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 2005  novembre 15 Martedì calendario

"Case popolari in regalo". Il Sole 24 Ore 15/11/2005. La casa Iacp in regalo a 500mila famiglie. Letteralmente in regalo

"Case popolari in regalo". Il Sole 24 Ore 15/11/2005. La casa Iacp in regalo a 500mila famiglie. Letteralmente in regalo. la sorpresa del Piano casa che il consigliere economico di Palazzo Chigi, Renato Brunetta, eurodeputato di Forza Italia ha confezionato per Silvio Berlusconi. Che, peraltro, l’ha già qualificato come una delle leve strategiche per la prossima campagna elettorale. Propaganda della peggior specie o riformismo visionario? "Ci si arriva per gradi - replica Brunetta -. C’è un milione di case popolari gestito a vario titolo oggi: l’8-10% sono negozi, parcheggi o magazzini, hanno un valore di mercato. Il 20% poi è di un qualche pregio. Sono tutte unità vendibili: si stima che valgano 20-30 miliardi, altre fonti portano questa somma anche a cinquanta. Dunque, lo Stato incassa, chiude gli Iacp (con un costo di circa 5 miliardi) e non perde nulla perché oggi sono solo gestioni in passivo ripianate di volta in volta da denaro pubblico". E, quindi, si arriva al regalo: "Con i fondi recuperati si può far fronte a vendite solo simboliche regalando di fatto gli immobili in cui abitano a circa 500mila famiglie. Lo Stato non rinuncia a nulla perché gli Iacp sono tutti in passivo e il patrimonio relativo a una gestione strutturalmente passiva non vale nulla. Certo ci vorranno le cautele del caso: vincoli di inalienabilità, di riutilizzo perché va evitata ogni forma di speculazione. Poi bisogna definire i criteri per determinare gli aventi diritto: reddito, nucleo familiare, fasce d’età, titolo di occupazione. Lo Stato incasserebbe la tassa di registro (poca cosa) e i Comuni le tasse locali oggi ampiamente non pagate". Brunetta è radicale, come sempre: "Si rivitalizza un mercato, si rende efficiente un patrimonio, si riavvia la manutenzione, si crea un volano incredibile di domanda. Ma soprattutto si libera dal condizionamento e dai ricatti un milione di persone; si supera la deteriore cultura del fondo per gli affitti sociali, delle graduatorie, delle occupazioni abusive. Si può tornare a parlare di nuove case per le altre fasce di bisogno: con il capitale rinveniente (senza contare i passivi che cessano di esistere) si possono creare nuovi strumenti finanziari per altre costruzioni per nuove coppie, ad esempio, per gli immigrati. Penso a un fondo rotativo con cui attivare nuovi mutui, ad esempio". La lezione appresa da Palazzo Chigi è quella di De Soto, l’economista peruviano ispiratore di certe politiche di Lula, che parla di "rivitalizzazione del capitale morto". Eppoi - continua Brunetta - &la vendita rende liberi, mentre gli inquilini oggi sono schiavi della clientela politica di ogni colore: ci sono da anni inquilini che vogliono comperarsi le case in cui abitano, hanno costituito comitati, stanno ancora lottando contro gli ideologismi dei Comuni in cui sono residenti perché nessuno vuole vendere. Ci sono leggi che già adesso impongono di vendere dal 50 al 75% delle case popolari e finora si è ceduto solo il 15 per cento". Già, le leggi. E ce ne vorrà un’altra per mandare in porto questo Piano così ambizioso che "sarebbe in tutta Europa un esempio unico di politica sociale della casa con forti contenuti di solidarietà". Un piano così ambizioso che viene da pensare come mai non sia stato fatto prima e sia stato escogitato solo per la campagna elettorale: "Qui si parrà la nobilitate del Governo Berlusconi. vero: i tempi sono stretti. Ma io spero, e sto lavorando a questo, che si possa utilizzare già da subito la legge Finanziaria - continua il consigliere di Berlusconi -: basterebbe un emendamento ben fatto. So bene che questa proposta ha dei nemici: sono le Regioni, i Comuni e le burocrazie che fino ad oggi hanno gestito questa mostruosità, questo non-mercato. Invece bisogna ricominciare daccapo: constatare il fallimento della cultura urbanistica della sinistra che ha prodotto i Corviale, gli Zen, le Vele e tutta la cultura dell’equo canone, sintesi del fondamentalismo dossettiano e comunista. Un disastro che ha portato a un Paese con l’80% di case di proprietà e una totale mancanza di un vero mercato degli affitti". L’operazione-regalo non va in questa direzione: "vero. - continua Brunetta - Sono onesto: ormai è difficile tornare indietro. La proprietà è stata la risposta all’equo canone, all’edilizia sovvenzionata e popolare vecchio stile. Il mercato si è vendicato così". A.O.