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 2008  aprile 04 Venerdì calendario

«Italia strategica e molto redditizia». Corriere della Sera 4 aprile 2008 L’accordo da 11,8 miliardi appena concluso con Enel per l’acquisto di Endesa Europa? «Siamo soddisfatti, perché otteniamo quello che volevamo, a prezzi di mercato

«Italia strategica e molto redditizia». Corriere della Sera 4 aprile 2008 L’accordo da 11,8 miliardi appena concluso con Enel per l’acquisto di Endesa Europa? «Siamo soddisfatti, perché otteniamo quello che volevamo, a prezzi di mercato. Mentre di solito un grande gruppo come E.On per entrare in un mercato, e raggiungere dimensioni considerevoli, deve pagare un premio». La risposta del Ceo di E.On, Wulf Bernotat, a margine di una conferenza a Madrid sull’espansione del gruppo nell’energia eolica, non è scontata. Perché Enel ha acquisito la spagnola Endesa, sulla quale aveva puntato dapprima il colosso tedesco con 69 miliardi di fatturato. Comunque sia, dopo la delusione iniziale, già un anno fa, Bernotat, insieme all’ammini-stratore delegato di Enel Fulvio Conti - «sono bastati una telefonata e un incontro a quattr’occhi » - ha definito l’accordo siglato poi in dettaglio la settimana scorsa. Con il quale il gruppo di Düsseldorf si espande in Spagna, Francia, Polonia, Turchia, mentre in Italia diventa il quarto operatore di energia. E la sintonia tra i due gruppi può aprire altre opportunità. Perché al cauto interesse manifestato da Conti per una parte degli asset (per 4,8 megawatt) in via di cessione da parte di E.On in Germania, Bernotat ha risposto che «in linea teorica è possibile». Tuttavia è ancora presto per speculare sui candidati, perché la decisione di cedere alcune centrali è appena stata presa, e le trattative, spiega il numero uno di E.On, «non sono ancora iniziate ». Lo stesso vale anche per il processo di vendita delle reti ad alta tensione, per le quali, secondo operatori di mercato, tra i candidati possibili ci sarebbero Terna, ma anche National Grid, o Acciona. In questi giorni, Bernotat sta dunque realizzando l’obiettivo di espansione di E.On in Italia, perseguito negli ultimi anni. Perché considera il mercato italiano «strategico», e dotato «ancora di un alto potenziale di crescita ». Dovuto anche al fatto che l’Italia è «dipendente dall’importazione di energia», mentre «i prezzi sono più alti che nell’Europa centrale, e garantiscono quindi margini più elevati». E quali sono i progetti futuri? «Per adesso - spiega sempre Bernotat - intendiamo puntare a una crescita organica, e all’integrazione delle varie società acquisite nella nuova E.On Italia», guidata da Klaus Schäfer. Nel frattempo, diventerà operativa la nuova centrale da 800 megavatt, costruita da E.On a Livorno Ferraris per 400 milioni. E mentre «ulteriori possibilità di espansione» potrebbero provenire dall’energia eolica, nella quale E.On sta puntando gran parte dei 6 miliardi stanziati entro il 2010 per le energie alternative, il mercato italiano potrebbe giocare un ruolo maggiore nel settore del gas liquido. Attraverso la partecipazione nei terminali in progetto al largo di Livorno. Mentre il rigassificatore previsto a Trieste, in forte ritardo, potrebbe essere sorpassato da alternative previste a Kirk, in Croazia. Ma importante, secondo Bernotat, è «garantire la fornitura di gas», dal Nord-Africa, dall’Iran (condizioni politiche permettendo) o dal Qatar, perché altrimenti è inutile fare progetti di espansione dei rigassificatori. Inoltre, entro il terzo trimestre di quest’anno, il numero uno di E.On conta di chiudere l’altro dossier «caldo» del fronte italiano. Quello della «divisione dei beni» con A2A. E Bernotat ha spiegato che il valore della partecipazione di A2A, pari al 20% di Endesa Italia «è stato fissato e dà diritto al 20% degli asset ». Quindi, conclude Bernotat, «qualora A2A volesse uscire dall’azionariato - ma se intende rimanere con una partecipazione, è benvenuto - e volesse avere in cambio centrali, dovrebbe pagare in contanti la differenza, e il valore degli asset non può superare il 25% del valore totale dell’operazione ». Comunque sia, Bernotat sottolinea che «non permetteremo che sia scelto solo il fior da fiore» delle centrali. Una risposta, sembra, all’ elenco degli asset fornito martedì dall’ad di A2A Giuliano Zuccoli, che includerebbe gli impianti idroelettrici in Calabria, il carbone di Fiume Santo in Sardegna, alcuni impianti eolici e la centrale turbogas di Trapani. Inoltre, pende la decisione di chi guiderà le trattative: una scelta che sarà fatta «il più presto possibile». Marika de Feo