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 2007  febbraio 06 Martedì calendario

Svelato l’enigma del fiore più grande del mondo del quale non si conosceva l’origine. Pur avendo un diametro che supera il metro paradossalmente deriva da antenati dai fiori piccolissimi

Svelato l’enigma del fiore più grande del mondo del quale non si conosceva l’origine. Pur avendo un diametro che supera il metro paradossalmente deriva da antenati dai fiori piccolissimi. Così un altro mistero della natura è stato risolto attraverso l’analisi del Dna. Non avrebbero mai immaginato Sir Stamford Raffles, il governatore della Compagnia delle Indie orientali e il naturalista inglese Joseph Arnold, che tecniche da moderno Sherlock Holmes potessero far luce sulla loro incredibile scoperta, avvenuta nel 1818 tra la jungla dell’isola di Sumatra. E il fiore infatti richiama nel suo nome scientifico, Rafflesia arnoldii, proprio l’identità dei suoi scopritori. La pianta , con un bocciolo grande come un pallone da basket, si è evoluta da una famiglia , quella delle Euforbiacee, i cui fiori sono quasi tutti minuscoli, e che include per esempio la stella di Natale, il ricino e la manioca. «Per quasi 200 anni la Rafflesia ha fatto confondere i botanici – spiega Charles Davis, del dipartimento di biologia evoluzionistica dell’Università di Harvard - E’ un parassita che vive all’interno dei tessuti di una vite tropicale, per cui manca di clorofilla, foglie, e radici, rendendo difficile una comparazione con le piante convenzionali». Gli organi vegetativi della pianta sono infatti semplici filamenti simili alle ife dei funghi che si sviluppano nelle radici dell’ospite, per cui la Rafflesia potrebbe essere considerata un fungo, se non possedesse quel fiore gigantesco a cinque petali disposto sul terreno. Negli ultimi 25 anni si era indagato nei geni della pianta però sbagliando strada, utilizzando cioè marker molecolari coinvolti nella fotosintesi, che la pianta non fa. La sua origine si è compresa invece indagando altre parti del suo patrimonio genetico. Si è visto così che i suoi parenti stretti appartengono alla famiglia delle Euforbiacee che annovera molte specie con fiori di pochi millimetri di diametro. I ricercatori hanno appurato che in 46 milioni di anni i fiori della Rafflesia, che oggi pesano anche 10 kg, hanno dato luogo a uno dei cambiamenti di "taglia" più spettacolari che si incontrino nella storia evolutiva dei viventi. Daniel Nickrent - uno dei botanici che hanno preso parte alla ricerca - dice che dalla scoperta potrebbero venire indicazioni per sviluppare fiori e frutti più grandi. «Se facessimo una comparazione con l’uomo – aggiunge Davis – e se questi avesse subito un incremento evolutivo della sua statura dello stesso ordine di quello evidenziato dalla pianta, oggi l’uomo sarebbe alto 146 metri, pressappoco l’altezza della piramide di Giza». E’ anche curioso che la riproduzione di una specie dei fiori così grandi dipenda da un minuscolo moscerino attratto dall’odore di carne marcia emanato dal fiore. Va precisato che quello della Rafflesia è un vero unico fiore (quindi il più grande del mondo) mentre invece esistono alcune altre piante con infiorescenze molto grandi (come l’Amorphophallus titanum), spesso chiamate erroneamente «fiori». L’infiorescenza infatti è un insieme di fiori raggruppati sull’asse fiorale e non un singolo fiore.