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 2007  febbraio 07 Mercoledì calendario

«La nomina del pm Lombardo, ratificata il 19 gennaio scorso dal vecchio procuratore capo di Reggio Calabria, Antonino Catanese, contro il parere negativo della Direzione nazionale antimafia, è avvenuta nel suo ultimo giorno di lavoro: a pochi minuti dalla pensione

«La nomina del pm Lombardo, ratificata il 19 gennaio scorso dal vecchio procuratore capo di Reggio Calabria, Antonino Catanese, contro il parere negativo della Direzione nazionale antimafia, è avvenuta nel suo ultimo giorno di lavoro: a pochi minuti dalla pensione. «Nessun rilievo sulle capacità del magistrato», spiega Lumia e parla di «incompatibilità ambientale per motivi di opportunità». Lombardo è stato autore di brillanti inchieste sulla ’ndrangheta a Vibo Valentia. L’opportunità riguarderebbe altro. Nel 2002 - quando Fortugno presentava le sue denunce - il capo della procura di Locri era il padre, Rocco Lombardo. Se per ipotesi, nelle inchieste in corso, dovesse emergere un coinvolgimento del padre, Lombardo ne sarebbe messo al corrente. Unica chance: che si dimetta dalla Dda. In ballo c’è la questione delle parentele tra magistrati e politici, un dato di fatto. Basti pensare alla famiglia Filocamo. Giovanni Filocamo era assessore regionale alla Sanità all’epoca di Fortugno e degli sprechi della Asl di Locri. Proprio contro Filocamo, Fortugno lanciava i suoi strali. In procura c’era un nipote dell’assessore: il pm Fulvio Filocamo. Anche il fratello dell’assessore, Giovanni Filocamo (padre di Fulvio) è magistrato. Un nipote, Gerardo Dominijanni, lavora invece nella Dda di Catanzaro. Ma i Filocamo sono solo uno degli esempi: la figlia dell’ex presidente della Regione, Caterina Chiaravalloti, ha operato al tribunale del Riesame e ora, a Catanzaro, è giudice in corte d’Appello. Suo padre è indagato. Antonio Baudi, ex capo dei Gip di Catanzaro, aveva una moglie nella segreteria del presidente Chiaravalloti. Oggi, pensionato, con la gestione del presidente Agazio Loiero, è sottosegretario alla legalità. Sul nesso tra processi in corso e parentele, le onorevoli Maria Grazia Laganà, vedova Fortugno, e Angela Napoli, hanno interrogato Pietro Grasso. Che oggi dovrà rispondere. E lo scontro sulla giustizia in Calabria potrebbe farsi più duro».