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 2008  maggio 06 Martedì calendario

Rupert Murdoch e la Cina Due poteri costruiti sulla paura. Corriere della Sera 6 maggio 2008 Per capire fino a che punto Rupert Murdoch sia potente, dovreste leggere le recensioni dell’ultimo libro di Bruce Dover, Rupert’s Adventures in China: How Murdoch Lost a Fortune and Found aWife (Mainstream Publishing, 2008)

Rupert Murdoch e la Cina Due poteri costruiti sulla paura. Corriere della Sera 6 maggio 2008 Per capire fino a che punto Rupert Murdoch sia potente, dovreste leggere le recensioni dell’ultimo libro di Bruce Dover, Rupert’s Adventures in China: How Murdoch Lost a Fortune and Found aWife (Mainstream Publishing, 2008). Trovate? No? Cercate, cercate. Non ne vedete neppure l’ombra? Basta, non ho altre domande. Dover era il vice di Murdoch in Cina, e stava direttamente agli ordini del «capo». Il suo libro, dato alle stampe lo scorso febbraio, propone un’affascinante analisi del potere e di un uomo incapace di rassegnarsi all’idea che qualcun altro potesse mettergli i bastoni tra le ruote. Perché, allora, nessuno ne parla? Rupert Murdoch, spiega l’autore, lanciò l’assalto alla Cina incorrendo due errori strategici. Il primo: pagare una cifra da capogiro (525 milioni di dollari) per assicurarsi la partecipazione di maggioranza in Star Tv, un’emittente satellitare in odore di bancarotta con base ad Hong Kong. Il secondo: tenere un discorso, nel settembre 1993, cioè pochi mesi dopo aver rilevato la società, che non aveva scritto di suo pugno né letto con troppa attenzione. I nuovi mezzi di telecomunicazione, scandì, «si sono rivelati un’evidente insidia per tutti i regimi totalitari (…). Le emittenti satellitari possono consentire a quanti vivono in società chiuse e sono avidi di informazioni di bypassare i canali tv controllati dallo Stato». I dignitari cinesi andarono su tutte le furie. Il premier Li Peng promulgò un decreto per la messa al bando delle antenne satellitari in Cina. Per dieci anni, Murdoch strisciò come un verme. Fedele agli interessi del business, il grande capitalista si trasformò nel più potente sostenitore del governo comunista. Sei mesi dopo l’introduzione del divieto di Li Peng, Murdoch rimosse la Bbc dal segnale di Star Tv in Cina. Il gruppo editoriale di sua proprietà, HarperCollins, sborsò una fortuna per acquistare la tediosa biografia del leader supremo, Deng Xiaoping, scritta dalla figlia di quest’ultimo. Murdoch finanziò la creazione del sito web del Quotidiano del Popolo, il giornale di propaganda del regime. E, nel 1997, pronunciò un altro discorso nel tentativo di porre rimedio al disastro provocato quattro anni prima. «La Cina – disse – è un mercato particolare con particolari valori morali e sociali, cui le imprese occidentali dovranno imparare ad attenersi». I suoi tirapiedi si premurarono, rivela Dover, «che ogni "prezioso" funzionario del governo cinese ne ricevesse una copia». Ma il divieto sulle antenne satellitari rimase, e Murdoch dovette strisciare ancora. Così, descrisse il Dalai Lama come «un vecchio monaco fortemente politicizzato, che gira in scarpe firmate Gucci». Suo figlio James ha dichiarato che i media occidentali «offrono un’immagine ingiustamente negativa della Cina, puntando i riflettori su questioni controverse come i diritti umani». Il fatto più tristemente noto, tuttavia, è che egli diede precise istruzioni ai responsabili della HarperCollins affinché rinunciassero alla pubblicazione del libro di Chris Patten, ex governatore britannico di Hong Kong, di cui avevano acquistato i diritti. Secondo le indiscrezioni fornite da Dover, Murdoch fu costretto a intervenire di persona (ordinando di «distruggere quel fottuto libro»), poiché il normale sistema di controllo si era inceppato. Murdoch, infatti, «diramava molto raramente istruzioni o direttive ai suoi direttori o alti dirigenti». Si aspettava, infatti, «una sorta di "obbedienza preventiva". Non c’era bisogno di particolari istruzioni sul da farsi: semplicemente, si sapeva quale scelta avrebbe tutelato i propri interessi sul lungo periodo». Nella