Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  luglio 26 Mercoledì calendario

PASSONI Gianguido Torino 6 dicembre 1970. Tributarista. Consigliere comunale a Torino (comunisti italiani)

PASSONI Gianguido Torino 6 dicembre 1970. Tributarista. Consigliere comunale a Torino (comunisti italiani). Assessore al Bilancio e ai tributi nella giunta Chiamparino. «Lo studio, in un aristocratico palazzo della vecchia Torino, ha più di cento anni. E il colpo d’occhio sulla parete racconta più di qualsiasi intervista. Lì, appesi alla parete ocra, i ritratti della Dynasty Passoni. Quattro generazioni di tributaristi che hanno dedicato una vita ”alla politica, all’antifascismo e al fisco”. In poche parole: mischiando notti in Consiglio comunale e leggi finanziarie hanno fatto in modo che tutti, proprio tutti, alla fine pagassero le tasse. Gianguido, 36 anni, neo-assessore della giunta Chiamparino ha annunciato una dura lotta contro gli evasori [...] in Consiglio comunale. E pochi, ora, ricordano che suo padre Luigi, morto un anno fa, organizzò un’operazione del tutto analoga all’interno della giunta Novelli. Era il 1984 e, di concerto con la Procura, Torino fu la prima città in Italia ad applicare la legge ”manette agli evasori” dimostrando che, quando lo si vuole davvero, questi si riescono a stanare. Oggi, il figlio di cotanto padre annuncia di voler approfittare della nuova normativa prevista dalla Finanziaria 2005 per collaborare con l’Agenzia delle Entrate. Obiettivo: ”Far pagare tutti per pagare tutti meno”. Stavolta c’è un tornaconto (il 30 per cento di ogni cartella recuperata andrà al Comune), ma intanto, sulla parete dell’ufficio di molliniana memoria, sembra che i suoi antenati sorridano. Eccolo, da sinistra il bisnonno Luigi, socialista e appassionato di numeri ed economia; il nonno Pier Luigi, membro del Cnl, senatore e prefetto di Torino; il padre Luigi, ex partigiano, assessore del Pci, vicesindaco. E poi, vicino alle fotografie in bianco e nero della sua famiglia, lui, Gianguido, che è già stato due volte assessore al Bilancio e ai Tributi (in quota Comunisti Italiani) continuando a fare il commercialista, insieme con il fratello Pier Luigi e la sorella Isabella. ”Si vede che il nostro Dna non si è perso per strada - ammette lui con un sorriso imbarazzato - del resto mio padre me l’ha sempre detto: non dedicarti completamente alla politica, mantieni sempre la tua professione, serve per non sganciarti dalla realtà”. E così, dal bisnonno Luigi al bisnipote Gianguido lo stampino resta lo stesso: grande passione per la politica (il cognome ”Passoni”, d’altronde già racchiude il concetto), ma anche il desiderio di continuare l’attività di studio. Uno studio che, anche se i Passoni non vogliono ammetterlo, nella giungla dei tributi si muove come un moderno Robin Hood: ”Ai pensionati a volte la parcella non arriva nemmeno” sussurano alcuni clienti nella sala d’aspetto, osservando la prima pagina dell’Unità dell’aprile 1945 che dalla cornice urla: ”Torino liberata per forza di popolo”. Un monito, per chi varca la soglia dello studio. Ricorda, Gianguido: ”Quella avviata da mio padre fu un’impresa memorabile perché l’amministrazione comunale si mise a disposizione della Procura fornendo cinque vigili urbani per accertamenti e rendendosi disponibile a memorizzare elettronicamente tutte le dichiarazioni Irpef della città. L’intervento durò più di un anno e alla fine pizzicò anche i più bei nomi della città”. Oggi, Passoni junior cercherà di fare altrettanto: «Il segreto è incrociare i dati, così come fece già mio padre vent’anni fa. Io ero un bambino, ma ricordo i discorsi che faceva a tavola. ’Abbiamo beccato uno che ha una barca di 15 metri, l’alloggio di proprietà e una Jaguar. Sapete quanto dichiara? Ottocentomila lire al mese’...”. Prosegue: ”Oggi faremo la stessa cosa, magari in modo meno avventuroso, soltanto utilizzando le banche dati del catasto e della Motorizzazione, ma i risultati ci saranno comunque”. Il motto dell’assessore potrebbe essere ”No taxation without representation” nessuna tassa senza rappresentanza democratica. ”Così non mi dicono che sono il solito comunista - scherza, sfogliando il bilancio consuntivo della città - ho anch’io il mio bel modello americano”. [...]» (Emanuela Minucci, ”La Stampa” 26/7/2006).