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 2008  maggio 06 Martedì calendario

I sindacati: siamo pronti a rivoluzionare i contratti. La Stampa 6 maggio 2008 La Cgil fa un passo verso Cisl e Uil sulla contrattazione, Cisl e Uil si avvicinano all’impostazione di Guglielmo Epifani sulle regole della rappresentanza

I sindacati: siamo pronti a rivoluzionare i contratti. La Stampa 6 maggio 2008 La Cgil fa un passo verso Cisl e Uil sulla contrattazione, Cisl e Uil si avvicinano all’impostazione di Guglielmo Epifani sulle regole della rappresentanza. Finisce così il match per la definizione della piattaforma sindacale per la trattativa con Confindustria sulla riforma del sistema contrattuale. Ci sono voluti quattro anni per mettere a punto il documento: ora il traguardo è alla portata. Mercoledì scorso c’era stata l’intesa di massima tra i tre segretari generali; dal palco del Primo Maggio era arrivato l’annuncio dell’accordo, ieri le nuove anticipazioni sul contenuto del documento. Domani mattina ci sarà una riunione delle segreterie unitarie e nel pomeriggio i direttivi delle tre organizzazioni, poi il 12 una riunione unitaria dei direttivi, infine nel giro di due-tre settimane la campagna di informazione dei lavoratori. Insomma, l’operazione è ancora lunga e macchinosa. Cgil-Cisl-Uil hanno letteralmente colto l’ultima occasione per evitare di recarsi in ordine sparso all’imminente riunione convocata dal prossimo governo. Non mancheranno i problemi, soprattutto in casa Cgil, sotto la spinta dei metalmeccanici Fiom che ritengono la bozza un sostanziale stravolgimento dell’assetto contrattuale sancito nel luglio del 1993, e potrebbero presentare un documento alternativo. E c’è il rischio che tutto questo lavoro serva a poco, se la nuova Confindustria di Emma Marcegaglia e l’esecutivo di Silvio Berlusconi giudicheranno inadeguata la piattaforma sfornata da Epifani, Bonanni e Angeletti. Staremo a vedere. Intanto, ecco le novità principali dello schema concordato dalle centrali sindacali. Si comincia con il passaggio a tre anni della durata dei contratti nazionali di categoria (oggi quattro per la parte normativa, due per quella economica). Per definire gli aumenti salariali, Cgil, Cisl e Uil proporrebbero di accantonare l’accoppiata inflazione programmata/indice dei prezzi al consumo di operai e impiegati. Al suo posto, introdurre un indicatore «europeo», come l’indice armonizzato dei prezzi al consumo per l’Unione europea, a sua volta modificato considerando l’effetto dei mutui (o degli affitti) per l’acquisto di case di abitazione. Per i contratti di secondo livello sì a incentivi fiscali e contributivi. Oltre a contratti aziendali, si pensa anche a contratti territoriali, magari fissando una quota percentuale per gli aumenti. Sempre al secondo livello più potere agli enti bilaterali. Infine, via libera a nuove regole per la rappresentanza e la democrazia sindacale (non stabilite per legge, ma nei contratti). Il calcolo della rappresentatività delle diverse organizzazioni sindacali si dovrebbe ottenere con una certificazione del Cnel, ottenuta incrociando i dati che risultano dall’Inps e quelli delle elezioni delle rappresentanze nei luoghi di lavoro. Quanto invece alle regole di democrazia sindacale, si conferma il modello adottato con il protocollo sul welfare: i sindacati negoziano, ma l’accordo va votato dai lavoratori. ROBERTO GIOVANNINI