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 2008  maggio 06 Martedì calendario

Putin, lo zar che cambia poltrona. La Repubblica 6 maggio 2008 MOSCA - Domani Putin lascia il Cremlino nelle mani dell´amico e "delfino" Dmitrij Medvedev da lui designato quale suo successore lo scorso dicembre ed eletto trionfalmente il 2 marzo: furono elezioni presidenziali senza opposizione, salvo quella non temibile e circoscritta del leader comunista Ghennadij Zjuganov

Putin, lo zar che cambia poltrona. La Repubblica 6 maggio 2008 MOSCA - Domani Putin lascia il Cremlino nelle mani dell´amico e "delfino" Dmitrij Medvedev da lui designato quale suo successore lo scorso dicembre ed eletto trionfalmente il 2 marzo: furono elezioni presidenziali senza opposizione, salvo quella non temibile e circoscritta del leader comunista Ghennadij Zjuganov. Gli altri potenziali avversari di Medvedev rimasero fuori dalla tenzone, esclusi da cavilli burocratici. E dal timore che potessero sottrarre consensi, incrinando l´immagine di una Russia senza scontento. La cerimonia d´insediamento comincerà a mezzogiorno e si svolgerà nelle tre maestose sale del Grande Palazzo del Cremlino: sono previsti duemila ospiti, tra ministri, deputati, senatori, governatori, rappresentanti dei vari culti religiosi e gli alti burocrati dello Stato, i potentissimi siloviki. Lo scenario e gli invitati sono gli stessi di otto anni fa quando fu Putin a prendere il posto di Boris Eltsin, salvo qualche piccolo dettaglio. Il messaggio è preciso: cambia il presidente, ma non cambia la politica della presidenza precedente. La continuità è la "linea" da seguire, come peraltro ha lasciato intendere ieri lo stesso Putin nella seduta di governo, l´ultima da lui presieduta come capo dello Stato: «Questo Paese ha obiettivi grandi e seri. Aumenteremo gli sforzi per un´economia innovativa, un´amministrazione efficiente, un miglior sistema pensionistico e una nuova politica di sviluppo sociale, quindi occorre una ancora più grande collaborazione tra l´amministrazione presidenziale e quella del governo». Una dichiarazione d´intenti. Per tranquillizzare l´opinione pubblica. E la nomenklatura del regime. Che resta la stessa. Anche il timoniere. Solo che l´ammiraglia di comando si sposta di tre chilometri circa. Dal Cremlino alla Casa Bianca, la sede del governo, un tempo del Parlamento. Dove Putin entrerà presumibilmente l´8 maggio come nuovo primo ministro. Oggi la Casa Bianca è blindata da una cancellata massiccia. Sembra una fortezza, in mezzo alla città, sulla sponda orientale della Moscova, a due passi dal quartiere Novij Arbat e dall´ambasciata americana. Nell´agosto del 1991 fu teatro di un tentativo di golpe, sconfitto dalle forze della nascente democrazia russa appoggiate dai moscoviti e guidate da Eltsin. Due anni dopo, nel 1993, venne cannoneggiata dai carri armati mandati da Eltsin per sedare il Parlamento disubbidiente, insorto contro il decreto di scioglimento. A prima vista, diventare primo ministro dopo essere stato per otto anni il Presidente, ha tutta l´aria d´essere un passo indietro nella carriera dello statista. Perché formalmente la carica di premier è subordinata a quella del Presidente, secondo la Costituzione russa. Ci ha pensato Putin, ad ovviare all´inconveniente. Un decreto qui, un emendamento costituzionale là, e il potere del Cremlino si è ridotto notevolmente. Strumento docile dell´erosione, Russia Unita, il partito che ha la maggioranza assoluta alla Duma. Putin è il leader conclamato e il presidente del partito, però non ha la tessera: il che gli consente di prendere opportunamente le distanze, se necessario. Non a caso, tra pochi giorni la Duma approverà il trasferimento di 500 competenze cosiddette "tecniche" dal portafoglio del primo ministro a quello dei vari ministri, scaricando loro oneri, responsabilità e routine e lasciando a Putin il tempo di occuparsi delle gradi strategie di Stato. E così, la configurazione del potere si è rovesciata, lasciando al nuovo presidente Medvedev compiti di rappresentanza e di notaio del regime. L´amico Putin ha tolto al Cremlino il controllo della periferia dell´Impero: i governatori delle 83 regioni russe dovranno presentare il rendiconto non più all´amministrazione presidenziale bensì a quella del governo. Gli stessi siloviki, gli uomini dei poteri forti - polizia, servizi, militari, ministero Interni - saranno sottoposti a uno degli 11 vicepremier che Putin intende nominare. Il fedele Viktor Zubkov, l´attuale primo ministro, resterà un pilastro del nuovo governo come "guardiano della spesa pubblica". Dulcis in fundo, l´ossequiente Duma dovrebbe votare un emendamento all´articolo 32 capitolo 5 della legge costituzionale sul governo della federazione russa togliendo al Cremlino il ruolo che sino a oggi ha avuto nella gestione della politica estera e in quella militare. Garry Kasparov e il partito Altra Russia scendono oggi in piazza a Mosca, sfidando i divieti, e gridando contro il terzo "falso Dmitrij", allusione ai primi due aspiranti zar degli Anni Torbidi, fantocci degli invasori polacchi e lituani. LEONARDO COEN