Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  novembre 14 Lunedì calendario

L’auto che inquina di meno sul mercato non è un mostro tecnologico che costa come un monolocale in centro, ma una piccola citycar con un nome affettuoso, un cognome curioso e un prezzo di listino (quasi) da hard discount: assai meno di 10mila euro

L’auto che inquina di meno sul mercato non è un mostro tecnologico che costa come un monolocale in centro, ma una piccola citycar con un nome affettuoso, un cognome curioso e un prezzo di listino (quasi) da hard discount: assai meno di 10mila euro. La Cuore, prodotta dalla giapponese Daihatsu, è un’utilitaria geniale e risparmiosa. I progettisti che l’hanno realizzata, in soli 340 centimetri sono riusciti a far entrare un motore piccolo, robusto e quasi astemio, cinque grandi porte e molta tecnologia. Per centrare un obiettivo così ambizioso hanno dovuto prendere una decisione coraggiosa: in questa auto ci sarebbe stato posto solo per la tecnologia, il marketing sarebbe rimasto fuori. Basta guardarla per capirlo. La linea è alta e squadrata, col cofano corto e la coda tronca e verticale. Non sarà il massimo della sportività ma è l’unico modo per far entrare cinque persone più bagagli in così poco spazio. Le ruote, piccole per rubare poco spazio, sono poste ai quattro angoli della carrozzeria, come sulla vecchia Mini Minor. In questo modo si aumenta lo spazio utile dell’abitacolo e si limita quello destinato agli organi meccanici. Le porte poi si aprono (caso unico) a 90 gradi, per consentire la massima accessibilità. La meccanica è stata studiata in tutti i particolari per offrire massime prestazioni, consumo e inquinamento minimi e affidabilità assoluta. Racconta Massimo Bertolino, direttore generale della Daihatsu Italia: «Diciamo che per fare la Cuore abbiamo ragionato come se dovessimo realizzare un aeroplano: ci siamo concentrati su funzionalità e prestazioni, nessuna concessione al futile. Ovviamente un’auto così viene apprezzata soprattutto da chi se ne intende, perché le raffinatezze sono nascoste nella meccanica». Qualche esempio? Il motore è solo 1000 di cilindrata ma ha doppio albero a camme in testa, 4 valvole per cilindro e fasatura intelligente, un congegno che in genere si trova solo sotto il cofano di auto ben più costose. Il condizionatore riduce automaticamente la sua potenza quando il motore è al minimo, evitando così un consumo eccessivo di benzina. Inoltre alcune scelte progettuali sono coraggiose perché, sebbene corrette, sfidano alcuni luoghi comuni. Per esempio gli automoblisti pensano che le ruote più sono larghe e più è elevata la tenuta di strada. In effetti su un’auto leggera gomme strette come quelle della Cuore hanno molti vantaggi: maggiore maneggevolezza, maggiore sicurezza su bagnato e fondi innevati, minori consumi e rumorosità. Alla fine però la cosa migliore è vedere come tutte queste idee si sono tradotte in prestazioni. Allora iniziamo dai consumi: la Cuore è l’auto a benzina più economica di tutto il mercato, e con un litro di verde percorre in media più di 21 chilometri, meglio di quanto fa la minuscola Smart. La velocità massima, aiutata anche da un’ottima (e insospettabile) aerodinamica, supera i 160 km/h mentre lo scatto è notevole. Lo sterzo è leggerissimo in manovra, grazie al servocomando elettrico, efficiente e a basso assorbimento di energia. Ciliegina sulla torta le emissioni. La Cuore supera ampiamente i limiti fissati dalla normativa Euro 4 e con soli 109 grammi di CO2 ogni chilometro è di gran lunga l’auto a combustione interna più pulita. Fa di meglio solo la Toyota Prius, ma si tratta di un’auto ibrida, con due motori (benzina + elettrico) e un prezzo molto diverso.