carabinieri, come diceva Leo Longanesi, la rivoluzione della sicurezza è Benemerita soprattutto a sinistra

Corriere della Sera, mercoledì 7 maggio 2008 Caramba, che sorpresa. Siccome in Italia le rivoluzioni si fanno coi carabinieri, come diceva Leo Longanesi, la rivoluzione della sicurezza è Benemerita soprattutto a sinistra. Quelli della Spezia si sono inventati il Carabiniere Consolatore. Gli hanno dato un nome un po’ We Can stile Obama, «Approcciatore globale di Community Safety», e funziona così: l’appuntato suona alla porta del vecchietto, gliela conta su fra pianerottolo e anticamera, cinque minuti finché il consolatore ha la pazienza d’ascoltare il consolato (e viceversa), magari di bere un caffé. «Tutto bene?». «Eh, si tira avanti...». Una virile stretta di mano. Uno schiocco di tacchi. E la mission è compiuta, la community più safe. Adesso sì che si può fare. C’è una sinistra di botte e di governo che sembrava non aspettasse altro: assoldare ronde, sfoderare sfollagente, spruzzare urticanti. Mani che prudono. Ordinanze da servizio d’ordine. Lo disse per primo Sergio Cofferati a Bologna nel 2005, «la sicurezza non è di destra né di sinistra », lo ripeté lo stesso Cinese a chi gli dava dello sceriffo: «Ma gli sceriffi non erano i buoni, una volta?». L’ha riconosciuto qualche giorno fa Piero Fassino: «Anche un vigile urbano dev’essere messo in grado di difendersi...». E allora vai, sindaco rosso. Novità di giornata: Roberto Pucci, il sindaco arcobaleno di Massa, che arma i loro vigili. E Massimo Cacciari che si prepara a chiudere il centro storico di Venezia e quello di Mestre agli accattoni. Con la fantasia pidì che ormai batte perfino la strategia leghista. I bossiani di Montegrotto Terme arruolano fra i vigili anche tre manichini, da piazzare con divisa e paletta lungo la provinciale per Padova e dissuadere gli automobilisti- pirata un po’ gonzi? Bassolino s’è studiato di meglio: poiché a Napoli lo scippo è fisiologico, i turisti lascino pure il Rolex in albergo e casomai lo rimpiazzino con un orologino di plastica, grazioso omaggio della Regione. Sicurezza, cosa non si fa per te. Dopo la batosta elettorale, è il nuovo Frontismo della sinistra. Nel senso che s’ispira al lumbard Gigi Fronti, oggi assessore del Carroccio a Voghera, unanimemente riconosciuto l’inventore delle prime ronde, anno 1996, ben prima che arrivassero i Gentilini a levare le panchine sotto il sedere degl’immigrati di Treviso o le famose ordinanze anti-burqa del Pordenonese. Una volta lo sfottevano, il Fronti, oggi gli darebbero il Nobel della Ronda: i bassaioli di Cremona e di Rovigo ci stanno arrivando dodici anni dopo e anche lassù sulle montagne, a Trento, si stanno organizzando coi pacifici alpini in congedo. Con l’aria che tira nelle città, sono poche le giunte pidì che la tolleranza non la moltiplicano per zero: a Bari c’è Michele Emiliano, che faceva il magistrato, conosce i delinquenti veri e non ha molta voglia di prendersela coi poveracci ai semafori. In un paesino della Bergamasca, Chiuduno, tutte le sere la Lega pianta un gazebo per contestare il sindaco: loro dicono che la situazione è insostenibile, lui risponde che sono tutte balle. Il rigore, un po’ dappertutto, è d’ordinanza: a Cava dei Tirreni, dove da due giorni i vigili girano con pitbull e cani lupo antidroga, il telefono scotta e l’assessore udeurino Alfonso Senatore gongola, «mi chiamano da tutt’Italia, vogliono importare tutti la nostra idea». Tutti chi? Chiunque sappia che oltre il 50 per cento degli amministrati (sondaggio Mannheimer di qualche mese fa) vuole ronde e pugno di ferro. C’erano una volta il muro di Padova e la sbarra antirom dei veneziani di Ceggia? A Cosenza hanno cominciato a censirli, i rom, e prima o poi decideranno anche lì il daffarsi. E Ceggia ha rilanciato pochi giorni fa con il divieto totale di sosta ai nomadi. «Disturbare per non essere disturbati» è lo slogan di Variati, borgomastro rosso di Vicenza, dove disturbare sta per sorvegliare a turno i clienti delle prostitute, chi spaccia ai giardini, chi vende alcol troppo e male. Con una novità di: l’annuncio dell’espulsione immediata «dello straniero che delinque ». La Bologna delle mille ronde ne sforna una al giorno: ora si sta pensando a un braccialetto antistupro per le studentesse universitarie, tipo quello che proponeva Rutelli a Roma, mentre Genova sta testandolo sugli anziani. E ricordate l’estate scorsa, le polemiche sulle centrosinistre Firenze e Pavia che multavano i lavavetri e sgombravano gli squatter? A Venezia è in sintonia Cacciari e da un pezzo lo sono a Viareggio, ora anche a Ravenna, e insomma ormai si può... Per non dire della ridotta bertinottiana di Massa, coi purissimi e durissimi che si sono decisi perfino loro: e va bene, armiamo la polizia urbana e mandiamola a caccia di lucciole sul lungomare. Poco lontano del resto c’è Carrara, dove i vigili hanno già le armi, e lì sulle cave di marmo bianco la giunta rossa fa volare addirittura un dirigibile che tutto monitora. Occhio, dunque. Le videocamere coi nastri conservati 24 ore, roba vecchia di dieci anni nei municipi leghisti, stanno diventando un must a Rimini, nelle Marche, a Pisa, a Pescara, a Catanzaro, a Lamezia Terme, mentre a Genova le hanno piazzate addirittura sugli autobus urbani. Da Modena ad Ancona, passando naturalmente per Bologna, tra i vigili vanno di gran moda anche i baton, che poi sono i manganelli estensibili, oltre agli spray al peperoncino antiaggressione. Sergio Chiamparino ha già ordinato gli uni e gli altri, dopo l’aggressione di sabato ai vigili torinesi che facevano multe, e ha pure trovato una cornice ideologica che li spieghi. Né Obama né Hillary, dice. La teoria è quella dei vetri rotti che applicava a New York il repubblicano Giuliani: «Lui indicava le finestre rotte nelle case: sostituitele, e contrasterete il degrado. Io guardo alla sosta selvaggia: multe e nessuna tolleranza. La legalità comincia da lì». Francesco Battistini