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 2008  febbraio 06 Mercoledì calendario

È Dorina il primo panda. Italia Oggi 6 febbraio 2008. Ecco il panda del primo giorno: Dorina Bianchi, classe 1966, dirigente medico, già deputato Udc nel 2001, ora uscente del Pd alla seconda legislatura (fu eletta dalla Margherita)

È Dorina il primo panda. Italia Oggi 6 febbraio 2008. Ecco il panda del primo giorno: Dorina Bianchi, classe 1966, dirigente medico, già deputato Udc nel 2001, ora uscente del Pd alla seconda legislatura (fu eletta dalla Margherita). Vicepresidente della commissione affari sociali. stata apprezzata dai lettori di Italia Oggi per alcune sue proposte di legge. Non è l’unica ad avere ricevuto dai cittadini-lettori quelle preferenze che i partiti oggi negano con la legge elettorale. Nel primo giorno sui «Cento politici da salvare», le primarie di Italia Oggi (IO), sono in cima alla classifica virtuale anche Pierluigi Bersani (Pd), Roberto Maroni (Lega Nord) e Luca Volontè (Udc). Sono tantissime le e-mail arrivate in redazione, ieri fino a tarda sera. Il successo dell’iniziativa, che abbiamo accompagnato con le prime immagini diffuse in Italia dall’agenzia La presse del panda della Dreamworks che sarà protagonista del cinema di animazione quest’anno, ci ha impedito di pubblicare tutte le scelte e le motivazioni dei lettori e di chi naviga sul sito www.italiaoggi.it votando nello spazio dedicato sul blog del direttore. Cercheremo di riparare in questi giorni, assicurando però che nessun voto andrà disperso, perché liste e numeri dei prescelti saranno consegnati nelle mani dei segretari dei principali partiti in tempo utile per la formazione delle candidature elettorali. Sul quotidiano renderemo conto di ogni scelta e pubblicheremo la lista dei magnifici cento panda da salvare spiegandone le ragioni. Il successo mostrato fin dal primo giorno dall’iniziativa fa comprendere quanto sia vivo il desiderio degli elettori di potere contare. di essere coinvolti nella scelta del nuovo parlamento. Non sono quindi i cittadini ad essersi allontanati dalla polilica, ma la casta che guida oggi i partiti e le istituzioni ad essere assai lontana dai cittadini. Non è solo la legge elettorale a impedire questo rapporto diretto. Il fatto è che ormai da anni la politica è lontana come abitudini e costumi dai bisogni e dagli interessi di chi vorrebbe rappresentare. Non tanto per l’auto blu e i privilegi- che pure hanno il loro peso (anche negli anni SettantaOttanta sarebbe stato assai improbabile incontrare un leader di partito su un bus o su una metropolitana). Ma soprattutto perché le campagne elettorali sono diventate del tutto virtuali. Si fanno in tv, sui giornali, in radio. E certo si raggiunge più gente che in un comizio in piazza o in una passeggiata al mercato. Eppure stringere quelle mani, o perfino il tanto criticato VasaVasa di Totò Cuffaro in Sicilia, erano un modo di vivere in comune la politica, di ridurre le distanze fra la casta autoreferenziale e i suoi elettori. Questo manca, e non è un caso se nelle prime indicazioni giunte in redazione la preferenza cade su chi quel rapporto con i cittadini ha vissuto e cercato anche se le regole del gioco non lo imponevano più, e forse in apparenza lo rendevano addirittura inutile. Politica come una volta, ed è la prima indicazione generale che viene dal giorno di aperura dei "seggi" di queste atipiche primarie. Poi altre tre richieste a gran voce, che sono semplici ma non banali: competenza, onestà, e un minimo di ideali. Le numerose preferenze indirizzate a personalità oggi lontane dalla politica tradizionale, come il governatore della Banca di Italia, Mario Draghi e l’economista Mario Monti, sono specchio soprattutto della prima esigenza- che per altro premia altri tecnici prestati alla politica come Tommaso Padoa Schioppa. La richiesta di onestà accompagna in vario modo altre scelte di politici che vengono dalla giustizia, siano essi stati magistrati come Antonio Di Pietro o avvocati importanti come Giilia Bongiorno. Ideali- alti come quelli cui si rifanno altri candidati apprezzati come la stessa Dorina Bianchi, o Luca Volontè e Maurizio Lupi, ma anche chiari, tradotti in pratica, avversati talvolta, ma rispettati per coerenza senza eccessi: è la spiegazione data da chi ha scelto uno come Bersani o un ambientalista ragionevole come Ermete Realacci. Grazie di questa lezione a tutti voi lettori, e spero di conoscere in questo modo storie di possibili protagonisti della politica (ce ne sono anche fuori dai giochi di palazzo) e di chiedere ai leader che scenderanno per le elezioni di aprile (la data sarà fissata questa mattina da Napolitano) almeno un po’ di rispetto e di attenzione per le uniche primarie che con un pizzico di buona volontà sono diventate possibili. Avevamo sentito giurare da tutti, Walter Veltroni in testa, che questo sarebbe stato un metodo per selezionare la classe dirigente della politica al di là di qualsiasi legge elettorale. Ma non ce ne è traccia. Grandi numeri quando si è trattato di ratificare e santificare decisioni già prese (la candidatura di Romano Prodi a palazzo Chigi, l’acclamazione dello stesso Veltroni alla guida del Pd), ma silenzio quando le primarie davvero pesano e non sono scontate: perché non si attrezzano subito gazebo in tutte le città offrendo questa chance di democrazia a tutti i cittadini, di centro destra o di centro sinistra? Nella speranza che non tutto sia perso, noi continuiamo qui, da queste colonne. Chiedendovi di esercitare questo piccolo, ma significativo diritto. E vivendo insieme quella democrazia reale che ci è negata. Franco Bechis