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 2008  aprile 04 Venerdì calendario

"Per alcuni Paesi questa crisi è un´opportunità". La Repubblica 4 aprile 2008 La crisi del riso mette in difficoltà diversi paesi ma potrebbe anche avere aspetti positivi

"Per alcuni Paesi questa crisi è un´opportunità". La Repubblica 4 aprile 2008 La crisi del riso mette in difficoltà diversi paesi ma potrebbe anche avere aspetti positivi. «Possiamo vederla come un´opportunità», dice Concepcion Calpe, senior economist ed esperta di riso per la Fao: «I prezzi del riso, e degli alimentari di base in genere, erano rimasti fermi troppo a lungo, in termini reali erano calati. Ora non è un bene che salgano così rapidamente, ma per i paesi produttori l´aumento può essere un rilancio dell´economia». Da che cosa è provocata questa esplosione dei prezzi? «Sono soprattutto fattori naturali: raccolti meno buoni del previsto in Cina e Thailandia, inondazioni e siccità in molti paesi africani, alluvioni in Bangladesh, malattie e parassiti in Vietnam». La speculazione internazionale ha avuto un ruolo? «Per il riso meno che per altri cereali, i cui prezzi sono saliti per l´arrivo di investimenti massicci da parte per esempio degli hedge fund, intenzionati a diversificare i portafogli. L´arrivo di questi acquisti ha fatto diminuire le riserve in molti paesi». Quale è stata la reazione dei paesi interessati? «Davanti all´aumento di prezzo del frumento, paesi come l´India hanno bloccato le esportazioni di riso. E così ha fatto il Vietnam». Chi ne fa le spese? «I paesi prevalentemente consumatori: Bangladesh, Indonesia, Filippine, Nigeria, Senegal, Costarica, Mali... tutte nazioni costrette a comprare sul mercato». Non ci sono meccanismi che le proteggano? «Gli ultimi accordi del Wto mettono l´accento sull´importanza di non bloccare le importazioni, o di non sussidiare le esportazioni, misure che deprimerebbero i prezzi. Ma non ci sono accordi per fermarne l´aumento». Dunque gli accordi del Wto sono insufficienti? «Direi che non rispondono più all´attuale situazione dei prezzi». Ci sono stati disordini legati al costo del riso? «Più che al riso in particolare, sono reazioni ai prezzi alti dei beni di prima necessità: riso, olio, pane, carburante. Se gli aumenti mettono a rischio la sopravvivenza, la gente scende in strada». Chi sono i più colpiti? «Nei paesi poveri, fra le fasce sociali più basse i più sfortunati sono i consumatori urbani: non possono coltivare nel cortile di casa». E quali sono le conseguenze? «Se i bilanci familiari sono già al limite, il consumo per mangiare non può essere compresso: allora ci sono famiglie, per esempio in Africa, che rinunciano a mandare i figli a scuola». Che succederà nei prossimi mesi? «Sono ottimista, credo che i prezzi non diminuiranno ma si andrà comunque a una stabilizzazione». GIAMPAOLO CADALANU