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 2008  febbraio 06 Mercoledì calendario

L’uomo che vende i minuti La Stampa, mercoledì 6 febbraio Torino. Calvino sognava immense cosmologie, saghe ed epopee racchiuse nelle dimensioni di un epigramma e il grande scrittore ungherese István rkény vergò novelle che in un minuto dicevano un po’ tutto, persino il senso della vita

L’uomo che vende i minuti La Stampa, mercoledì 6 febbraio Torino. Calvino sognava immense cosmologie, saghe ed epopee racchiuse nelle dimensioni di un epigramma e il grande scrittore ungherese István rkény vergò novelle che in un minuto dicevano un po’ tutto, persino il senso della vita. Un minuto, insomma, non è solo un’unità minima di tempo senza arte né parte. "Aspetta un minuto". Un minuto può cambiare la vita. Ed è partendo da lì che Daniele Alberti ha deciso di trasformare il tempo in un’idea. In uno spazio fisico. L’architetto torinese ha creato su internet il primo "calendario emozionale collettivo", dove puoi comprare un minuto per fissare per sempre (il calendario ambisce all’eternità, come ogni invenzione che si rispetti) il momento più significativo dell’esistenza. Detto così suona strano. Ma una sbirciatina al sito chiarisce tutto. Dunque: l’anno solare è fatto di 525600 minuti. E tanti sono gli spazi disponibili nel calendario virtuale. Chi vuole può entrare in www.myminutes.org e acquistare il minuto (o più) che preferisce (es. 15:45 del 28 settembre) e riempirlo di immagini, suoni, parole. Quello spazio sarà "congelato" per sempre, perché nessuno potrà mai più metterci le mani sopra. Il minuto comprato verrà visualizzato sulla home page del sito nel momento in cui scatterà il minuto vero (ovvero, nel caso dell’esempio, alle 15:45 del 28 settembre); costa un euro più spese, che l’inventore del sito promette d’usare per lanciare progetti del web innovativi. Naturalmente il minuto acquistato si può regalare. Magari per San Valentino. O rivendere, se proprio si trova l’amatore di quello speciale istante. Il risultato è un’immensa bacheca di ricordi, emozioni, momenti indimenticabili. Un tazebao di vite che si compone progressivamente, creando una comunità di persone che vogliono condividere emozioni, discorsi, programmi. Il minuto più famoso appeso al calendario emozionale è quello di Anna Falchi. C’è la foto di lei tredici anni fa, in minigonna minimale, sul palcoscenico di Sanremo. E il suo commento: "Il mio minuto più bello - dice Anna, che è stata baciata dalla fortuna e talvolta pure schiaffegiata dal fato - è stato alle ore 20.45 del 21 febbraio 1995 che equivale alla prima serata del Festival di Sanremo. Da quel giorno la mia vita è decisamente cambiata!" Falchi aggiunge con orgoglio, in modo che resti scritto per l’eternità anche nell’effimero mondo della fama e dello spettacolo: "Ricordo a tutti che gli ascolti ottenuti in quel festival sono imbattuti ancor oggi! E ogni anno conservo i grafici che lo dimostrano". Dopo il vip Anna c’è di tutto. Ovviamente molti amori. Incontri, primi baci, serate che hanno dirottato quel tram chiamato desiderio. C’è il creativo che mette la prima intervista che un giornale gli ha pubblicato. Compleanni. Animali. Viaggi. Riunioni di lavoro. Insomma il normale bisogno che ogni essere umano sente di fermare questo reo tempo. Lo fece quell’irsuto primitivo che si mise a graffiare sagome di bestie sulla caverna migliaia di anni fa. Lo fa il turista odierno con la sua digitale, catturando milioni di istanti indimenticabili da propinare agli amici. Il "calendario emozionale" con 525600 caselle altro non è che un immenso album fotografico. La perversione sta forse nel volerlo rendere pubblico, nell’offrirlo alla mercè di chicchessia, che può chiosarlo, votarlo, farlo entrare nella sezione dei "top favorites" o dei "most commented". O sfregiarlo d’indifferenza, perché c’è pure la lista dei "less seen minutes". Daniele, per esempio, ha messo una dolcissima foto di neonato per l’"08:20 24-July" ("Questo è il minuto in cui sono nato", scrive) e nessuno se l’è filato. Ma questo è un altro discorso. Riguarda la naturale vocazione all’esibizionismo, che nell’era di internet e delle tecnologie facili, ha subito un’amplificazione. E’ la rivoluzione dal basso che continuamente frantuma le severe norme sulla privacy, sbattendo in piazza di tutto. Le liti. Gli amori. Il sesso. E persino il minuto più indimenticabile della propria esistenza. Pazienza se agli altri può apparir banale, perché privo dei sapori, degli odori, della pressione sanguigna provata personalmente. In fondo "Spoon River" è questo: l’insignificante che rischia di diventare poesia. Attenzione, però, "minuter", aspiranti compratori del minuto congelato per sempre sul calendario virtuale. Una roba del genere cercò di farla anche un tal Faust, che aveva venduto l’anima al diavolo e s’era poi innamorato d’una fanciulla tanto carina quanto pura. S’illuse di poter fermare il tempo. E proprio in quell’istante si ritrovò dannato. Ora c’è internet, è tutto meno diabolico. Bruno Ventavoli