Varie, 7 febbraio 2007
STAUDACHER Patrick
STAUDACHER Patrick Vipiteno (Bolzano) 29 aprile 1980. Sciatore (alpino). Medaglia d’oro nel SuperG ai mondiali 2007 (senza mai aver vinto prima): «Nemmeno io mi aspettavo tutto questo. Che so, un bronzo era un sogno, un posto tra i primi dieci una soddisfazione» (m. ch., ”la Repubblica” 7/2/2007) • «Nelle gare iridate i pronostici spesso non sono rispettati: si punta sui vincitori delle gare precedenti e invece conquistano l’oro atleti che i bookmaker non avrebbero mai preso in considerazione. I momenti fortunati nella storia dello sci hanno toccato tutte le grandi nazioni. Per l’Italia sinora la fortuna aveva bussato 3 volte e sempre a distanza di 18 anni una dall’altra: Carlo Senoner oro nello slalom dei Mondiali di Portillo del 1966, Paoletta Magoni oro nello slalom olimpico del 1984, Daniela Ceccarelli olimpionica di SuperG nel 2002, per tutti e tre prima vittoria in carriera» (Mario Cotelli, ”Corriere della Sera” 7/2/2007) • L’ultimo italiano a vincere un oro nella velocità ai Mondiali era stato Zeno Colò (30 giugno 1920-12 maggio 1993), ad Aspen nel 1950. Aveva da poco finito la gara, che già la stilista Laura Biagiotti l’aveva chiamato per ingaggiarlo come testimonial • «Siamo in quattro, papà Hermann, 54 anni, che manda avanti una baita sulle piste della Val di Fleres, mamma Valli, 47, che mi ha messo sugli sci quando avevo 4 anni, e mio fratello Armin. La nostra è una zona dove soprattutto si pratica lo slittino su pista naturale e ci pensano papà e Armin a tenerla in ordine. Poi c’è Bettina, Bettina Zago, la mia fidanzata. Pure lei sciava, è di Castelrotto come la Karbon. Bettina però si è infortunata e ha dovuto smettere. Un peccato, perché aveva dei numeri» (Pierangelo Molinaro, ”La Gazzetta dello Sport” 7/2/2007) • «Come tutti i discesisti ha una carriera costruita anche in sala operatoria: quattro interventi al ginocchio destro fino al 2000, che segnano il suo passaggio dagli slalom alla velocità. Ma il punto debole è l’occhio destro affetto da un cheratocono, operato nel giugno 2005 a Bologna» (Mattia Chiusano, ”la Repubblica” 7/2/2007) • «Di solito si dice che i discesisti sono un poco matti. Lui no, è uno furbo. Quando in allenamento si doveva provare per la prima volta un passaggio difficile, lasciava che fossero gli altri a partire, ad aprire la strada, a rischiare. Patrick seguiva dopo...» (Kristian Ghedina, ”La Gazzetta dello Sport” 2/7/2007).