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 2005  novembre 14 Lunedì calendario

Anno II - Novantacinquesima settimanaDal 7 al 14 novembre 2005Liberia. La Liberia, unico Stato africano da sempre indipendente, è adesso anche il primo ad avere un presidente donna: Elle Johnson Sirleaf, 66 anni, economista, studi a Harvard, eletta la settimana scorsa

Anno II - Novantacinquesima settimana
Dal 7 al 14 novembre 2005

Liberia. La Liberia, unico Stato africano da sempre indipendente, è adesso anche il primo ad avere un presidente donna: Elle Johnson Sirleaf, 66 anni, economista, studi a Harvard, eletta la settimana scorsa. Promette di sconfiggere la corruzione. Ha battuto 59 a 41 George Weah, celebre centravanti del Milan, che ha prima accusato l’avversaria di brogli, poi ha accettato la sconfitta.

Michigan. Hillsdale nel Michigan, 8200 abitanti, ha eletto sindaco un ragazzo di 18 anni, Michael Sessions, che s’è pagato la campagna elettorale con i suoi risparmi (700 dollari). L’avversario sconfitto, Doug Inges, proprietario della locale pista di pattinaggio e sindaco uscente, ha 51 anni. In consiglio comunale Michael dispone di un solo voto su 9, ma è sicuro che non ci saranno problemi ”perché tutti vogliamo il bene della comunità”. L’unico guaio è che non potrà dedicarsi interamente all’attività di sindaco perché va a scuola e deve studiare.

Udine. Lo scorso 29 ottobre i maschi della I C del prestigioso Istituto Tecnico Mirigliani di Udine hanno acconsentito ad eleggere come delegata di classe la loro unica compagna femmina purché questa alzasse maglietta e reggipetto e mostrasse loro il seno. Prontamente accontentati, l’hanno eletta. Tre di loro però hanno filmato la scena con i telefonini, l’hanno trasmessa ad altri amici fuori e se la sono alla fine trovata su Internet. Scandalo, inchiesta e sanzioni certe dagli organismi rappresentativi. La ragazza ha 15 anni e non esce più di casa perché si vergogna.

Francia. A domenica, il bilancio della rivolta francese era questo: 400 milioni di danni, 160 municipalità colpite, 7000 automobili incendiate, 2500 arresti, fra cui 450 minori. Il coprifuoco adottato a Parigi e in un’altra decina di centri ha contribuito allo scemare dei disordini. Sabato scorso il centro di Parigi, dove era stato proibito qualunque assembramento, era presidiato da migliaia di poliziotti. C’era anche Sarkozy, il ministro dell’Interno, che ha ripetuto in tv il suo insulto ai rivoltosi: racaille, cioè feccia. I tribunali sono già in funzione, un centinaio di sentenze sono già state pronunciate, i condannati - fino a un massimo di sei mesi - finiscono in carcere per distruzione o tentata distruzione di beni altrui e detenzione di materiale esplosivo. La condizionale viene applicata poco: i giudici fanno in modo che chi ha fatto qualcosa patisca almeno un mese di cella. I calciatori francesi, ma discendenti da immigrati, Trezeguet, Thuram, Gallas, Makelele, Govou, che sabato sera hanno indossato la maglia della Nazionale per incontrare in amichevole la Germania (0 a 0), non hanno cantato la marsigliese: le tv hanno inquadrato le loro bocche cucite. Però il pubblico non ha fischiato (come avvenne in un memorabile Francia-Algeria del 6 ottobre 2001) e non ci sono stati incidenti. In tutto il mondo intellettuali ed editorialisti forniscono ogni sorta di interpretazione alla rivolta della banlieue, compresa quella che dietro vi sia Al Qaeda e che i disordini vadano letti sullo sfondo del più generale scontro, in atto ora, tra Islam e Occidente. La spiegazione più semplice - che si tratti di povera gente, che sente di subire ogni sorta di ingiustizie, compresa quella di essere considerata dai veri francesi come racaille - non ha poi tutto questo seguito.

Giordania. Giovedì 10 novembre, tre shahid (martiri) si sono fatti saltare contemporaneamente in tre alberghi di Amman, in Giordania. 57 morti, di cui 25 palestinesi emigrati. I tre alberghi (Radisson, Hyat e Days Inn) sono tutti di proprietà americana. Quello più colpito è il Radisson: qui lo shahid s’è fatto esplodere nel mezzo di un banchetto di nozze tra due importanti famiglie palestinesi. Dall’altra parte della sala c’era sua moglie, Sajida al-Rishawi, 35 anni, mantello nero e sciarpa bianca, che non è riuscita a manovrare la cintura ed è scappata come gli altri. La polizia l’ha arrestata e la tv giordana ha mandato in onda domenica sera il suo racconto dell’attentato. Al Qaida ha rivendicato le stragi con tre comunicati. Il nuovo atto va inquadrato nella lotta tra Islam moderato e Islam estremista e come momento dell’ascesa di Al Zarkawi al vertice di Al Qaeda, al posto del forse morto (e comunque sempre più assente) Bin Laden. La Giordania, da questo punto di vista, costituisce un allargamento di territorio, una tentata riaffermazione di potenza.

