Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  aprile 04 Venerdì calendario

E Mike disse: sono un sub normale. La Stampa 4 aprile 2008 Autografo? Il Signor No dice di sì a un gruppo di anziane ragazze che lo assediano durante una pausa della registrazione di «Chi vuol esser milionario» a Mediaset

E Mike disse: sono un sub normale. La Stampa 4 aprile 2008 Autografo? Il Signor No dice di sì a un gruppo di anziane ragazze che lo assediano durante una pausa della registrazione di «Chi vuol esser milionario» a Mediaset. E le rimanda a Villa Arzilla felici: «Sa, la seguiamo dai tempi di Mike». Vero: Ludovico Peregrini, 64 anni, ha fatto la storia della televisione italiana, ma andandoci il meno possibile. l’uomo che ha inventato la Domanda. Ha scritto più quiz di chiunque altro, ma in Internet su di lui si trova pochissimo: una pagina di Wikipedia sbagliata («Macché juventino, sono milanista») e un conte Ludovico Peregrini, comasco anche lui, la cui figlia Teresa sposò nel 1794 Alessandro Volta. «Un antenato».  conte anche lei? «Solo nobiluomo». Cominciamo dall’inizio. Come si diventa autori televisivi? «Ieri come oggi, per caso». Nel suo? «Mi ero appena laureato in Lettere. Un mio amico, già assunto in Rai, un giorno mi telefonò per dirmi che cercavano qualcuno per un programma nuovo». «Rischiatutto»? «No, ”Settevoci” con Pippo Baudo. Era la prima volta che aveva un programma importante». Baudo era già così? «Così come?». Iperaccentratore. «Esatto. Ma aveva meno potere, quindi c’erano più discussioni». Comandavano i mitici «dirigenti» democristiani, che non erano ancora solo digerenti. Come li vedeva? «Erano degli uomini politici, attenti agli equilibri, alle presenze, al potere. Che azzeccassero anche le scelte artistiche è un miracolo. Però capitava quasi sempre». Se lei è «nato» con Baudo, com’è finito dal suo arcirivale Bongiorno? «Sempre per caso. ”Settevoci” si spostò a Roma e io a Roma non volevo andarci. Fu allora che conobbi Mike, che era molto amareggiato». Perché? «Perché aveva un bel progetto, ma il suo programma precedente, ”La fiera dei sogni”, non era andato bene e Mike alla Rai faceva fatica perfino a farsi ricevere. Lo trovavano vecchio, sorpassato. All’alba degli Anni Settanta!» Poi arrivò «Rischiatutto»... ... che all’inizio aveva un nome assurdo: ”Repentaglio”. A pochi giorni dal debutto, prevalse la ragione». E fu subito cult. «Per me, è stato il quiz più importante della storia della televisione, anche più di ”Lascia o raddoppia?”». E lei diventò il «Signor No»... «Fu un giornale a battezzarmi così. A Mike piacque. Io non volevo andare in video, ero - e sono - molto riservato. La colpa, o il merito, fu dell’ordine dei notai». Che c’entra? «Fino ad allora c’era stato il notaio in studio. Ma l’ordine la considerò pubblicità. Il notaio restò, ma dietro le quinte. E in tv andai io». Parliamo di Mike e delle sue gaffe? Ci fa o ci è? «Sono gaffe del tutto spontanee». La più bella? «Lui va in radio, il conduttore parla della sua passione per le immersioni e lo lusinga: Mike, si sa che lei è un sub eccezionale. E lui, modesto: ma no, sono un sub normale». Medaglia d’argento? «Il famoso ”Paolo vi”. Mike non ci vede benissimo e allora i suoi testi sono scritti tutti in maiuscolo. Così PAOLO VI lo lesse ”Paolo vi”». Di bronzo? «La concorrente che arriva col vestito a fiori e lui che commenta: ma che bell’abito, pensi che a casa ho