Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  maggio 06 Martedì calendario

Paura di volare, la tribù che resta a terra. Corriere della Sera 6 maggio 2008 ROMA – La paura di volare oscura l’astro nascente del ministro della Cultura in pectore Sandro Bondi

Paura di volare, la tribù che resta a terra. Corriere della Sera 6 maggio 2008 ROMA – La paura di volare oscura l’astro nascente del ministro della Cultura in pectore Sandro Bondi. E nelle ultime, roventi, ore di trattativa di governo i detrattori dell’ex portavoce di Forza Italia, giocano l’ultima carta: il suo acclamato panico per gli aerei. Un terrore che lo paralizza al punto di optare per la nave anche per un viaggio negli Stati Uniti. Una debolezza che fa sorridere pensando al ruolo di futuro rappresentante della cultura italiana all’estero. Ma che è più diffusa di quanto si pensi. «Io ne sono totalmente schiava» confessa Barbara D’Urso. «Non c’è niente da fare. più forte di me. Rompo alle hostess. Chiedo di essere messa in prima fila. Chiamo perché mi stiano vicino. Le provo tutte». Tra gli altri tentativi, la conduttrice de Lo show dei record, ha seguito i consigli degli esperti frequentando un corso ad hoc. «Ho anche invitato in trasmissione il presidente dell’Anpac che è un istruttore. Ma – ammette – non sono migliorata affatto». Del resto la fobia di stare a mezz’aria è fra le più diffuse anche tra i vip. A Hollywood ne soffrono da Cher a Colin Farrel, da Meg Ryan a Martin Scorsese. Da noi da Adriano Celentano, a Mina a Mara Venier. Da Pamela Prati a Gigi Marzullo. Corrado, l’indimenticabile presentatore e autore de La Corrida, ne era terrorizzato. «Faceva chilometri e chilometri in macchina pur di non prenderne» conferma la sua compagna Marina Donato. E anche il suo erede Fiorello precisa spesso: «Io non ho paura di volare, ho paura di cadere». Per qualcuno il panico arriva dopo una brutta esperienza. stato così per l’ex centrocampista Eraldo Pecci. «Ero con tutta la squadra del Napoli. E il pilota perse completamente il controllo. L’aereo andava in alto, in basso, sembrava senza più una rotta. Ci ho messo vent’anni a dimenticare quei momenti ». Per altri, invece, la paura giunge a tradimento. Anche senza un perché. E se c’è chi la supera, come la protagonista di Incantesimo Linda Batista (che sostiene di averla vinta lanciandosi con un paracadute), c’è chi non se ne libera più. «Per me va sempre peggio» ammette senza problemi Enrico Lucherini, press agent delle Dive e motore creativo della Dolce Vita. «Quando facevo ancora l’attore con Peppino Patroni Griffi e Rossella Falk, nel ’57, andammo in tournee in Sudamerica e facevamo da Lima a Caracas, da Rio a Montevideo con piccoli aerei. Anna Maria Guarnieri ci raggiungeva in pullman e attraversò le Ande con un trenino. Poi un giorno, nell’atterraggio a Caracas Rossella mi dice: "c’è qualcosa che non va". L’aereo andò verso il mare e risalì con un gran rumore. Non l’ho mai dimenticato. Per anni l’ho preso ugualmente. Ora, se posso, evito». Tra quelli che ce l’hanno fatta a vincere il mostro dentro di sè Lucherini ricorda nomi illustri: «Anche Sofia Loren, quando l’accompagnavo a prendere i premi a Monaco o a Cannes per La Ciociara tremava e mi graffiava il braccio. Adesso lo prende come il taxi. E Carlo Verdone vent’anni fa non ci voleva salire. Adesso va anche su quelli piccoli ». Ma c’è chi proprio non ce la fa. «Dalila Di Lazzaro – rivela il promoter delle star – andò in un’isola dei Caraibi e tornò con la nave. E proprio ieri mi hanno raccontato che Giuliano Montaldo, mentre girava un film in Russia, è andato a San Pietroburgo in treno facendo un viaggio di 32 ore». Alcuni ricorrono ai calmanti, ma Lucherini sconsiglia: «Mi fanno dormire prima, ma non serve. Appena chiudono il portellone mi si sommano claustrofobia e vertigine ed è il panico: non posso guardare dall’oblò, non posso vedere le signorine che fanno le mosse del salvagente. Parlo, parlo, parlo. E l’ultima volta Cicciolina, conosciuta in volo, mi ha sorpreso a sfogliare una rivista che era sottosopra». Virginia Piccolillo