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 2006  maggio 23 Martedì calendario

Natasha Stefanenko. Devo essere sincera? In cucina sono una buona spalla, ma lascio volentieri i fornelli agli altri

Natasha Stefanenko. Devo essere sincera? In cucina sono una buona spalla, ma lascio volentieri i fornelli agli altri. Quando ho conosciuto mio marito Luca, che è un ottimo cuoco, ci dividevamo i compiti. Nel senso che lui cucinava e io lavavo i piatti: funzionava benissimo! Ma in casa sono viziata: oltre a Luca, anche mia madre e mia suocera sono da dieci e lode. Così, io mi limito allo stretto necessario. Quando cucino mi torna l’ansia che mi veniva in Russia quando preparavo qualche piatto tipico: avevo paura di sbagliare a mettere insieme tutti gli ingredienti necessari e di fare qualcosa che non piacesse. Era una sofferenza, un lavoro, altro che piacere! un po’ di Russia Della mia cucina d’origine ho conservato le zuppe di carne e verdura e l’insalata russa (che da noi si fa con ingredienti leggermente diversi e con la smetana, la panna acida, al posto della maionese). Ma c’è una cosa che so cucinare benissimo e che adoro, perché mi ricorda quando da bambina mi svegliavo la domenica con quel fantastico profumo per casa: sono i blini, delle specie di crespelle, salate o dolci, che si accompagnano a caviale, carne, cipolle, ma anche marmellata o, volendo, Nutella. Ne vado pazza! Fallimenti in cucina? In casa ci piace molto sperimentare con quello che troviamo in frigo. Ma una volta Luca ha voluto inventare una pasta allo zabaione. Beh, non ho mai assaggiato niente di più disgustoso! finita dritta nella spazzatura e l’ho perdonato solo perché ci eravamo appena fidanzati. assaggerei tutto Se, come cuoca lascio un po’ a desiderare, a tavola sono una buongustaia e non mi tiro mai indietro. Sì, lo ammetto, mangio tanto, ma ho un vantaggio: posso fare a meno dei dolci. E poi ho un’ottima scusa: sono alta un metro e 85 e ce ne vuole per saziarmi! Mi piace moltissimo assaggiare nuovi piatti, mescolare i sapori e sperimentare cucine etniche che non conosco. Adoro la cucina italiana: naturalmente mi piacciono la pizza e gli spaghetti, ma soprattutto mi fa impazzire la cura che mettete nel cibo, nell’accostare profumi e sapori, nell’abbinare i vini a piatti particolari. Si capisce che per voi il cibo è una filosofia e una religione. Anzi, una poesia. se fossi un piatto Sarei un buon piatto di pesce. Nelle Marche, dove vivo, se ne mangia di freschissimo e ci sono ristorantini deliziosi dove gustarlo in compagnia di un ottimo vino. Mi piace molto anche crudo e con mia figlia Sasha, di quattro anni, facciamo gara a chi ne mangia di più! (testo raccolto da Marcello Parilli)