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 2006  luglio 26 Mercoledì calendario

Homo Sapiens addio. TuttoScienze e Tecnologia La Stampa 26 luglio 2006. L’umanità rischia di essere travolta dalle tecnologie a causa di uno sviluppo radicale dell’evoluzione»

Homo Sapiens addio. TuttoScienze e Tecnologia La Stampa 26 luglio 2006. L’umanità rischia di essere travolta dalle tecnologie a causa di uno sviluppo radicale dell’evoluzione». E’ la tesi che Joel Garreau, scrittore e giornalista del «Washington Post», ha consegnato alle pagine del libro «Radical Evolution», in cui lancia l’allarme su scenari imminenti. Perché questo grido di allarme? «Siamo ad un punto di svolta: per la prima volta in 32 mila anni le nostre tecnologie non puntano tanto a modificare l’ambiente, l’agricoltura, le città, i vestiti e i viaggi quanto a modificare le nostre menti, memorie, personalità e metabolismi. Le tecnologie stanno influenzando non ciò che esiste attorno all’uomo, ma ciò che sta dentro l’uomo. Ciò porterà alla trasformazione della natura umana». Può fare degli esempi? «E’ un processo già in atto, ma diventerà ovvio per tutti nei prossimi uno, due, 10 anni. Basta guardare alla controversia sul doping per accorgersi di cosa può comportare l’ingegneria biotecnologica applicata al corpo degli esseri umani. Negli Usa si discute se un atleta professionista può avere nel corpo, impiantato in maniera stabile, un disco artificiale, che altera le sue potenzialità. E a dividere è anche il caso del ciclista Armstrong, ponendo l’interrogativo se a vincere il Tour de France sia stato l’uomo naturale o quello modificato». Quali sono le implicazioni di questi sviluppi sulla vita quotidiana? «Fra cinque o 10 anni i bambini torneranno piangendo da scuola, perché non potranno competere con coetanei i cui genitori hanno investito in tecnologie che hanno prodotto memorie più forti e computer più intelligenti e garantito l’accesso a scuole più ambite». Dunque, squilibri sempre maggiori. E’ così? «Le tecnologie stanno creando squilibri. Non solo perché i ricchi saranno più ricchi ed i poveri più poveri, ma anche perché modificano ciò che significa essere umani. Potrebbero esservi ripercussioni anche sugli equilibri planetari». A che cosa fa riferimento? «La maggioranza di queste tecnologie non è prodotta negli Usa o in Europa, ma in Cina, India ed Estremo Oriente e ciò significa che l’Occidente potrebbe essere destinato a sprofondare in un nuovo declino, simile a quello dell’Europa nel Medioevo, quando idee ed innovazioni arrivavano dal mondo arabo. Grazie all’Illuminismo e alla Rivoluzione industriale l’Europa si riprese, guidando lo sviluppo dell’Occidente e del Pianeta, ma ora potrebbe esserci un’inversione a vantaggio dell’Asia». Come reagiranno i genitori di fronte alle lacrime dei figli per carenza di tecnologia? «Rassicurando i figli sul fatto che continueranno ad amarli o spingendoli a lasciare la scuola e tornare ai lavori manuali». Quale sarà l’impatto nelle relazioni tra esseri umani? «Il mondo sarà diviso fra tre tipi di esseri umani: i potenziati, dotati di tutte le nuove tecnologie, i naturali, che hanno accesso alle tecnologie ma scelgono di non sfruttarle (un po’ come oggi fanno i vegetariani con la carne) e il resto, vale a dire coloro che non hanno accesso alle tecnologie, sono disprezzati, spinti ai margini dello sviluppo. Siamo alla fine di un processo iniziato con l’invenzione della ruota e del magnete, che crearono le prime differenze tra umani». In quali tecnologie identifica in particolare la genesi dell’«Evoluzione radicale»? «Sono quattro i tipi di tecnologie che sospingono i cambiamenti: genetiche, robotiche, dell’informazione e nanotecnologiche. Per capire l’impatto che generano basta tener presente che la potenzialità di computer che si può acquistare con un euro raddoppia ogni 18 mesi, vale a dire ogni pezzo di tecnologia si dimezza di potenza ogni 18 mesi. Non abbiamo mai visto nulla del genere. Forse l’unico precedente è la scoperta delle ferrovie che modificò città, famiglie, geografia del mondo e della conoscenza. Nacquero New York, Chicago e Los Angeles. Ma all’epoca tutto dipendeva da limiti fisici come ferro e carbone, mentre ora le tecnologie non ne hanno». Cosa può invertire l’«Evoluzione radicale»? «Il limite è la volontà umana, quando vogliamo intervenire per cambiare il nostro verosimile futuro. Non faccio previsioni, ma abbiamo di fronte tre possibili scenari: paradiso, inferno e la possibilità di prevalere. Ognuno è credibile, ma sono differenti. Lo scenario del paradiso vede lo sviluppo di scoperte straordinarie in grado di curare malattie e perfino le morte. Quello dell’inferno vede tecnologie incredibili che si trasformano in forme di potere, perché accessibili non a tutti e che diventano strumenti in mani sbagliate, come è avvenuto in Australia, quando è stato riprodotto il vaiolo a fini ricerca ma è finito fuori controllo, o con i ”nanobox”, nanotecologie che si riproducono senza controllo». Ed il terzo scenario? «Si avvererà se prevarrà l’idea che la vita è più importante della tecnologia, che ciò che conta non è quanti microchips ma quanti uomini si parlano l’un l’altro». Maurizio Molinari