Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  aprile 04 Venerdì calendario

Eppure non è ancora record. La Stampa 4 aprile 2008 Che botta. Nel 2008 la fattura petrolifera italiana, cioè quello che il Paese è costretto a spendere per procurarsi il petrolio necessario a far marciare l’economia, a muovere le auto, a riscaldare le case eccetera, potrebbe ammontare a 32 miliardi di euro, cioè 6 miliardi in più dell’anno scorso

Eppure non è ancora record. La Stampa 4 aprile 2008 Che botta. Nel 2008 la fattura petrolifera italiana, cioè quello che il Paese è costretto a spendere per procurarsi il petrolio necessario a far marciare l’economia, a muovere le auto, a riscaldare le case eccetera, potrebbe ammontare a 32 miliardi di euro, cioè 6 miliardi in più dell’anno scorso. La stima è stata resa nota ieri dal presidente dell’Unione petrolifera, Pasquale De Vita.  un conto salato, eppure non è ancora record storico. Infatti ai tempi del secondo choc petrolifero (quello dei primi Anni 80, seguente alla rivoluzione di Khomeini in Iran e all’invasione sovietica dell’Afghanistan) l’Italia arrivò a pagare per il greggio la bellezza di 37,8 miliardi di euro nel 1980 - a prezzi attualizzati, cioè resi confrontabili tenendo conto dell’inflazione - e ancora 34,9 miliardi nel 1985. Considerando che l’economia italiana in venti e passa anni è molto cresciuta in volume, se siamo riusciti a tirare avanti a quell’epoca dovremmo riuscirci anche nel 2008. Naturalmente questo è vero se la corsa del barile si ferma, perché a 150 dollari al barile (come temono alcuni analisti) finiremmo per crollare. Sempre per la storia, vale la pena di notare che non tantissimi anni fa abbiamo vissuto, per l’energia, un’epoca d’oro, della quale a malapena ci siamo accorti. Nel 1990 la fattura petrolifera italiana era scesa a 14,2 miliardi e così via sempre più giù fino ai miseri 8,7 miliardi di euro del 1998, quando il barile costava appena 10 dollari e in certi momenti è scivolato persino più in basso. Quando ci si chiede come mai non siano state sviluppate per tempo fonti energetiche alternative, una buona risposta va cercata anche in quel crollo (pilotato) dei prezzi che aveva mandato fuori mercato qualunque altra fonte. LUIGI GRASSIA