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 2007  febbraio 06 Martedì calendario

Da Russia e Giappone stop al pollame inglese. Il Sole 24 Ore 6 febbraio 2007. Londra. La strage di tacchini inglesi è stata completata a tempo record: in meno di tre giorni tutti i 160mila animali infetti o a rischio di contagio dell’allevamento dell’Inghilterra orientale colpito dall’influenza aviaria sono stati asfissiati con il gas

Da Russia e Giappone stop al pollame inglese. Il Sole 24 Ore 6 febbraio 2007. Londra. La strage di tacchini inglesi è stata completata a tempo record: in meno di tre giorni tutti i 160mila animali infetti o a rischio di contagio dell’allevamento dell’Inghilterra orientale colpito dall’influenza aviaria sono stati asfissiati con il gas. L’impatto dell’epidemia sembra invece destinato a durare molto più a lungo. Russia e Giappone hanno sospeso con effetto immediato le importazioni di pollame, uova e mangime per polli dalla Gran Bretagna, mentre l’Irlanda per ora ha solo proibito l’importazione di polli o tacchini vivi. L’Unione europea ha avvertito ieri che è pressoché inevitabile che scoppino altre epidemie, che potranno però essere circoscritte. «Il virus - ha dichiarato Markos Kiprianou, commissario Ue alla Sanità - è ancora in circolazione. Non dobbiamo mai sentirci al sicuro. Sia l’Ungheria che la Gran Bretagna stanno gestendo la situazione con grande efficienza, ma probabilmente ci saranno altre epidemie». L’anno scorso la Ue è riuscita a controllare l’epidemia, ha sottolineato Kiprianou, e quindi «siamo ottimisti che riusciremo a fare lo stesso quest’anno». Il mese scorso il virus H5N1, il più pericoloso, era stato individuato in un allevamento di oche in Ungheria. Lo stesso virus ha causato l’epidemia di aviaria della settimana scorsa in Inghilterra nell’allevamento di Bernard Matthews nel Suffolk. Matthews, il maggiore produttore di tacchini d’Europa, ha anche un allevamento in Ungheria. Una delle spiegazioni possibili quindi è che il virus sia stato "importato" in Inghilterra dall’Ungheria, trasmesso da un tacchino infetto o forse da un dipendente. Gli esperti rilevano infatti che il virus può sopravvivere anche nelle feci animali calpestate da un uomo che potrebbe involontariamente trasportarle sulla suola delle scarpe. Matthews ha però detto che ëimpossibile» che ci sia un collegamento tra l’epidemia in Ungheria e quella nel suo allevamento inglese. L’altra ipotesi è quella del contagio da parte di un uccello selvatico, anche se la stagione migratoria non è ancora iniziata. Se così fosse, ha rilevato ieri Nigel Dimmock dell’Università di Warwick, uno degli esperti di influenza aviaria e consulente del Governo, «ci potrebbero essere altri uccelli infetti in giro e ci saranno quindi altre epidemie». Il ministero dell’Agricoltura olandese ha ordinato ieri agli allevatori di polli di non fare uscire gli animali all’aperto per prevenire un possibile contagio, rilevando che «l’epidemia è vicina all’Olanda». Le autorità francesi hanno detto di essere «vigili» e pronte a potenziare le misure di prevenzione già in vigore. La Francia è il maggiore produttore europeo di polli e pollame davanti alla Gran Bretagna. Il settore, che impiega 55mila persone e registra vendite di 3,4 miliardi di sterline all’anno, teme ora un boicottaggio da parte dei consumatori. Nonostante i reiterati appelli delle autorità inglesi, che sottolineano che mangiare uova o carne di pollo o tacchino non è pericoloso, i produttori temono che si verifichi un crollo delle vendite, come è successo in passato in Italia, Francia e Germania in situazioni analoghe. Nicol Degli Innocenti