un divano uguale!». La valletta più stravagante? «Paola Manfrin a ”Scommettiamo?” Doveva tirare una specie di leva e Mike le chiedeva sempre se aveva le mani pulite. Un giorno ci scrisse sopra: scemo chi legge. Scandalo». Sabina Ciuffini? «Professionale, ma anche spontanea. Aveva delle bellissime gambe. Memorabile Noschese che fa Mike e le solleva la mini alzando un filo, come una tapparella». La povera Ylenia Carrisi? «Timida, riservata. Si capì subito che non era un lavoro per lei». Paola Barale? « più bella adesso che allora, quando si imbruttiva per fare la sosia di Madonna. Determinatissima». Antonella Elia. «Aveva la risposta facile, che conta quanto un bel sorriso». Quando passò a Mediaset? «Quando Berlusconi ingaggiò Mike per fare ”Superflash”, poi ”I sogni nel cassetto”. Ma il record fu ”Bis”: 2600 puntate, il quiz più lungo della storia italiana. Una sera Mike finì di registrare e mi disse: sai cosa ti dico? Io di fare ”Bis” mi sono rotto le scatole. Altrimenti andremmo ancora avanti». Com’era Mediaset agli inizi? «C’era un entusiasmo formidabile. E c’era Berlusconi, sempre. Sceglieva perfino gli arredi per i camerini». Berlusconi capisce davvero di tivù? «Molto, sì. E poi ha due qualità rare. La prima: sa motivare, fa squadra. La seconda: sceglie. Da una riunione con lui si esce sempre con una decisione. Magari è sbagliata, ma è stata presa. Del Berlusconi imprenditore ho una grandissima stima». E del Berlusconi politico? «Un po’ meno». Con Mike vi frequentate anche a telecamere spente? «Mai. Siamo troppo diversi. Lui è sportivo, io no. Io leggo molto, lui poco. Io sono mattiniero, lui nottambulo. A Natale gli regalo qualche cimelo che lo riguarda, che so?, una rivista d’epoca. Lui lo mette nel suo museo». Mike ha un museo di se stesso? «Sì, in casa sua». Capitolo concorrenti. Il suo preferito? «Massimo Inardi, campione di ”Rischiatutto”. Era un medico di Bologna, gran signore, coltissimo. Si presentava per la musica classica, ma la sua specialità era il paranormale. I giornali scrissero che era in grado di leggere le risposte nascoste dietro il leggio. Allora Mike ci appoggiò solo le domande. Le risposte le aveva la Ciuffini, molto lontana, che per segnalare se erano giuste alzava una paletta». E il peggiore? «Una di ”Telemike”, quella che fu beccata mentre consultava degli appunti. Mike la cacciò urlando: si vergogni!». E lei? «Prima svenne, poi gli fece causa. Perdendola». Come sono cambiati i concorrenti? «Oggi sono più scafati, meno intimiditi. E più interessati ai quattrini». Come mai? «Perché oggi la gente ha gli stessi soldi, ma più voglie». Quando un quiz è buono? «Quando coinvolge la gente, cioè fa giocare anche chi sta a casa. Per questo Gerry Scotti oggi è il conduttore migliore: perché non si limita alla domanda, fa ragionare il concorrente, racconta la sua storia». Chi le piace in tivù? «La De Filippi, bravissima, o Daria Bignardi. Bene anche la Ventura. Non guardavo ”L’isola dei famosi”, però costruire tre ore di trasmissione sul nulla è virtuosismo puro». E chi non le piace? «Diciamo cosa: i contenitori della domenica, le risse e lo sport urlato». Chi è il più grande? «Sempre Mike. Nel famoso museo c’è la coppa che gli regalarono i produttori di televisori. Con la scritta: a chi ha inventato la tivù in Italia. Beh, è vero». Ma è stato davvero un merito? «Finché resteremo liberi di spegnerla, credo di sì». ALBERTO MATTIOLI