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 2007  febbraio 06 Martedì calendario

Quando si diventa vecchi? Anche a vent’anni, certe volte. Ma sempre e solo nel preciso istante in cui concepisci il nuovo come una seccatura o una minaccia e smetti di considerarlo un’opportunità

Quando si diventa vecchi? Anche a vent’anni, certe volte. Ma sempre e solo nel preciso istante in cui concepisci il nuovo come una seccatura o una minaccia e smetti di considerarlo un’opportunità. Prendiamo il computer e la signora Maria Amelia, novantacinque anni. Parrebbero due entità agli antipodi. Come la grammatica e l’ultrà del Livorno che ha scritto sul muro «Un’altro Filippo Raciti», con l’apostrofo. Però Maria Amelia ha un nipote che a Natale le ha regalato un «blog», sorta di diario personale su Internet, e si è pure offerto di sedersi saltuariamente alla tastiera per mandare in giro i pensieri della bisnonna sotto dettatura. Succede il miracolo. Alcuni anziani si collegano al diario e sull’onda dei ricordi di Maria Amelia, ciascun visitatore si lascia andare ai propri, ritrovandosi all’improvviso meno solo. Calato dentro quel mondo di memorie del quale lamentava la mancanza, imputandola alla modernità. Maria Amelia fa un’altra scoperta. Le sue avventure giovanili, risalenti alla guerra del 14-18, che durante i pranzi festivi provocavano gli sbadigli immutabili del parentado, riproposte su Internet interessano anche ai ragazzini, che la implorano di aggiungere capitoli al racconto. Aver accettato di condividere il loro strumento di comunicazione li ha resi sensibili al messaggio. Maria Amelia si sente di nuovo ascoltata e utile, dunque viva. Peccato le mani, troppo gonfie per danzare fra i tasti. Ma tanto ha già deciso che la prossima badante, come primo requisito, dovrà saper usare il computer.