Annan. Il viaggio a Bagdad di Kofi Annan, segretario generale dell’Onu, sabato scorso, è importante perché gli americani invasero l’Iraq contro il parere delle Nazioni Unite e Annan non incontrava gli iracheni dall’epoca di Saddam. Chi predica il ritiro dall’Iraq vuole che le truppe d’occupazione siano sostituite principalmente dai caschi blu. Il segretario ha invitato le diverse etnie irachene a far la pace e a costruire insieme le basi della convivenza.

Pontedera. La Asl di Pontedera, autorizzata da una delibera regionale, prescrive la RU486, cioè la pillola che permette di abortire. Nel momento in cui scriviamo, gli aborti procurati con la pillola a Pontedera sono stati tre. Il ministro Storace, che ha dovuto accettare un’esperienza analoga a Torino, ha imposto il ricovero in ospedale anche per le pazienti della RU486 e vuole riformare la legge in modo da mandare nelle Asl i volontari del Movimento per la vita, che si adoperino per applicare la 194 (legge sull’aborto) soprattutto dal lato della prevenzione. L’annuncio dell’iniziativa toscana gli ha fatto dire: ”La RU486 è un incentivo all’aborto”. Il presidente del Movimento per la vita ha a sua volta dichiarato: ”In 30 anni abbiamo salvato 70 mila bambini che non dovevano nascere”. Rosy Bindi, cattolica ma del centro-sinistra, ha detto: ”La sperimentazione non deve diventare una scorciatoia per l’aborto. Non è un anticoncezionale, deve essere data d’accordo con la 194. Coloro che la negano in qualche modo possono non rispettare la donna. Se è una pratica meno invasiva dell’intervento chirurgico deve essere sperimentata”.

Finanziaria. La finanziaria che è passata la settimana scorsa al Senato, e contro cui i sindacati hanno annunciato lo sciopero generale, contiene tra l’altro una norma imprevista che consente ai cittadini di 65 anni proprietari di casa, di ipotecare l’immobile, incassare il 50 per cento del valore e non pagare nessuna rata, né per il capitale né per gli interessi. Alla morte, gli eredi dovranno saldare il debito in un’unica soluzione oppure lasciare la casa alla banca. Il sistema - che serve a mettere in circolazione patrimoni altrimenti congelati - è molto in uso nei paesi nordici (lifetime mortagages). In Italia le persone con più di 65 anni di età sono 11 milioni. Nel 2020 avrà almeno 65 anni un italiano su quattro. Il dato nordico dice che approfitta di questa opportunità un cittadino su cento e questo significa un giro d’affari, da noi, di almeno due miliardi. Carlo De Benedetti, il proprietario di Repubblica, sta già attrezzando la sua Cofide. Sono in movimento anche San Paolo e Deutsche Bank.

Germania. In Germania è stato raggiunto l’accordo per la Groe Koalition tra i democristiani di Angela Merkel e i socialdemocratici di Hubertus Heil, il trentatreenne della Bassa Sassonia che all’ultimo è stato eletto alla segreteria al posto della trentacinquenne Andrea Nahles. Il piano che sancisce l’accordo ha trovato però molto critica la stampa: l’Iva passerà dal 16 al 19 per cento, l’aliquota sui redditi superiori ai 500 mila euro annui (250 mila per i single) è stata portata al 45%, cioè maggiorata di tre punti. Lo scopo è chiudere il buco di 35 miliardi nei conti pubblici e rientrare nei parametri di Maastricht entro il 2007. Molti dicono che l’aumento dell’Iva deprimerà i consumi e aumenterà la disoccupazione. Altri scommettono che il ”matrimonio di convenienza” (così è stato presentato) tra la Merkel e il presidente designato della Spd, Mathias Platzeck, durerà poco.

Italia. Di grande coalizione si discute adesso anche in Italia, dopo un’intervista di Tremonti (ma ne aveva parlato anche Bondi, qualche mese fa). L’argomento sarebbe d’attualità perché la nuova legge elettorale, se approvata dalla Camera così com’è, potrebbe produrre una situazione di pareggio soprattutto tra gli eletti per il Senato. E d’altra parte Berlusconi e Casini l’hanno voluta soprattutto per quello.

Alitalia. L’annuncio che Alitalia sarà ricapitalizzata per un miliardo ha provocato un crollo del titolo di 10 punti: azionisti che non vogliono mettere altri soldi nell’azienda e sono scappati. Lo Stato metterà 489 milioni e il resto (a 80 centesimi per azione) sarà collocato sul mercato da Deutsche Bank, San Paolo Imi, Lehman Brothers, Banca Intesa, Capitalia, Société Generale, Nomura che, come sempre, si fanno comunque garanti: se nessuno comprerà, metteranno i soldi loro. Come si vede, potrebbe trattarsi di una privatizzazione vera: lo Stato andrà sotto al 50 per cento e non avrà nessuna golden share, l’azione privilegiata con cui si ha di fatto il controllo dell’azienda pur possedendo la minoranza del capitale.