fattispecie, i dirigenti della HarperCollins non avevano capito che se il capo dissentiva dall’analisi di Patten sulla Cina, il libro era automaticamente spacciato. Il concetto di «obbedienza preventiva» illustra perfettamente anche l’approccio di Murdoch verso i cinesi. Come dimostra Dover, i vertici di Pechino non pretesero mai la messa al bando del libro di Chris Patten, di cui ignoravano persino l’esistenza. Quando Murdoch lo mandò al macero, «i nostri guardaspalle a Pechino rimasero assai colpiti, e il caso-Patten segnò una chiara distensione nei rapporti». Ma la strategia fallì. Murdoch dovette constatare con stupore l’impossibilità di annodare «rapporti sereni come quelli intessuti con l’establishment politico in Gran Bretagna». Per la prima volta dopo tanti anni, si era scontrato con un sistema più potente e determinato di lui. Oggi ha voltato le spalle alla Cina, dopo aver incassato una perdita pari ad almeno un miliardo di dollari. Ci troviamo davanti a una storia avvincente, che ha come protagonisti due delle forze più potenti al mondo. L’editore britannico di Dover mi ha confidato: «Pensavo che una storia del genere fosse l’ideale per una pubblicazione a puntate. Ne avevamo parlato con l’autore e tutto era pronto. Ma abbiamo dovuto rinunciare, perché non si è riscontrato sufficiente interesse. Ci siamo scontrati con un muro, e non capiamo perché». Il libro è stato recensito dall’Economist e dal Financial Times, ma tutti gli altri quotidiani o emittenti in Gran Bretagna non ne hanno fatto parola. A quanto ci risulta, il libro è stato recensito da una soltanto delle testate possedute da Murdoch in tutto il mondo, l’Australian Literary Review; ma l’articolo trasuda una piaggeria e un vittimismo tali da indurre a chiedersi come mai si siano presi tanto disturbo. Il direttore di un’altra testata della News Corporation, la Far Eastern Economic Review, aveva autorizzato una recensione, ma ha poi ammesso di essersi «lasciato prendere dal panico», scegliendo quindi di cestinarla. E gli altri giornali? Per quali ragioni dovrebbero compiacere Murdoch? «Analizzando la reazione dei media britannici a questo libro – confida Dover ”, si capisce meglio come mai, da un certo punto di vista, Murdoch fosse così ammirato dai cinesi. L’imperatore che incute timore nei suoi gregari, non ha bisogno di alzare la mano contro di essi». Stranamente, l’autore di un libro che ha suscitato tanta paura dà a volte l’impressione di tornare sui suoi passi. A suo dire, ad esempio, i responsabili della News Corporation non promisero mai al governo cinese un trattamento di favore, e Murdoch s’impegnò semplicemente a comportarsi in modo «giusto», «equilibrato» e «oggettivo ». Dover prende tutti questi aggettivi alla lettera, sebbene dal suo racconto si evinca chiaramente che servivano da codice di copertura al trattamento speciale. Non è esatto sostenere che «Murdoch diramava molto raramente istruzioni o direttive ». Come ha rivelato Andrew Neil, ex direttore del londinese Sunday Times, nella testimonianza resa davanti alla Commissione per le Comunicazioni della Camera dei Lord, il grande leader esercita un controllo capillare sul contenuto editoriale delle proprie testate, capaci di influenzare i grandi equilibri politici.  fuor di dubbio, tuttavia, che l’«obbedienza preventiva» sia effettivamente l’arma più potente di Murdoch. Non credo che egli dovette chiedere a tutti e 247 i suoi direttori di appoggiare l’invasione in Iraq, eppure l’hanno fatto. Né, probabilmente, si è dovuto appoggiare a Tony Blair per far sì – come rivela Lance Price, ex spin doctor di quest’ultimo – che nessun ministro britannico dicesse «una parola buona sull’euro». Il potere non è alimentato dalla forza, bensì dalla paura. questo il segreto perché tutti si affannino ad interpretare i desideri del padrone, e ad avverarli prima ancora che egli lo chieda. George Monbiot Giornalista e docente universitario, commentatore per il quotidiano The Guardian, in Italia ha pubblicato Calore! (Longanesi 2007) e L’era del consenso (Longanesi 2004). Copyright Guardian News & Media 2008 (Traduzione di Enrico Del Sero)